18.000 gli iracheni che restanno a secco

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A lanciare l'allarme sull'emergenza ambientale e sanitaria in Iraq è Legambiente con il cartello di associazioni del Tavolo della Solidarietà con le popolazioni irachene che raggruppa 31 associazioni e organizzazioni non governative italiane.

Come ci sta già dimostrando il caso di Bassora, la mancanza d'acqua sta mettendo in ginocchio il già precario sistema sanitario iracheno, facendo prevedere un aumento di infezioni respiratorie, ma anche di quelle cutanee, da streptococco e stafilococco. Stando alle stime dell'Oms, solo il 39% della popolazione sarà servita da acqua su base razionata, per un breve periodo e a seconda della disponibilità di combustibile, da parte degli impianti di trattamento che dispongono di generatori. Forti sarebbero tuttavia le disparità di accesso fra le aree urbane e quelle rurali, dato che nelle prime il 70% degli impianti ha capacità di funzionamento in emergenza, nelle seconde solo l'11%. Quindi saranno innumerevoli le difficoltà nel procedere all'assistenza sanitaria che potrebbe riguardare (sempre secondo stime Onu) circa 8.710.000 persone che non potranno beneficiare neanche di strutture di servizi igienici e sanitari.

"Non solo, - precisano le associazioni - l'acqua potabile poi se erogata solo poche ore al giorno ristagna nei tubi accrescendo il rischio di propagazione del colera. Inoltre il tasso "fisiologico" di mortalità per il colera, che è inferiore all'1% in condizioni di adeguato trattamento medico, può sfiorare il 6% in condizioni disagiate".

Alcuni microrganismi, infatti, possono risultare patogeni per l'uomo. Essi arrivano al corpo idrico attraverso le feci e le urine di portatori infetti. Quelli trasmessi con maggior frequenza sono responsabili di gravi patologie batteriche (tifo, dissenteria, colera) o virali (enterovirus, epatite), che possono provocare anche gastroenteriti anche mortali, come il tifo e il colera.

Il cartello di associazioni ha dato vita al Tavolo della Solidarietà con le popolazioni irachene, proposto da 'Un ponte per' con lo scopo di portare soccorso ai civili. "Uno strumento per individuare le priorità di lavoro e fare fronte alla situazione umanitaria. - spiegano le associazioni -Tra i vari progetti c'è proprio la manutenzione e la riabilitazione delle centrali di potabilizzazione di acqua a Bassora. I tempi sono ristrettissimi a questo punto è necessaria un'accellerazione nel far confluire aiuti umanitari nelle zone disagiate dal conflitto e nuovi impegni internazionali per iniziative di pace".

"Chiediamo infine - conclude il cartello delle 31 - che l'Italia si attivi urgentemente nelle sedi internazionali per ottenere l'immediato ripristino della distribuzione di acqua potabile a Bassora ricordando che l'interruzione del servizio è una palese violazione della convenzione di Ginevra sulla protezione dei civile nei conflitti".

Per sostenere le iniziative del Tavolo è stato attivato un conto corrente (507020), con intestazione a Solidarietà Iraq.

In ultima battuta le Associazioni ricordano la manifestazione nazionale per la pace di domani, sabato 29 marzo a Roma.

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