Aifo: Raoul Follereau a cento anni dalla nascita

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La civiltà non è ne' il numero, ne' la forza, ne' il denaro. La civiltà è amarsi. Il 17 agosto del 1903 nasceva a Nevers in Francia un uomo che avrebbe riscattato milioni di esseri umani da un male il cui nome incuteva terrore dalla notte dei secoli: la lebbra.

Da grande anticipatore sociale Follereau ha avuto la capacità di vedere un mondo senza lebbra e, in nome di questa visione, ha ingaggiato quella che sembrava una battaglia per una "causa persa" visto che all'epoca la malattia non era ancora curabile. Se oggi la lebbra ha una cura efficace, se dieci milioni di persone sono state guarite, se molti malati sono socialmente reintegrati, se la parola lebbra non incute più terrore molto si deve a Raoul Follereau.

Ma la lebbra era solo uno degli effetti più vistosi di un mondo che, come lui diceva, cammina titubante fra sperperi insultanti e carestie disperate, tra ventri vuoti e ventri troppo pasciuti un mondo in cui sollecitava a manifestare il primato dell'amore, l'amore senza cui ogni scienza è vana ed
empia.

Chiese ai grandi del suo tempo, Eisenhower e Kruscev l'equivalente del costo di due bombardieri per guarire tutti i malati di lebbra del mondo. Conobbe tre pontefici e molti capi politici e religiosi. Il suo impegno per la pace si concretizzò nell'appello un giorno di guerra per la pace che fu sottoscritto da tre milioni di giovani tra i 14 e i 19 anni e che anticipò
l'istituzione, da parte di Papa Paolo VI, della Giornata mondiale della Pace che si celebra ancora oggi il 1° gennaio di ogni anno. Compì l'equivalente di 32 volte il giro del mondo; scrisse numerosi libri di poesia e denuncia sociale. Mobilitò milioni di coscienze contro i soprusi e le ingiustizie.
Consapevole che tutto ciò che non è donato è perduto pose il suo straordinario talento di poeta e scrittore al servizio dei più deboli, dei poveri, degli ultimi tuonando parole d'indignazione nei confronti degli indifferenti e di coloro che soffocano i grandi slanci.

Visse all'insegna del primato dell'amore, la chiave di volta per rifare dell'uomo un essere umano. Diceva: Quando l'amore abbandona il mondo, i crimini collettivi vengono legalizzati. Il mondo ha fame di grano e di tenerezza. Sono questi i valori che ispirano l'opera delle 22 associazioni, che in vari
paesi del mondo si ispirano a Raoul Follereau.
In Italia l'AIFO - Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau opera, dal 1961, ispirandosi al suo pensiero e alla sua opera.
Dal 1986 l'AIFO, ogni anno, assegna il Premio sul campo Raoul ollereau che segnala storie di uomini e donne che hanno trasformato ideali e valori in energia, azioni, esperienze. Trai i Premi Raoul Follereau si segnalano: Dom Helder Camara (Brasile); Abbè Pierre (Francia); Albert Tèvoedjrè (Benin);
Dom Samuel Ruiz (Messico); Padre Renato Kizito Sesana e I Nuba (Sudan).

Il Premio Raoul Follereau, speciale centenario, sarà assegnato il prossimo 26 ottobre durante il convegno AIFO a Rocca di Papa (Roma).

E' scaricabile al sito: www.aifo.it la trasmissione audio

Fonte: Aifo

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