Alluvione in Pakistan: lanciata la raccolta fondi italiana di Agire

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Inizia anche in Italia la mobilitazione delle organizzazioni non profit per il Pakistan colpito dalle recenti alluvioni. "Agire", il network per le emergenze di cui fanno parte 11 ong, ha lanciato una campagna per la raccolta fondi per soccorrere le persone colpite dalle alluvioni.

"Dopo oltre un mese di piogge monsoniche continue, il Pakistan è in ginocchio" - riporta il comunicato di Agire. Quaranta milioni di persone, su una popolazione totale di 160, sono state colpite da quella che le Nazioni Unite hanno definito ‘una catastrofe paragonabile al terremoto di Haiti e allo Tsunami del 2004’. Le alluvioni e lo straripamento dei maggiori fiumi del paese hanno portato con sè 300 mila abitazioni lasciando alle loro spalle milioni di sfollati e una scia di distruzione. Un dramma destinato a crescere nelle proporzioni dato che molte aree ancora non sono state raggiunte dagli aiuti internazionali".

Mentre le organizzazioni umanitarie cercano di allestire campi profughi e rispondere ai bisogni primari della popolazione, il rischio di epidemie e malattie è in continuo aumento. Tre milioni e mezzo sono, secondo l’UNICEF, i bambini oggi esposti al colera e ad altre malattie infettive, con centinaia di migliaia di persone che non hanno accesso all’acqua potabile.

Nonostante la scarsa attenzione mediatica dovuta al periodo di vacanze, le organizzazioni di Agire sono in prima linea sin dai primi giorni per rispondere ai bisogni delle popolazioni colpite. In modo particolare sono presenti ActionAid, Cesvi, Save the Children, Intersos e Vis con specifici interventi nei doversi distretti alluvionati.

"In queste settimane non abbiamo visto spazi concreti nei media per lanciare una campagna di comunicazione. In Italia i giornali e i TG si sono limitati a coprire la notizia. Non c’è stata proporzione fra l’entità della catastrofe e l’attenzione che ha ricevuto nel nostro Paese" - ha dichiarato a Vita online Marco Bertotto, direttore del network Agire. Una nota ripresa anche dal presidente del Cesvi. "I mass media hanno parlato delle inondazioni da un punto di vista meteorologico, dei cambiamenti climatici. O dei turisti italiani eventualmente coinvolti. Non c’è sul campo un solo inviato dall’Italia per raccontarci le sofferenze di milioni di persone" - ha commentato Giangi Milesi, presidente del Cesvi.

Dopo la visita del Segretario generale, Ban Ki-moon, le Nazioni Unite hanno richiamato all'attenzione della comunità internazionale la grave emergenza delle popolazioni colpite dall'alluvione in Pakistan. "Sono necessari fondi per 460 milioni di dollari per venire incontro alle necessità minime di sei milioni di persone colpite dalle inondazioni. Ma al momento sono stati promessi e raccolti solo poco più di un quarto dei fondi richiesti" - riporta una nota dell'OCHA, l'Ufficio dell'Onu per gli affari umanitari.

Per quanto riguarda i governi, finora hanno stanziato aiuti gli USA (76 milioni di dollari), l’Unione Europea (70milioni di euro), l’Arabia Saudita (105 milioni di dollari) - riporta Vita online. Per quanto riguarda gli aiuti ufficiali messi a disposizione dal Governo italiano, il Ministero degli Affari esteri riporta in una nota che finora è stato stanziato poco più di un milione di euro (per l'esattezza 1,33) di aiuti diretti, oltre a due contributi sul canale multilaterale alla Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezza Luna Rossa (400mila) per sostenere le attività di assistenza in favore di circa 25mila famiglie e un contributo (600mila euro) in favore del World Food Programme per l’assistenza alimentare d’emergenza. "E’ invece in fase di formulazione un’iniziativa bilaterale del valore di 1,5 milioni di euro, che identificherà interventi in linea con quanto segnaleranno le autorità pakistane e che coinvolgerà, per la loro realizzazione, le ONG italiane presenti in loco" - riporta la Farnesina.

Per quanto riguarda l'Italia va anche ricordato l'intervento da parte della Caritas Italiana che attraverso il suo network internazionale sta soccorrendo la popolazione con specifici campi, distribuendo tende, cibo, articoli non alimentari di prima necessità e garantendo assistenza sanitaria e medica. Padre Erik Dayalm, responsabile organizzativo della Caritas pachistana, ha smentito all'agenzia Misna le presunte discriminazioni nella distrubuzione dei soccorsi riportate nei giorni scorsi da alcuni organi di stampa italiani. "Finora – sostiene il responsabile della Caritas non ho visto scorrettezze nella distribuzione degli aiuti: il Pakistan è un paese a grande maggioranza musulmano, ma soprattutto nel Sind le fedi sono abituate a convivere". [GB]

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