Malaria: Msf lancia l'allarme, l'Oms non fronteggia la realtà

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In occasione della giornata mondiale contro la malaria, che si celebra il 25 aprile, l'associazione umanitaria internazionale Medici Senza Frontiere (MSF) si dichiara gravemente insoddisfatta in quanto i governi dei Paesi ricchi, l'OMS, l'UNICEF e il Global Fund, si rifiutano di ammettere che la strategia globale per la lotta alla malaria sta fallendo. L'OMS ha dichiarato la Malaria, così come l'HIV/AIDS e la tubercolosi, una delle più grandi minacce alla salute pubblica, che minano lo sviluppo nei Paesi più poveri del mondo ma a tutt'oggi uccide tra uno e due milioni di persone ogni anno e ne infetta circa 500 milioni. Circa il 40% della popolazione mondiale, soprattutto chi vive nei paesi più poveri del mondo, è a rischio di malaria e tra i più colpiti sono proprio i bambini. Nell'aprile del 2001 l'OMS aveva raccomandato che i Paesi più colpiti dalla malaria scegliessero medicine più efficaci, visto che le forme più virulente di malaria sono divenute resistenti ai vecchi farmaci nella stragrande maggioranza dei Paesi in cui erano adoperati.

La nuova coraggiosa strategia consisteva nel passare dai vecchi trattamenti inefficaci alle ACT (Artemisin combination therapies), terapie combinate a base di artemisina. La sostituzione di vecchi farmaci con l'ACT potrebbe salvare le vite di bambini e adulti che soffrono di malaria resistente. L'OMS stima che fino a 2 milioni di bambini muoiono di malaria ogni anno e che in Africa ne muore uno ogni 30 secondi. In apparenza, lo spostamento verso farmaci più efficaci contro la malaria sembrava riscuotere successo: più di 50 Paesi molto colpiti hanno deciso di passare alle ACT. Ma c'è una complicazione. Solo 9 dei 33 Paesi africani che hanno deciso di adottare questo cambiamento terapeutico hanno effettivamente accesso alle ACT e solo da poco hanno iniziato a usare questi trattamenti più efficaci contro la malaria.

Dunque, in realtà la grande maggioranza di Paesi sta continuando a usare farmaci che non funzionano più. La gente continua a morire perché la comunità internazionale ha fallito nel diffondere sufficientemente la nuova strategia terapeutica. Dal 2003 MSF ha iniziato ad avvertire che c'era un pericolo di scarsità di farmaci, ma la risposta è stata fallimentare. Nel marzo 2004 l'UNICEF si era impegnata a prendere il comando dell'organizzazione delle forniture di farmaci, ma fin qui ha fallito in questa operazione. Anche il Global Fund si era impegnato a tentare di mettere insieme quantitativi sufficienti di ACT per i Paesi che li richiedono, ma a oggi nessuna azione è stata intrapresa.

Il problema è diventato particolarmente grave in seguito al fallimento dell'accordo Novartis/OMS del 2001 per fornire il Coartem (nome commerciale dell'ACT prodotta dalla Novartis). Anche se Novartis si era impegnata a compiere "tutti gli sforzi ragionevoli" per produrre quantità di ACT sufficienti in base alle previsioni dell'OMS, essi hanno fallito questo mandato e invece stanno razionando drasticamente le quantità di farmaci disponibili per i Paesi più colpiti. Tutti i fornitori di ACT certificati dall'ONU - Cipla (India), Sanofi (Francia), e Novartis (Svizzera) - hanno detto che, per poter assicurare la produzione di quantità sufficienti di ACT hanno bisogno di ricevere quantitativi di ordini garantiti.

La partnership dell'OMS di lotta alla malaria chiamata "Roll Back Malaria" è sottofinanziata; i donatori non rispondono. MSF si chiede se i Paesi finanziatori e il Global Fund si decideranno a finanziare forniture sufficienti di questi farmaci essenziali o se la gente dovrà continuare a morire a causa dell'inerzia dell'UNICEF e del Global Fund. L'unico passo avanti registrato è il recente annuncio di un accordo di collaborazione tra la "Drugs for neglected diseases initiative" (Dndi) e la Sanofi-Aventis per sviluppare un nuovo farmaco, semplice da usare, da vendere nei Paesi in via di sviluppo a meno di un dollaro. La nuova terapia che diventerà disponibile per i pazienti nel 2006, è una combinazione in dose fissa (fixed dose combination/FDC) di due diversi principi attivi: artesunato e amodiquina (AS/AQ). A oggi oltre 30 protocolli nazionali in Africa e Indonesia hanno raccomandato la combinazione di artesunato e amiodaquina nel trattamento di prima linea. Questa combinazione di farmaci può comunque essere usata solo in zone e regioni endemiche dove il tasso di resistenza all'amodiaquina è sotto il 25%. Si stima che 10 milioni di persone potrebbero beneficiare di questo trattamento ogni anno.

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