AIDS: oltre i pregiudizi religiosi e politici

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A Kuala Lumpur in Malaysia dal 19 al 23 maggio si riuniscono i rappresentanti dei Paesi islamici per discutere sul ruolo della comunità musulmana nella lotta all'Aids.

Alla conferenza, che è la prosecuzione del primo congresso su Islam e Aids svoltosi in Uganda nel 2000, sono presenti 300 delegati provenienti da 38 nazioni musulmane. Obiettivo primario delle consultazioni vericare la realizzazione di un network specifico per i paesi musulmani sui temi dell'Aids. Si tratta di affrontare il problema della prevenzione e della cura, in base ai principi e agli insegnamenti della religione islamica.

Riguardo al drammatico problema dell'Aids nei Paesi in via di sviluppo, numerose Ong si stanno in questi tempi battendo per uscire dalla strategia esclusivamente preventiva attuata principalmente dalle grandi agenzie internazionali: la Comunità di Sant'Egidio come anche il Cesvi stanno affiancando alla prevenzione la terapia, nella convinzione che è necessario salvare oltre che prevenire, guadagnando un nuovo tempo alla vita per quante più persone possibile.

In Italia invece ha suscitato forti contestazioni il gadget che la campagna elettorale di "Azzurro donna" di Pescara, settore femminile di Forza Italia regala ai giovani. Si tratta una scatoletta con preservativo su cui c'è scritto "NO ai DS - DIFENDITI". La LILA (Lega Italiana per la lotta contro l'AIDS) ha denunciato "l'utilizzo caricaturale di una malattia che nulla ha di divertente. Nessuno può permettersi di svalutare o dileggiare un simile problema, soprattutto un partito che nulla fa concretamente per combattere e prevenire l'AIDS". Certo sono ancora oggi pesantemente alimentati luoghi comuni e pregiudizi riguardo alle persone sieropositive o malate di AIDS.

Fonti: Fondation du Present, LILA, Cesvi, Comunità di Sant'Egidio;

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