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Stop Racism in Sudafrica
dal blog "Codice deontologico dei giornalistə"
Ve lo ricordate? Circa un mese fa, in Sudafrica, c’è stata una rivolta scolastica guidata da un gruppo di giovani studentesse di una prestigiosa scuola privata di Pretoria. La Pretoria High School for Girls, frequentata da “bianchi” fin dalle sue origini nel 1902, solo dal 1994, con l’abolizione ufficiale dell’apartheid, ha accolto bambine “nere” o meticce.
Cosa è accaduto quindi a fine agosto 2016? Pur non essendo esplicitamente scritto nel regolamento d’istituto che i capelli crespi devono essere pettinati e lisciati (al punto 6.4 c’è scritto però che “tutti capelli devono essere pettinati”), delle ragazze nere tra i 13 e i 15 anni si sono sentite discriminate dai loro docenti che si sono permessi rimproveri e sanzioni legati al modo in cui venivano portati i capelli “afro” ritenuti “poco curati o ordinati”. Le giovani donne, capitanate da Zulaikha Patel, hanno quindi lanciato una petizione, intitolata Stop Racism at Pretoria Girls High, per dichiarare alle autorità il loro diritto di pettinarsi o tenere i capelli nel modo in cui ritenevano più opportuno. Secondo qualcuna, non si tratterebbe solo delle pettinature, ma anche di fattori culturali come il divieto di utilizzare le lingue “etniche” di appartenenza per comunicare a scuola tra pari. La petizione, lanciata sul web, ha raccolto, ad oggi, 32.286 firme e a fine agosto, il 29 per la precisione, di fronte alla scuola si e tenuta una manifestazione davanti al liceo che ha raccolto un centinaio di studentesse e fatto scendere in campo le autorità ministeriali.
Nel sito della scuola è pubblicata la risposta del Consiglio d’istituto che, diplomaticamente, riconosce come prioritario il rafforzamento della comunità scolastica e la necessità che ogni parte abbia l’opportunità di esprimersi liberamente e far ascoltare la propria voce, ma i segnali dalla scuola vanno in ben altra direzione. Il regolamento, infatti, non sembra essere stato modificato come auspicato dal ministro provinciale per l’educazione secondo il quale il testo doveva essere rivisto entro 21 giorni e il paragrafo sullo stile dei capelli sospeso.
Nel paese di Nelson Mandela e di Desmond Tutu, queste ragazze hanno saputo dimostrare come sia fondamentale rivendicare il proprio diritto alla differenza in un contesto in cui, ancora dopo ventidue anni, le frustrazioni e le discriminazioni legate all'appartenenza, all'origine e al genere sono ancora molto diffuse. La Questione sudafricana è tutt'altro che risolta.







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