#ATrentoVolo: il 2024 di Trento Capitale Europea del Volontariato

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Immagine: Trentovolo.capital

“Non ci può essere dono più grande di quello di dare il proprio tempo e la propria energia per aiutare gli altri senza aspettarsi nulla in cambio”.

Questa citazione, attribuita a Nelson Mandela, sintetizza forse il vero spirito del volontariato. Il nostro tempo, il bene più prezioso, è dedicato allɜ altrɜ, in uno tra gli atti più altruistici che possiamo fare per la comunità. Attraverso lo sforzo condiviso, il contributo reciproco e la gioia di fare e stare insieme, il volontariato diventa uno strumento per arricchire lo spirito della collettività e costruire una società migliore.

Ormai è risaputo: il 2024 sarà l’anno di Trento Capitale Europea del Volontariato. In un momento cruciale per la comunità e il territorio trentini, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inaugurato il 3 febbraio quello che si prospetta un anno ricco di eventi e pregno di significato.  Ne parliamo con Maddalena Recla, del Centro Servizi Volontariato Trentino e membro della Cabina di Regia Trento Capitale Europea del Volontariato.

Cos’è una “Capitale Europea del Volontariato”?

MR: “Capitale Europea del Volontariato” è un titolo istituito nel 2013 dal Centro Europeo del Volontariato di Bruxelles (CEV nda), un ente che ha lo scopo di promuovere i valori di democrazia e solidarietà legati al volontariato, sia a livello europeo, che a livello locale. L’idea con cui è stata lanciata questa iniziativa, quindi, è stata proprio quella di rafforzare e promuovere le attività di volontariato a livello locale. Trento è la decima città ad ottenere questo titolo. Negli anni, si sono alternate Berlino, Lisbona, Danzica, Sligo e anche Padova, nel 2020. 

Perché Trento ha deciso di candidarsi per questo titolo?

MR: È una candidatura frutto di un associazionismo molto forte e radicato. A tal proposito, sappiamo con certezza che i valori legati al volontariato sono molto sentiti su tutto il territorio provinciale. Un fenomeno confermato dai dati, che ci mostrano come, in città, circa una persona su cinque sia impegnata in attività di volontariato, posizionando Trento, la Provincia e la Regione tra i territori con la percentuale più alta di persone attive. Questo è un aspetto che mi sento di sottolineare, perché le iniziative e la carica di “Capitale Europea del Volontariato” non è da intendersi come un titolo che riguarda solo la città di Trento, ma tutto il territorio provinciale. 

A questo proposito, come si è arrivati alla nomina di Trento a “Capitale Europea”?

MR: Il percorso è stato attivato nel 2022 attraverso un processo partecipato e partecipativo, che ha permesso di identificare e costruire i contenuti da inserire nella domanda da sottoporre al CEV.
Innanzitutto, è stato redatto un questionario, diffuso tra più di cinquecento realtà locali, per mappare associazioni, spunti, aree tematiche e campi d’azione. Poi sono stati attivati laboratori di ascolto e altri momenti più operativi, per identificare le sfide principali che il volontariato e il territorio si ritrovano ad affrontare. Possiamo dire, quindi, che quella di Trento è stata una candidatura basata sui dati, ma soprattutto sulle indicazioni e gli stimoli della cittadinanza e delle associazioni di volontariato...

L'intervista di Marzio Fait a Maddalena Recla segue su Abitarelaterra.org

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