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America Latina: nuove minacce per gli indigeni in 'isolamento volontario'
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Gli Indigeni in "Isolamento Volontario", sono popolazioni di cui si hanno solo alcuni elementi della loro esistenza. Non hanno mai avuto contatto con il "nostro mondo" e solo un virus potrebbe portarli allo sterminio. Sono in pericolo di estinzione centinaia di culture, saperi, lingue e miti che non abbiamo mai ascoltato. Ma "non abbiamo bisogno di incontrarli per difenderli", anzi, dobbiamo difendere la loro scelta di non incontrarci. Selvas.org dedica un dossier a queste popolazioni minacciate dallo sfruttamento di risorse naturali, dal legname alle risorse del sottosuolo, ma anche dai "cacciatori della biodiversità", dal "turismo informale" che, tra tutti i contatti il più insidioso, fino alla "caccia all'ultimo indigeno da convertire" lanciata da alcune chiese fondamentaliste in programmi come il New Tribe Mission.
"Gli scontri tra popolazioni indigene in "isolamento volontario" e i tagliatori illegali di legname, sono difficilmente documentabili per via dell'attività fuorilegge di questi ultimi che preferiscono non curarsi in strutture sanitari", come sottolinea la Defensoria del Pueblo peruviana, un organo costituzionale indipendente per la difesa dei diritti fondamentali delle persone e delle comunità. "I registri ospedalieri di Santa Rosa testimoniano solo una piccola documentazione di un'enorme guerra mai dichiarata. Ad esempio non esiste quasi alcuna prova di feriti o decessi da parte delle popolazioni indigene" che nel difendere il loro "non contatto" voluto, muoiono nella foresta che è parte indissoluta di loro stessi,la difendono e li difende, gli appartiene e loro appartengono ad essa.
L'incontro-scontro di civiltà, assume in questi casi il vero senso, triste e profondo, di guerra tra culture, tra umanità dello stesso pianeta sì, ma non dello stesso mondo. Per uno dei mondi, infatti, queste guerre sono parte della storia che avanza. Per l'altro mondo queste rappresentano la fine, l'estinzione della loro esistenza. Secondo gli ultimi dati raccolti, sono almeno duecento le popolazioni indigene in isolamento volontario di cui si ha qualche traccia o indizio di esistenza ai bordi della foresta amazzonica, e di una cosa si è certi: sono le ultime "non contattate" di tutto il continente americano.
La definizione di "isolamento volontario" è un compromesso linguistico che serve a identificare tutte quelle popolazioni che non hanno avuto un contatto, documentato e risalente a qualche generazione fa, con la nostra storia, e di cui preferiscono astenersene. Questa vasta area geografica comprende sette nazioni: Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Paraguay, Perù e Venezuela.
Ognuno di questi Paesi adotta soluzioni di protezione, verso queste popolazioni, molto differenti tra loro. Il Brasile e il Perù, dove si trovano il maggior numero di popolazioni in isolamento volontario, sono le nazioni più all'avanguardia avendo espresso a livello legislativo strumenti di protezione e difesa delle aree naturali abitate e utilizzando definizioni esplicite per "indigeni non contattati o in contatto iniziale". Le altre nazioni, pur riconoscendo l'esistenza di questi popoli, mancano di una legislazione specifica e omogenea, lasciando a comunità indigene locali o a organizzazioni non governative (Ong) il compito e l'onere della difesa e prevenzione ai contatti.
Queste popolazioni storicamente hanno affrontato e superato numerosi ostacoli nel corso dei secoli: le invasioni e l'asservimento a medi e grandi imperi, come quello Inca, ad esempio. Sono sopravvissute allo sterminio virale, che a causa dell'arrivo degli europei nel nuovo continente, ha preceduto e facilitato l'opera dei Conquistadores iberici, infettando mortalmente circa 60 milioni di persone, secondo gli ultimi studi, in solo cento anni. Hanno dovuto ricercare sempre nuove rotte migratorie nella foresta, per evitare le nuove strade, gli oleodotti, le piattaforme estrattive, gli incendi speculativi per creare nuovi pascoli, gli abbattimenti forestali, luci, rumori, presenze costanti e nuove che premono ai bordi del loro mondo. Sono circondati. Costretti ad avere incontri, e scontri, con altre popolazioni che, come loro, stanno fuggendo verso il centro del loro pianeta che si restringe sempre più.
Darcy Ribeiro, famoso antropologo brasiliano che ha convissuto con molti gruppi indigeni in contatto iniziale, forse non esagerava quando definiva la storia del contatto come "un vero sterminio, senza che abbia portato loro nessun elemento positivo". Infatti la prima causa di morte e sterminio per questi popoli migratori della foresta rimane, come 500 anni fa, la malattia, il virus - di qualsiasi genere, tra l'altro - al quale noi con i nostri contagi storici e pandemie continentali abbiamo reagito costruendo barriere di difesa, reazione e immunità alla morte, possono ancora oggi, sterminare questi gruppi di umani sprovvisti di difese immunitarie adeguate.
Tra i pericoli che incombono sul mondo dei popoli in isolamento volontario, lo sfruttamento di risorse naturali la fa da padrone: per ampiezza d'impatto, investimenti e organizzazione anche quando ciò non è legale. Ma oltre il contatto con trafficanti di legna esotica e ingegneri petroliferi impegnati in campagne di trivellazione ed esplosioni sotterranee alla ricerca dell'oro nero, tutti rigorosamente sotto scorta armata, il cosiddetto "turismo informale" è tra tutti i contatti il più insidioso.
Sotto questa definizione sono compresi ovviamente le persone disposte a pagare una guida indigena locale per scopi puramente di escursione, anche se estrema proprio come detta l'ultima moda, pronti a donare oggetti (e virus) in cambio, magari, di una foto o di un filmato in esclusiva. Sono compresi però anche ricercatori e cacciatori (detti "pirati") di biodiversità, che nella speranza di trovare nuove formule da brevettare osano approcci con le popolazioni non contattate per carpirne i segreti e gli usi tradizionali. Ultima ma non meno pericolosa è la vera e propria "caccia all'ultimo indigeno da convertire", lanciata da alcune chiese, in programmi fondamentalisti come il New Tribe Mission, sponsorizzato anche attraverso internet.
di Martin E. Iglesias
Tutto il dossier sui popoli indigeni in "isolamento volontario" su: Selvas.org