Altromercato alla conferenza dell'IFAT del 22-29 giugno Newcastle

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La delegazione di Altromercato ha partecipato alla conferenza internazionale dell'IFAT (federazione internazionale del commercio equo e solidale). La questione del "come favorire l'accesso al mercato" risulta come sempre il tema prioritario e fondamentale in ogni incontro dove vi siano i produttori.

A ciò sono stati dedicati molti gruppi di lavoro (l'Assemblea alternava plenarie e gruppi di lavoro), confermando l'Assemblea di IFAT come luogo di scambio di esperienze e buone prassi fra i produttori per avvicinare il loro primo e fondamentale obiettivo: come meglio accedere al mercato/vendita dei prodotti (questa volta si è parlato molto anche di mercato locale).

Ma questa conferenza a nostro avviso ha segnato anche un momento di "apertura" importante, dando più spazio alla promozione del commercio equo anche attraverso campagne o un'azione politico sociale, che ci ha fatto assai piacere (si è per la prima volta parlato del Forum Sociale Mondiale, vedi oltre; ed è stato presentato un documento sulla prossima
conferenza WTO di Cancùn). A nostro avviso le conferenze di IFAT continuano ad essere poco permeabili ad eventi esterni (per esempio: la guerra, la globalizzazione), ma capiamo anche che se questi temi sono per noi del Nord molto scontati, per olti produttori continua ad essere prioritario (in quanto occasione unica) il momento di confronto sui temi interni al com.e.s. e connessi alla commercializzazione dei loro prodotti ed allo sviluppo del mercato.

CTM - Altromercato presenti Giorgio Dal Fiume, Stefano Magnoni, Paolo Brichetti e Luisa Zampieri (responsabile Unità artigianato) ha svolto durante la settimana di lavoro moltissimi incontri: la maggioranza tecnico-operativi, ma anche di approfondimento delle reciproche esperienze, di discussione sul com.e.s. in generale. Tra le tante cose, sulla base di tanti incontri e confronti diretti, ci "portiamo a casa" un dato preciso: per i produttori sempre più la continuità della
relazione importatore/produttore è determinante, più del "prezzo equo"; anzi, per meglio dire: il prezzo equo è costituito oltre che ovviamente da aspetti quantitativi (il "fair price") anche e soprattutto (cose CTM - Altromercato sostiene da tempo) dal poter contare su elazioni di
lunga durata. Questo è ciò che i produttori ci chiedono con insistenza; questo è ciò che permette loro di dare sostenibilità futura alla loro progettualità sociale; questo è il principale valore che loro identificano negli importatori fair trade: la garanzia di poter progettare assieme, e di poter contare sul non essere abbandonati. Se noi chiediamo a loro per poter garantire relazioni continuative (cosa che CTM - Altromercato ha formalizzato tra i propri criteri operativi) rispetto dei criteri del com.e.s. e qualità produttiva, loro ci chiedono
non solo di lavorare per l'ampliamento del mercato del com.e.s., ma anche di avere una capacità organizzativa in grado di pianificare gli acquisti e lo sviluppo prodotti, tale da non lasciarli in balia del mercato o di ordini estemporanei, il che si tradurrebbe anche nel rimanere loro estranei alle nostre scelte ed alle motivazioniper cui un anno si acquista, l'anno dopo non più. Ci sembra un dato importante su
cui riflettere.

Tra i vari workshop, due hanno riguardato direttamente CTM -
Altromercato: 1) "gestire la crescita: il caso di CTM - Altromercato", coordinato da Paolo Brichetti; 2) "partecipazione al Forum Sociale Mondiale (India 2004)", coordinato da Giorgio Dal Fiume. Il primo seminario, ripetuto in due sessioni è stato un importante momento di presentazione del Consorzio a livello mondiale. (Per il secondo vedi in
dettaglio il punto seguente).

4) IFAT al Forum Sociale Mondiale (assieme a CTM - Altromercato)
IFAT parteciperà ufficialmente al prossimo Forum Sociale Mondiale (Mumbai, India, 16-21 gennaio 2004). Questo è il risultato del relativo workshop che abbiamo coordinato. E' un risultato che ci dà molta soddisfazione, essendo CTM - Altromercato tra le pochissime organizzazioni del commercio equo e solidale mondiale ad aver partecipato da subito e con convinzione a tale evento, dove oramai molti parlano di economia sociale e di fair trade, nella generale assenza
delle organizzazioni del fair trade. Crediamo sia una grande opportunità di promozione del nostro messaggio, di relazione con altre organizzazioni e network, di contaminazioni (tra ovviamente limiti e contraddizioni) positive, ancor più in India ove le organizzazioni di produttori del com.e.s. sono così numerose.
Si è costituito un piccolo gruppo di lavoro (di cui CTM - Altromercato fa parte), coordinato da un membro del direttivo IFAT e con la convinta presenza dei rappresentanti dell'Indian e dell'Asian Fair Trade Forum, che cercherà di portare avanti i tre obiettivi operativi che ci si è dati:
a) realizzare nel WSF un "villaggio del commercio equo e solidale"
b) promuovere contenuti ed obiettivi del fair trade attraverso conferenze e seminari
c) promuovere il commercio equo ed IFAT attraverso iniziative mirate (utilizzo prodotti fair trade, materiali di divulgazione, contatti con istituzioni⅀).

Abbiamo messo in comunicazione i partner indiani di IFAT con i
rappresentanti indiani del Comitato Internazionale del WSF, ed
attendiamo gli sviluppi: non sarà un lavoro facile, ma che riteniamo valga la pena intentare.

Ne approfittiamo anche per informare che CTM - Altromercato è direttamente coinvolta nell'organizzazione del Forum Sociale Europeo (Pairgi/Saint Dènis, novembre 2003) sui temi del fair trade e dell'economia sociale. Come l'anno scorso abbiamo partecipato e partecipiamo agli appuntamenti europei e nazionali in preparazione del programma del FSE, con l'obiettivo di promuovere nelle conferenze e attraverso seminari mirati promossi da una rete europea di organizzazioni del com.e.s. e dell'economia sociale, di cui per l'Italia oltre a noi fanno parte Lilliput, Roba, Equomercato ed AssoBdM i nostri contenuti e le connessioni con le altre tematiche del Forum. Un lavoro impegnativo, che già abbiamo coordinato l'anno scorso, che crediamo particolarmente interessante per la rete italiana delle Botteghe del Mondo.

++++++++ IFAT: chi, cosa, perché è importante +++++++++

Il nuovo marchio mondiale di accreditamento delle organizzazioni di commercio equo e solidale IFAT nasce nel 1989, ed è l'unica struttura del commercio equo mondiale che rappresenta direttamente le organizzazioni di commercio equo. Sta ampliando le sue dimensioni: oltre 200 membri, in rappresentanza di 55 paesi (tutti e 5 i continenti, Australia inclusa), dei quali oltre 130
produttori (oltre 50 gli importatori), la grande maggioranza di
artigianato. IFAT è "governata" da un Direttivo composto da 5 membri eletti in Assemblea (in rappresentanza di ogni continente), più eventuali "consulenti" cooptati. A Newcastle, con nostra grande soddisfazione, è stato rieletto all'unanimità ome presidente di IFAT RUDI DALVAI, già presidente dal 2001, tra i fondatori di CTM - Altromercato, ove tuttora opera come direttore dell'Unità Progetti: ne siamo molto orgogliosi!

A nostro avviso, l'importanza di IFAT è determinante per il movimento del commercio equo: 1) è l'unica organizzazione mondiale di rappresentanza del com.e.s. (Flo è un ente di certificazione), sono infatti presenti sia gli importatori, sia i produttori che (benché in misura minore) le reti di BdM; 2) è costituita nella grande maggioranza da produttori (anche se ancora pochi i produttori di alimentari); 3) è luogo di confronto tra le organizzazioni del com.e.s. su criteri, operatività e prospettive, e 4) specialmente per i produttori è un luogo
di autorganizzazione attraverso i "forum regionali" (molto attivo quello asiatico, meno, per ora, gli altri).

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