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Africa: il lento cammino verso l'Unione
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Il vertice dell'Unione africana (Ua), chiusosi pochi giorni fa a Maputo (Mozambico), ha scatenato in Zimbabwe aspre polemiche da parte dell'opposizione sulla nomina di Robert Mugabe a vice-presidente del comitato per l'Africa meridionale. Il Movimento per il cambiamento democratico (Mdc) ha parlato di un "grave affronto verso la sofferenza patita da molti cittadini dello Zimbabwe sotto la presidenza di Mugabe". L'Ua è accusata inoltre di non aver preso in considerazione la grave crisi economica e politica in corso nel Paese dell'Africa Meridionale.
Durante il summit di Maputo, alla guida della Commissione dell'Unione è stato chiamato il presidente del Mali Alpha Oumar Konaré, una sorta di 'Romano Prodi' africano. E proprio il presidente della Commissione europea è intervenuto ad illustrare la posizione di Bruxelles nei confronti dell'Africa, sottolineando la necessità di "una politica che deve superare la logica delle beneficenza, consentendo a quei popoli di prendere in mano il proprio destino". Una dichiarazione accolta con scetticismo da alcuni dei quaranta capi di Stato presenti al vertice, alla luce delle frequenti politiche portate avanti autonomamente in Africa dai governi europei, soprattutto dalle ex potenze coloniali, in nome dei propri interessi. Critiche sono state rivolte dalla stampa africana contro il presidente degli Usa George W. Bush che ha disertato il summit di Maputo nonostante la sua presenza in Africa e contro la politica bilaterale di Washington contrapposta al rapporto multilaterale della Commissione europea.
Il clima del vertice è stato caratterizzato da un cauto ottimismo, pur nella convinzione che finché vi saranno regimi totalitari o forme dubbie di governo, è improbabile che si riesca a realizzare, a livello panafricano, un salto di qualità davvero significativo, capace di incidere sulla vita della gente. Un'altra questione riguarda i finanziamenti dell'Ua, un progetto che prevede un Parlamento continentale, una Banca centrale, una moneta unica. Leader come il sudafricano Mbeki sperano in un rilancio attraverso il Nepad (The New Partnership for Africa's Development), il nuovo partenariato africano, che sarà possibile attuare solo se i tradizionali creditori - Stati Uniti e Unione Europea in testa - sapranno andare al di là della solita 'real-politik', oggi incentrata sul teorema "Trade (Commercio) not Aid (Aiuto)".
Riconoscendo i lenti progressi verso la pace fatti in alcuni Paesi africani come il Burundi, la Costa d'Avorio e il Sudan, il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha ricordato le drammatiche situazioni vissute in Liberia e in
alcune regioni della Repubblica Democratica del Congo, ancora sotto il fuoco delle armi. Annan ha esortato i governi africani a porre la lotta contro l'Aids in cima alle loro priorità e ha chiesto un maggior contributo ai donatori internazionali.
Fonti: Misna, Inter Press Service, Mail and Guardian online;