10 ottobre: Giornata mondiale contro la pena capitale, stop esecuzioni di minorenni

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In occasione della Giornata mondiale contro la pena di morte - che si è celebrata ieri sabato 10 ottobre - la Coalizione mondiale per l'abolizione della pena capitale ha lanciato un pubblico appello - che si può sottoscrivere online - ai quattro paesi che ancora oggi mettono a morte minorenni (Arabia Saudita, Iran, Sudan e Yemen) per chiedere di fermare le esecuzioni e allinearsi alla grande maggioranza dei paesi che hanno posto fine a questa pratica.

Nel 2007, sono stati messi a morte undici minorenni (persone che avevano meno di 18 anni al momento del crimine per il quale sono stati condannati): otto in Iran, due in Arabia Saudita e uno in Yemen. In Iran, nel solo 2008, secondo Amnesty International, almeno otto minorenni sarebbero stati messi a morte, mentre Stop Child Executions riporta che centoquaranta si trovassero nel braccio della morte. In Sudan, il Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Sudan riferisce che quattro diciassettenni si troverebbero attualmente sotto processo per avere partecipato agli attacchi di Khartoum, mentre un diciassettenne e un sedicenne sarebbero stati condannati a morte fra il luglio e l'agosto del 2008.

In vista del XX anniversario della Convenzione sui diritti dell'infanzia, che ricorre il prossimo 20 novembre, la settima edizione della Giornata mondiale contro la pena di morte è stata dedicata da Amnesty International in Italia al percorso educativo verso l'abolizione della pena di morte attraverso dibattiti e incontri nelle scuole.

"Oggi il mondo è sempre più libero dalla pena capitale" - sottolinea la nota di Amnesty. Nel 2009, il Burundi e il Togo sono diventati abolizionisti per tutti i reati. Negli Usa, anche lo Stato del New Mexico ha posto fine alle esecuzioni. Ad agosto, il presidente del Kenya ha ordinato la più grande commutazione della storia: 4000 condanne a morte sono state tramutate in ergastolo. Segnali importanti giungono anche dai paesi mantenitori: in Vietnam, ad esempio, sono stati ridotti i reati punibili con la pena di morte.

Sono 139 i paesi che hanno abolito la pena capitale per legge o nella pratica. Di questi, 94 sono abolizionisti per tutti i reati, 10 solo per i reati ordinari e 35 sono classificati abolizionisti nella pratica, poiché non vi si registrano esecuzioni da almeno 10 anni oppure hanno assunto un impegno a livello internazionale a non eseguire condanne a morte.

Europa, solo la Bielorussia continua a emettere ed eseguire condanne a morte. Il 2 ottobre scorso, la Corte suprema ha respinto la richiesta d'appello di Vasily Yusepchuk, condannato a morte per omicidio nel 2009. L'uomo è analfabeta e affetto da ritardo mentale. Amnesty International ha lanciato un appello in suo favore e, alla vigilia della Giornata mondiale contro la pena di morte, chiede con urgenza al presidente Lukashenka che gli sia concessa la grazia e che nel paese venga istituita una moratoria sulle esecuzioni.

Amnesty International si oppone alla pena di morte in modo incondizionato, ritenendola la massima punizione crudele, inumana e degradante. "La pena capitale non ha mai dimostrato di avere un effetto deterrente più efficace di altre punizioni, è un sinonimo di violenza e non una soluzione a essa" - sottolinea l'associazione.

La Coalizione mondiale per l'abolizione della pena capitale e altri gruppi abolizionisti hanno promosso ieri iniziative in ogni parte del mondo. Fondata nel maggio 2002, la Coalizione riunisce 96 organizzazioni per i diritti umani, associazioni legali, sindacati e autorità locali e regionali che agiscono insieme per liberare il mondo dalla pena di morte. [GB]

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