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Acqua: diritto di pochi e molto ricchi
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La Coca Cola e la Pepsi stanno entrando nel settore della commercializzazione dell'acqua che conta già giganti come Danone e Nestlé, o la francese Suez-Lyonnaise. Un'impresa USA, la McCurdy Enterprises, ha espresso la volontà di voler commercializzare (ed esportare) l'acqua dei Grandi Laghi. La banca svizzera Picter ha lanciato un fondo d'investimento con titoli legati al business dell'acqua, ipotizzando rendimenti eccezionali proprio grazie allo sviluppo del settore privato. Nel marzo 2000 i ministri dei circa cento Stati presenti al 2° Forum Mondiale dell'Acqua hanno firmato una dichiarazione in cui si affermava che l'acqua deve essere considerato un bisogno, e non un diritto, e che deve avere un valore di mercato, cioè un prezzo calcolato e definito sulla base del costo totale di produzione. E di acqua si parla quando si analizzano le condizioni di lavoro sui mercantili, che secondo la Commissione Internazionale sulla Navigazione (Icons), sono simili allo schiavismo in quanto i marinai sono sottoposti ad orari di lavoro estenuanti, senza tempo libero e spesso senza la possibilità di sbarcare a terra. In Italia è attiva la campagna "L'acqua bene comune dell'umanità", una serie di iniziative a carattere formativo ed informativo.
Pubblicato il: 31.12.2001
" Fonte: » Promiseland, Kontrokultura, Altreconomia, Cipsi;
" Approfondimento: » Contratto Mondiale sull'acqua, Guida Acqua;