Ambiente: giornata mondiale con oceani a rischio pesca

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Il 5 giugno si celebra la giornata mondiale per l'ambiente, quest'anno è dedicata agli oceani, proprio alla vigilia della Conferenza sugli Oceani che prenderà il via lunedì 7 giugno a New York. Al motto "Wanted! Seas and Oceans - Dead or Alive?" L'evento principale si è svolto a Barcellona in collaborazione con il Forum delle Culture. Nata nel 1972 con l'apertura della conferenza di Stoccolma sull'ambiente umano, la giornata mondiale per l'ambiente, viene promossa in vari modi tra cui incontri con le scuole, biciclettate e opere di pulizia collettiva. L'UNEP, il programma per l'ambiente delle Nazioni Unite ha denunciato che molte sono le barriere coralline dei fondali ad acqua fredda che sono minacciate causa la pesca a strascico. Per questo l'UNEP lancia un appello ai 40 paesi che controllano questi fondali di corallo al fine di salvaguardarli.

Greenpeace per l'occasione chiede un'immediata moratoria sulla pesca a strascico che con le lunghe reti, rette da strutture di metallo pesanti anche 10 tonnellate l'una, lasciano dietro di loro il deserto. Non vengono distrutti solo i coralli delle acque fredde che hanno impiegato centinaia di anni a crescere, e le specie che da essi dipendono, ma è la topografia stessa dei fondali a cambiare per sempre. Tra i veri rischi secondo Greenpeace è che molte specie dei fondali oceanici scompariranno prima di poter essere identificate. Rispondendo a un appello dell'Istituto per la conservazione del mare, si sono uniti alla stessa richiesta. A Roma il WWF organizza lunedì 7 giugno un incontro con l'esperto Sergi Tudela, biologo marino e coordinatore del settore pesca dell'Ufficio Mediterraneo del WWF Internazionale. Il Mediterraneo, il più grande mare "chiuso" del mondo, è minacciato dalla crescita demografica delle popolazioni rivierasche (133 milioni di persone nel 1985, 217 milioni previste nel 2025), dallo sovrasfruttamento delle risorse ittiche per fini commerciali e l'inquinamento da idrocarburi (680.000 tonnellate di petrolio sversate ogni anno). Attualmente meno dell'1% delle coste del Mediterraneo ha qualche forma di tutela. Il Programma Mediterraneo del WWF Internazionale ha identificato 13 aree che necessitano di urgenti misure di protezione, per ottenere che, nei prossimi 10 anni, almeno il 10% delle aree marine e costiere sia protetto.

In occasione della manifestazione "Sapore di Mare", rassegna sulle tecnologie per la pesca professionale e per l'itticoltura, la Lega Anti Vivisezione ha organizzato una conferenza stampa per illustrare il grave pericolo del depauperamento dei mari, il conseguente sviluppo dell'itticoltura intensiva, altamente inquinante. La LAV chiede al Parlamento italiano e alle istituzioni comunitarie l'emanazione di un regolamento chiaro sugli impianti di itticoltura partendo dal punto di vista dei pesci allevati; inoltre viene chiesta una legge che disciplini i metodi di uccisione di questi animali al fine di ridurne la sofferenza e una scelta decisa verso la protezione della fauna acquatica e l'impegno a bloccare lo sfruttamento dei mari. Dalla LAV parte anche un messaggio anche di critica per le parole degli organizzatori della manifestazione "Sapore di Mare", che definiscono "gestione responsabile e sostenibile delle risorse" in una situazione di allarme overfishing rilanciato ormai da anni sia dalle associazioni ambientaliste che dalle principali organizzazioni mondiali, che hanno posto la questione degli stock ittici da salvaguardare sui tavoli dell'Unione Europea e dell'ONU. "Per tentare di ricostituire le popolazioni di fauna marina, bisognerebbe azzerare le attività di sfruttamento degli animali e dell'ambiente" ha dichiarato Maria Teresa D'Agostino, responsabile nazionale LAV settore Pesca e Itticoltura. [AT]

Altre fonti: Unep

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