Burundi: le elezioni si allontanano

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La strada del Burundi verso le elezioni, previste dagli accordi di Arusha alla fine del periodo di transizione, cioè entro il 1° novembre, si allunga ed è sempre più irta di ostacoli, non solo metaforici.

In questi ultimi giorni che precedono la scadenza del mandato al Governo di transizione il braccio di ferro sul Progetto di nuova Costituzione fra i partiti che lo hanno approvato e quelli che vi si oppongono si è fatto più duro e gli schieramenti si affrontano senza esclusione di colpi.

Con questa data infatti l'attuale governo avrebbe perso la sua legittimità e si sarebbe creato un pericoloso vuoto di potere. La paura che si ripeta la storia del 1993, quando le elezioni diedero avvio alle violenze che hanno contrassegnato l'ultimo decennio, serpeggia fra la popolazione, specie quella dei villaggi, che più facilmente può essere influenzata dalle "voci" abilmente messe in giro da chi ha interesse a "pescare nel torbido".

L'oggetto del contendere è il nuovo Progetto di Costituzione, approvato all'unanimità dal Parlamento di transizione lo scorso 17 settembre. L'approvazione è però avvenuta "a colpi di maggioranza" da parte dei 189 deputati presenti, dato che gli 82 esponenti dei partiti che vi si oppongono, perché ritengono il progetto troppo sbilanciato a favore della componente hutu della società, hanno lasciato l'aula prima della votazione in segno di protesta.

La contromossa dell'UPRONA, che insieme ai partiti del cosiddetto G10 non ha firmato l'accordo di Pretoria per la spartizione del potere, non si è fatta attendere. Il ricorso presentato alla Corte Costituzionale riguardo alle modalità di approvazione da parte del Parlamento di Transizione che violano, secondo il loro portavoce, la legalità costituzionale, ha di fatto bloccato l'iter di approvazione del Progetto di Costituzione.

La sua ratifica è ora infatti affidata un referendum costituzionale inizialmente fissato per il prossimo 20 ottobre. Molti osservatori facevano già da tempo notare l'impossibilità di tale consultazione, visto che la Commissione Elettorale Nazionale (CENI) non ha ancora completato le procedure di creazione ed approvazione degli elenchi degli aventi diritto al voto e la distribuzione del nuovo documento di identità. Elementi indispensabili per garantire la regolarità del processo elettorale. Proprio per questo anche la Commissione, per bocca del suo Presidente Paul Ngarambe, aveva già detto di ritenere opportuno uno spostamento della data della votazione.

La situazione è peggiorata con la decisione del Presidente della Repubblica, Domitien Ndayizeye di ritirare l'istanza di validazione del Progetto di Costituzione, presentata alla Corte Costituzionale 15 giorni fa, per scadenza dei termini di legge, ritenendo assolto l'impegno previsto dagli accordi di Arusha sulle procedure per l'entrata in vigore della nuova Costituzione.

I partiti dell'opposizione, per bocca di Jean-Baptiste Manwangari, (Presidente dell'UPRONA), hanno gridato allo scandalo e si sono appellati alla stessa Corte e alla Commisione (CSA) per l'applicazione degli accordi di Arusha, presieduta da Carolin Mac Askie, che fino a questo momento non ha preso una posizione precisa.

Preso atto di questa intricata situazione la CENI (Commissione Elettorale Indipendente) ha rimandato ogni decisione al Summit dei Capi di Stato coinvolti nel processo di pace che si è tenuto a Nairobi in Kenya il 15 ottobre.

In un comunicato emesso al termine del Summit i partecipanti hanno dato legittimità alla Costituzione approvata dal Parlamento, definendola "costituzione ad interim" fino allo svolgimento del referendum. Preso atto della situazione, l'intero calendario elettorale è saltato e i nuovi termini verranno annunciati a breve a Bujumbura dalla Commissione Elettorale. Il Presidente Ndayizeye rimarrà dunque in carica fino alle prossime elezioni presidenziali, che slittano al 2005 e le istituzioni di transizione manterrano il loro incarico fino alle elezioni.

Al rientro a Bujumbura, in una conferenza stampa tenutasi sabato, il presidente della Commissione Elettorale ha definito meglio il calendario elettorale. Il referendum sulla Costituzione si terrà "fra il 26 novembre e l'8 dicembre", le elezioni a livello di collina e di comune in febbraio 2005, le legislative in marzo e le presidenziali in aprile 2005.

La decisione del Summit di avvallare il discusso Progetto di Costituzione è stata fortemente criticata dai partiti che la osteggiano, che hanno definito la decisione del Summit una "scelta di campo a fianco degli hutu contro l'altra parte della società burundese".

A completare il quadro delle forze in gioco nell'intricato scacchiere del piccolo paese africano, non si deve dimenticare l'unico Partito, il FNL, che non ha ancora accettato di consegnare le armi e che il Governo è riuscito a far definire dalla comunità internazione come "terrorista".

di Pierino Martinelli

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