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In India, l'emancipazione delle donne passa attraverso l'arte
dal blog "Codice deontologico dei giornalistə"
L’India è un paese affascinante quanto contradditorio. È il paese dove si venerano delle dee, dove una donna, Indira Ghandi, è stata eletta primo ministro, era il 1960. Ma è anche il paese dove la causa delle donne per il riconoscimento della loro autonomia, della loro libertà, della loro emancipazione è ancora lontana dall’essere acquisita. È il paese che spesso finisce sulle cronache internazionali a causa di scandali legati a stupri collettivi o ad attacchi con l’acido sul corpo delle donne. Associazioni femministe, manifestazioni, cortei, campagne mobilitano la società al fine dei denunciare le ineguaglianze tra i sessi e incidere sul cambiamento culturale. Insieme a loro, anche numerosi artisti ed intellettuali danno il loro contributo in modi differenti, attraverso il cinema, la letteratura, il fumetto.
In particolare, Priya's Shakti, un fumetto disponibile gratuitamente on line (in inglese), lanciato nel 2014, è diventato presto un fenomeno globale. La protagonista è Priya, una giovane donna indiana vittima di stupro e sopravvissuta alla violenza. Non ha alcun superpotere, ma il suo lavoro è quello di lottare quotidianamente contro le violenze sulle donne, per far evolvere la cultura nell’ottica dell’uguaglianza di genere. La storia trae ispirazione dalle antiche tradizioni mitologiche indù e ha contribuito ad accendere un dibattito nazionale sul trattamento delle vittime di stupro; in varie città, come Dehli e Mumbai, ha dato vita ad una serie di murales.
I suoi autori sono il filmmaker Ram Devineni (qui l'intervista di RAI News), il poeta Vikas K. Menon, l'artista Dan Goldman, la produttrice Lina Srivastava. #HeforShe







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