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Afghanistan: tornano i profughi, ma continuano le violenze
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L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Ruud Lubbers ha oggi espresso soddisfazione per il ritorno di oltre 3 milioni di afghani nel proprio paese durante gli ultimi due anni, ma ha anche ammonito che solo un'assidua attenzione alle necessità di sicurezza e al processo di ricostruzione potrà fare in modo che i molti altri che ancora si trovano fuori dell'Afghanistan possano rientrare nel paese.
Rivolgendosi ai rappresentanti dei governi presenti alla conferenza internazionale sulla ricostruzione in Afghanistan, Lubbers ha affermato che "il rimpatrio di milioni di persone dimostra la fiducia degli afghani nei confronti del proprio governo e che in molte aree del paese è stata ripristinata una situazione di stabilità, dopo la caduta del regime talebano alla fine del 2001". L'Alto Commissario ha ammonito che, perché i rimpatri possano proseguire e siano evitate nuove tensioni tra i gruppi etnici, l'Afghanistan ha bisogno di assistenza per uno sviluppo di lungo periodo. Lubbers ha inoltre rilevato che il rimpatrio, soprattutto quello di gruppi etnici minoritari, ha
costituito un importante elemento di incoraggiamento della convivenza e del processo di costruzione della pace. Finora quest'anno circa 65mila rifugiati afghani sono rientrati nel proprio paese, soprattutto dall'Iran. Il ritmo dei rimpatri dal Pakistan è aumentato rapidamente dalla ripresa del programma di assistenza al rimpatrio, all'inizio del mese di marzo. Oltre 30mila rifugiati si sono già registrati per rimpatriare, un numero decisamente superiore al numero di rimpatri avvenuti dal Pakistan nello stesso periodo dello scorso anno.
Continuano però le azioni di guerriglia da parte dei miliziani islamici e le notizie di scontri, attacchi ed imboscate sono quasi quotidiane - riporta Warnews. L'agenzia di informazione indipendente segnala che nei giorni scorsi cinque soldati afghani sono stati catturati ed uccisi da miliziani talebani; tre bambine sono state avvelenate per aver frequentato una scuola. Negli scorsi mesi alcune scuole erano state attaccate e date alle fiamme, ma non erano mai stati rivolti attacchi nei confronti degli studenti. Le condizioni di vita per la popolazione civile sono sempre più difficili, stretta tra i ripetuti scontri tra le forze della coalizione e quelle talebane e l'insicurezza che avvolge ogni aspetto della vita quotidiana. "E' questa la realtà con cui deve quotidianamente convivere la popolazione afghana, per cui le condizioni di vita - a due anni dalla caduta del regime talebano - sono sempre più dure" - afferma Warnews. A fronte dei continui attacchi dei talebani e della necessità di impiegare i propri militari in Iraq, gli Usa starebbero pensando di ritirare parte delle truppe
Una buona notizia giunge invece dalla "Campagna Internazionale per la messa al bando delle mine" (ICBL) che si è oggi complimentata con l'Afghanistan per l' impegno profuso nel divieto alle mine antiuomo e ha esortato a proseguire negli sforzi di promuovere il divieto di mine tra i vicini paesi asiatici. I dirigenti della Campagna, Premio Nobel per la Pace nel 1997, si trovano a Kabul per il loro incontro regionale, aperto oggi dal vicepremier afgano Amin Arsalah. L'Afghanistan ha aderito nel 1997 al Trattato per la messa al bando delle mine, o Convenzione di Ottawa, l'11 settembre 2002 e sta ora lavorando intensamente per far fede all'accordo. Soltanto meno della metà dei paesi dell'area asiatico-pacifica, e pochissimi paesi centroasiatici, hanno aderito al trattato. Solo due dei paesi vicini dell'Afghanistan,Tajikistan e Turkmenistan, l'hanno sottoscritto.
Negli ultimi anni le donazioni nel Paese per la causa antimine si sono quadruplicate, e come risultato l'obiettivo di un Afghanistan libero dalle mine è ora realizzabile non più entro decenni bensì entro anni. Ad eccezione di due province il paese è contaminato dalle mine, disseminate su un'area di oltre 780 kmq comprensiva di città e villaggi, pascoli e strade. Ad oggi è stata sminata una superficie di circa 260 kmq. [GB]
Altre fonti: Warnews.