8 giugno, Bologna: video della campagna Viva Nairobi Viva!

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In questi giorni il traffico, il 'caro-benzina', il "contare di piu' in Europa" sono i temi che appassionano i dibattiti pubblici. E' giusto invece sapere che esistono uomini e donne che lottano per la terra e la dignita'. Il 55% della popolazione di Nairobi (Kenya) vive in baraccopoli che rico-prono solamente il 5,5% del territorio della citta'. I servizi sono pratica-mente inesistenti e consistono in strade sterrate, rudimentali fogne, punti comuni d'acqua e buche per latrine condivise da circa 60 persone. Ogni casa ha 5-6 stanze in ognuna delle quali vive una famiglia; un lenzuolo divide la zona giorno dalla zona notte, il pavimento e' fatto di terra oppure, nei casi migliori, di cemento.

A Korogocho oltre il 65% dei residenti paga l'affitto e il governo puo' "sbaraccare" con un preavviso di 48 ore per poi spianare tutto. Chi abita in baraccopoli vive "in perdita": della terra, della casa, del villaggio ossia degli attributi dell'identita', della relazione e della memoria legati ad un luogo. MARTEDI' 8 GIUGNO ore 21 via S.Sigismondo, 7 il Centro Studi 'Donati' invita alla proiezione di un breve video della campagna contro gli sgomberi delle baraccopoli di Nairobi (15 minuti circa)

Inoltre: distribuzione di materiale informativo e raccolta di adesioni alla campagna "Viva Nairobi Viva!" Denunciamo all'opinione pubblica internazionale che il governo del Kenya ha deciso senza congruo preavviso, ed entro pochi giorni, la demolizione di decine di migliaia di strutture (baracche, scuole, chiese, centri comunitari,
cliniche, mercatini, ecc.) che provocheranno lo sgombero forzato di oltre 354.000 persone da Kibera, Korogocho, Kahawa Soweto, Kamae, Kware, Kamwanya, Kanguku, Kandutu, City Cotton, Mutumba, Kareru, Kirigu, Muria-Mbogo, Mutego, Njiku e altri, tra i più popolati dei 168 slums di Nairobi. Altri sgomberi sono previsti in tutto il
paese. Lo scopo dichiarato dal governo e' la costruzione di tangenziale, ferrovia e l'ammodernamento della rete elettrica ma non sono state offerte alternative ne' compensazioni alle persone, i pii' poveri della citta', che vivono precariamente di lavori informali e piccolo commercio.

La campagna internazionale "Viva Nairobi Viva!" lanciata dai alcune organizzazioni internazionali si propone di fermare le demolizioni e gli sgomberi programmati. Per frenare la decisione del governo del Kenya e per ottenere sistemazioni migliori e' in corso una petizione. La campagna ha finora superato quota 5.000 adesioni e sta dando i suoi frutti: gli abitanti degli slum di Nairobi si sentono meno soli, hanno piu' fiducia nella solidarieta' e la questione e' di dominio pubblico a livello nazionale ed internazionale. Perciò il governo del Kenya e' stato costretto a fermare temporaneamente le demolizioni, anche se non si decide ad imboccare la via che in molti stiamo indicando, cioe' la ridiscussione dei piani urbanistici e di messa in sicurezza degli slum partendo dai diretti interessati.

Si sono occupati del caso gli istituti missionari in Italia e all'estero, ONG italiane ed europee e giornali come 'Repubblica', 'The Guardian' e 'Daily Nation'

Per firmare l'appello cliccare su: http://www.unimondo.org/appellonairobi/

Per altre informazioni:
http://www.habitants.org/IAI
http://www.oneworld.net/article/view/86939/1/
http://www.giovaniemissione.it/mondo/campagnanosfrattohome.htm

Prima dell'incontro ci troviamo alle 19:15 per la celebrazione della S. Messa e
alle 20 per cenare tutti insieme.

Fonte: Centro Studi Giuseppe Donati

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