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Ambiente: il WWF boccia il governo Berlusconi
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Bilancio ambientale di fine anno per il Governo Berlusconi: è una bocciatura in piena regola quella del WWF, che ha presentato a Roma il dossier "La politica ambientale del Governo Berlusconi - Bilancio 2004". "Assoluta incoerenza delle politiche energetiche con l'obiettivo di riduzione fissato dal Protocollo di Kyoto, provvedimenti devastanti per il territorio come il condono edilizio (terzo degli ultimi vent'anni), la sanatoria paesaggistica nelle aree vincolate, le grandi opere pubbliche in pratica svincolate dalla Valutazione di impatto ambientale, le aree protette commissariate e senza fondi".
"I pilastri della salvaguardia ambientale sono minati alla base - ha detto il Presidente del WWF Fulco Pratesi - e il 2004 conferma ed accentua una tendenza fortemente negativa per le politiche ambientali in Italia". Il dossier WWF sottolinea come l'Italia continui ad aumentare le sue emissioni di gas serra (+9% nel 2003 le emissioni di CO2 rispetto al 1990), allontanandosi dall'obiettivo fissato dal Protocollo di Kyoto di una riduzione del 6,5%. "Ciò denota - sottolinea l'associazione - un'assoluta incoerenza delle politiche energetiche, ed espone il nostro Paese al rischio di pesanti conseguenze anche economiche nei prossimi anni.
Grave anche lo scollamento dalla legislazione europea, con ben 28 procedure d'infrazione attualmente in corso che riguardano tutti i principali temi ambientali e in particolare il settore dei rifiuti, il mancato recepimento della "Direttiva acque" (doveva essere recepita giusto un anno fa) e della "Direttiva carburanti" che inasprisce le disposizioni del '98 sui limiti di zolfo. Violazioni anche sulle direttive sull'inquinamento atmosferico, problemi per la gestione delle aree SIC e ZPS e nella "versione" italiana (semplificata) della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). 'L'Italia ha conquistato la maglia nera delle procedure d'infrazione a livello comunitario - ha dichiarato Gianfranco Amendola, magistrato e Consigliere nazionale WWF - Nessun Paese infatti ha collezionato tante condanne in poco tempo. Siamo anche recidivi perchè facciamo leggi in contrasto con le sentenze che già ci hanno condannato, ben sette nell'ultimo anno. E' così che l'Italia vuole stare in Europa?"
Situazione "grave" per le aree protette, che la Legge Obiettivo vorrebbe trasformare in "Enti per lo sviluppo territoriale": negli ultimi 4 anni - denuncia il WWF - i fondi erogati dallo Stato sono diminuiti di 4 milioni di Euro: da 62,5 milioni di Euro nel 2001 a 57,8 del 2005, nonostante l'istituzione di 8 nuovi parchi nazionali. Per quanto riguarda la gestione, "situazione confusa": su 23 parchi nazionali istituiti, 8 non hanno Presidente, 6 sono commissariati senza nessuna giustificazione di emergenza. Difficoltà e ritardi anche per la Rete Natura 2000, il sistema interconnesso di aree naturali che l'UE prevede a tutela della biodiversità, e che coprirebbe il 17% della superficie nazionale.
L'Italia inoltre non ha dato seguito alla Convenzione di Rio de Janeiro a difesa della biodiversità, mentre consente alle Regioni di cacciare in deroga le specie protette in Europa. "Il Governo Berlusconi conferma un'impostazione della tutela dell'ambiente tutta asservita all'economia - ha dichiarato Gaetano Benedetto, Direttore Aggiunto WWF - e riafferma la vecchia visione dell'utilizzo delle risorse naturali senza alcuna valutazione dei limiti di queste o della loro capacità di autogenerazione. E intanto assistiamo attoniti ad una ripresa di costruzioni e trasformazioni territoriali che, aggiunte a sanatorie, condoni, concessioni demaniali e opere pubbliche dalla discutibile utilità, stanno cambiando i connotati del Bel Paese".
Il Rapporto nota inoltre che altre dieci Associazioni Ambientaliste, o dichiaratesi per tali, sono state formalmente riconosciute dal Ministero dell'Ambiente. Oggi sono 49 le Associazioni formalmente riconosciute. Alcune di queste sono state utilizzate per consentire "nomine compiacenti" nei ruoli (ad esempio Enti parco o Ambiti Territoriali di caccia) destinati proprio alla componente ambientalista che avrebbe dovuto svolgere una funzione di garanzia.
Quello che complessivamente appare è una politica che si discosta significativamente dalle linee internazionali e, soprattutto, da riferimenti scientifici ormai conclamati a livello mondiale. Una linea che trova in una molteplicita di provvedimenti, non solo e non tanto del Ministero dell'Ambiente, un ribaltamento del sistema dei valori della tutela e della conservazione e rischia di mettere a rischio l'identita italiana legata ad uno straordinario territorio la cui aggressione non s'è certo fermata. [GB]