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Polizia ambientale sulle strade del Marocco
dal blog "Codice deontologico dei giornalistə"
Nel novembre 2016 è stata la città marocchina di Marrakesh ad ospitare la Conferenza internazionale sul clima COP22. L'impegno sottoscritto in quell'occasione e le disposizioni costituzionali che invitavano a mobilitare tutti i mezzi per garantire ai cittadini un quadro di vita sano e il diritto allo sviluppo sostenibile hanno spinto il Marocco verso un maggior impegno per l'ambiente. L'obiettivo è di diventare uno dei paesi più all'avanguardia nell'ambito della protezione e della sostenibilità ambientale. Il servizio di polizia dell'ambiente era già stato lanciato nel 2014 e avviato nel 2015 nelle città di Casablanca, Rabat e Mohammedia. Quello presentato a fine febbraio è un nuovo gruppo di agenti che rappresenta un rinforzo in termini di persone ed anche di mezzi dispiegati per il lavoro di controllo, indagine, contravvenzione nelle discariche, stazioni di depurazione delle acque reflue, nel trasporto dei rifiuti pericolosi. In particolare, alla polizia verranno affidati compiti di studio d'impatto, monitoraggio e verifica, legati ad esempio all'inquinamento atmosferico, che precedono o seguono la realizzazione dei progetti, assicurandosi che le norme in vigore vengano rispettate. Le infrazioni commesse verranno punite attraverso multe, ma anche attraverso l'incarcerazione nel caso di situazioni particolarmente gravi. Più polizia quindi per l'ambiente, anzi più polizia per gli uomini e donne che non lo rispettano; speriamo anche più educazione (informazione, consapevolezza, sensibilizzazione), corsia preferenziale verso la sostenibilità ambientale in Marocco e ovunque nel mondo. #Marocco







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