JAMAÏCA JAMAÏCA

Che la musica rappresenti un linguaggio per capire e leggere la storia della decolonizzazione è fatto certo sopratutto quando il luogo del suo dispiegamento è la Giamaica. Lo racconta la mostra parigina Jamaïca Jamaïca. De Marley aux deejays allestita presso l'auditorium della Philharmonie al 221 dell'avenue Jean-Jaurès, dal 4 aprile al 13 agosto. 

La musica giamaicana, spesso stigmatizzata, fa parte a pieno titolo della storia della musica nera. I suoi suoni, le sue parole hanno portato il movimento della decolonizzazione dentro il campo dell’indipendenza ottenuta nel 1962. Erano gli anni dello slancio terzomondista e del militantismo panafricano. La musica giamaicana è diventata in quegli anni il simbolo della fierezza nera attraverso il rastafarianesimo intrecciato con la storia dell’etiope Halie Selassie, ma anche di Marcus Garvey negli Stati Uniti.

Jamaïca Jamaïca racconta la storia della musica giamaicana attraverso suoni ed immagini che accompagnano il visitatore immergendolo nelle strade di Kingston la cui identità urbana è narrata negli spazi della mostra attraverso la street art di Danny Coxson, artista di Trechtown, città che ha visto nascere anche i Wailers. Con cuffie alle orecchie o accompagnati dalla musica di sottofondo, è possibile vivere l’esperienza di un dj set attraverso un video o interagendo direttamente con il materiale messo a disposizione. Qui e lì sono installate delle casse acustiche d’epoca per i sound system e un atelier consente agli artigiani del suono di creare una propria playlist con effetti sonori in stile revival. Insomma, la mostra ha il merito di presentare l’influenza della cultura giamaicana sulla musica attraverso suoni, mode, grafismo. Jamaïca Jamaïca val bene una visita.

Commenti

Ottobre 2025

Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31