Algeria: Amnesty denuncia il perdurare di violenze e torture

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Mentre ad Algeri era in corso una riunione interafricana contro il terrorismo e il crimine organizzato, una pattuglia di militari algerini è caduta un'imboscata tesa da un gruppo armato islamico nel massiccio del Djebel Louh, a oltre 150 chilometri da Algeri. Ne da notizia l'agenzia Misna secondo la quale l'attacco viene attribuito al Gruppo islamico armato Gia, di Rachid Abou Tourah.

E' un'ulteriore conferma di quanto appare in un recente Rapporto dal titolo "Algeria: Steps towards change or empty promises?" di Amnesty International che sottolinea come nonostante le continue promesse e la parziale attuazione di alcune riforme legislative, la situazione dei diritti umani in Algeria continui ad essere grave. Ogni mese fino a 100 persone sono uccise dai gruppi armati, dalle forze di sicurezza e dalle milizie dello Stato, la tortura è una pratica diffusa e violenze ed impunità continuano ovunque nel paese.

 

Rapporto di Amnesty International
Algeria: Steps towards change or empty promises?
Algeria Interface:
Mappa delle violenze in Algeria

Nel comunicato di presentazione del Rapporto in Italia, Amnesty chiede alla Presidenza italiana dell'UE di occuparsi urgentemente del perdurare della grave situazione dei diritti umani in Algeria sopratutto in vista della prossima ratifica dell'Accordo di associazione euro-mediterranea firmato ad aprile 2002

Importante testimonianza sulla situazione algerina è la prossima pubblicazione da parte di Reporter Sans Frontier de "Il libro nero dell'Algeria". Il libro raggruppa le testimonianze di diverse organizzazioni per la difesa dei diritti umani e delinea un profilo della drammatica realtà algerina dei nostri giorni: dal 1992 vi sarebbero stati tra i cento e i duecento mila morti e sono migliaia le persone torturate o detenute in segreto.

Continua, intanto, la Campagna per la liberazione di Salah-Eddine Sidhoum, il medico, attivista per i diritti umani che da 9 anni vive in clandestinità. L'attivista deve fuggire sia dal Gruppo Islamico Armato (Gia) che l'ha inserito nella sua lista nera e ne ha pianificato l'assassinio, sia da una condanna a 20 anni di prigione per "atti di terrorismo". Il verdetto è stato emesso nel 1997 con un processo sommario e l'imputato contumace (in fuga dal GIA). La campagna internazionale chiede sicurezza per Sidhoum e la sua famiglia ed il diritto ad un giusto processo. [GB]

Altre fonti: Algeria watch, Reporters Sans Frontières.

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