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APM: contro la discriminazione di 15 milioni di Kurdi in Turchia
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In occasione del viaggio in Turchia della Cancelliera tedesca Angela Merkel, l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) si è appellata affinché ci si impegni per la fine della discriminazione di 15 milioni dei Kurdi in Turchia e per il riconoscimento paritetico della lingua kurda. "Continua infatti la discriminazione e la repressione nei confronti di giornalisti kurdi, scrittori e altre personalità impegnate politicamente che rivendicano il proprio diritto alla libera espressione d'opinione, come accade a 56 sindaci della regione kurda processati per aver chiesto al governo danese di non proibire, come invece ha fatto il governo turco, l'emittente televisiva satellitare kurda Roj-TV" - nota il comunicato.
Secondo le autorità turche la televisione incita all'odio e sostiene il partito dei lavoratori del Kurdistan che dall'84 si batte per ricavare uno stato curdo nel sud est del paese. Gli accusati rischiano fino a 15 anni di detenzione per "sostegno deliberato" al gruppo fuorilegge Pkk. Il governo di Ankara ha chiesto più volte al governo danese di chiudere l'emittente Roj, che trasmette dalla Danimarca sin dal 2004, e secondo l'atto di accusa essa cita regolarmente i dirigenti del Pkk e riferisce le loro dichiarazioni che incitano alla violenza in Turchia "in conformità con la propaganda del Pkk". L'autorità danese di controllo sui mezzi audiovisivi ha stabilito in gennaio scorso che i programmi della Roj Tv "non contengono istigazioni alla violenza". Anche gli Usa hanno chiesto alla Danimarca la chiusura della Roj-Tv. Il Pkk conduce una lotta armata dal 1984 che ha causato oltre 35 mila vittime: Stati Uniti e Unione europea considerano il Pkk un'organizzazione terroristica.
L'associazione bolzanina chiede che la Turchia ponga fine alla discriminazione della popolazione kurda da parte delle autorità provinciali turche, dei tribunali e dei dipendenti pubblici, e smetta il boicottaggio nei confronti della vicina regione kurda irachena. "L'introduzione e l'uso paritetico della lingua kurda accanto a quella turca, nelle scuole, università, nei mezzi di informazione e in ogni altra sfera della vita pubblica della regione kurdofona, nel sudest del paese, potrebbe costituire un primo passo verso la soluzione della questione kurda in Turchia. Finora la Turchia ha intrapreso unicamente misure simboliche verso il riconoscimento della lingua kurda che in pratica non hanno comportato nessun risultato visibile". La Turchia, che intende entrare nell'Unione europea, è stata più volte richiamata da Bruxelles a rispettare i diritti delle minoranze, in particolare dei 12 milioni di curdi. [GB]