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Action for peace: oggi 'Giornata globale di azione per la Palestina'
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"L'attacco israeliano su Gaza, con la sua scia di orrore, sangue e distruzione, ha riportato alla ribalta quella che Nelson Mandela ha definito la questione morale numero uno del mondo: la Palestina". Per richiamare l'attenzione sul dramma palestinese, oggi, 30 marzo in occasione della "Giornata della terra in Palestina" la rete 'Action for Peace' promuove la "Giornata globale di azione" a sostegno della campagna BDS.
"L’assedio e i bombardamenti, le uccisioni dei civili, l’uso di armi illegali, l’occupazione illegale di territori palestinesi, la costruzione del muro che evidenzia un regime di apartheid, la discriminazione verso i cittadini e cittadine palestinesi di Israele, la distruzione dei campi coltivati, le limitazioni all’accesso ai servizi essenziali (acqua e elettricità, istruzione e sanità) sono gravi violazioni del diritto internazionale e crimini contro l’umanità" - riporta il comnunicato della rete 'Action for peace'. "Nessun bisogno di sicurezza autorizza e giustifica questi comportamenti" - sottolinea la rete nel ribadire che "come ogni altro Stato del mondo responsabile di tali violazioni Israele non deve godere dell’impunità finora concesse"
Per questo 'Action for Peace' invita ad aderire alla campagna per il boicottaggio, il disinvestimento, le sanzioni nei confronti di Israele 'Boycott divestement sanctions'. Si tratta di una campagna "istituzionale", cioè - spiega la rete - non è indirizzata alle persone, ma "alla politica di Israele, finché non rispetterà il diritto internazionale"; è una campagna che "si adatta al contesto": chi aderisce decide le pratiche più adatte da adottare nella propria società; ed infine la campagna "mira ad informare le persone sull'illegalità della colonizzazione e dell'occupazione, del muro e dell'apartheid in Palestina, sui crimini commessi contro la sua popolazione".
'Action for Peace' pone inoltre all'attenzione la "questione militare" perché - afferma la nota - "il "business" delle armi non è un qualsiasi "affare", ma distrugge vite e civiltà; aziende italiane e multinazionali cooperano con quelle israeliane che producono armi". Israele, inoltre, è "l'unico paese in Medio Oriente a detenere armi nucleari, anche se non lo ammette, e non ha firmato il Trattato di non proliferazione nucleare" e - richiamando quanto denunciato da diverse associazioni umanitarie - nell'operazione "Piombo fuso" (dicembre 2008 - gennaio 2009) "Israele ha commesso a Gaza crimini di guerra - denunciati internazionalmente - e sperimentato armi micidiali, oltre che illegali, come le bombe al fosforo, le Dime (esplosivo con metallo inerte denso), oltre all’uranio impoverito nelle testate di bombe e missili".
Vi è inoltre - prosegue la nota - nel caso dell'Italia un "redditizio commercio delle armi che avviene spesso in violazione delle norme esistenti, come la legge 185 e il Codice di condotta europeo". In una recente lettera al Ministro degli Esteri, Amnesty Italia e Rete Disarmo hanno chiesto al Governo italiano di sospendere i trasferimenti e tutte le autorizzazioni all'esportazione di armi italiane verso Israele. Inoltre sottolinea 'Action for Peace' "il nostro Governo ha stipulato nel 2003, e il Parlamento ha votato nel 2005, un 'Accordo quadro di cooperazione militare con Israele' che rende di fatto il nostro paese complice della politica israeliana di distruzione e di guerra"
Action for Peace aderendo alla "Giornata di azione globale" promossa dal Forum Sociale Mondiale (FSM) invita ad aderire al ricorso depositato presso la Corte Penale Internazionale da 40 avvocati di vari paesi per il riconoscimento di Israele come responsabile di crimini di guerra. In Italia la campagna propone iniziative nelle fabbriche che cooperano con aziende israeliane nella produzione militare. Ed invita ad un'azione di pressione sul Governo italiano, attraverso una petizione online, per chiedere la sospensione dell'accordo di cooperazione militare tra Italia e Israele finché Israele non rispetti il diritto internazionale e i diritti umani della popolazione palestinese.
"L'accordo - sostiene 'Action for Peace' - rafforza l'apparato militare di un Paese il cui governo si è macchiato di gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale, e contrasta anche con il parere della Corte Internazionale di giustizia dell'Aja (9/7/2004), che ha ribadito che tutti gli Stati terzi, ed in particolare gli Stati che hanno ratificato la IV Convenzione di Ginevra del 1949 (come l'Italia), "sono obbligati, nel rispetto della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale, a far rispettare il diritto internazionale umanitario, incorporato in questa convenzione, da parte di Israele". [GB]