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Brasile: dalle elezioni municipali nuova fiducia a Lula
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Nel primo turno delle elezioni municipali dello scorso 3 ottobre il Partido dos Trabalhadores (PT) di Lula ha raddoppiato il numero propri sindaci ed è stato il partito più votato in Brasile. "Al primo appuntamento elettorale da quando è al governo (difficile poter dire che il Pt sia giunto al potere), il Partido dos Trabalhadores esce dalle urne come il più votato in tutto il Brasile e si conferma come partito che conserva e addirittura aumenta la propria base elettorale nella dimensione locale" - commentano Chiara Castellani e Cristiano Bolzoni, volontari Mlal. La crescita dei voti ai candidati sindaci del PT nelle elezioni municipali è stata costante negli ultimi otto anni: 10,7% nel 1996, 14,1% nel 2000 e oggi 17,2%.
"C'è però un altro grande protagonista di questa tornata elettorale, il PSDB dell'ex presidente Fernando Henrique Cardoso - i cosiddetti Tucani - che conferma la propria forza nelle aree urbane e che, rispetto al PT, è maggiormente radicato nei municipi minori. Questa posizione di fatto lo colloca come alternativa di governo per il 2006, anno in cui Lula si giocherà la rielezione" - sottolineano i due articolisti. Sebbene le elezioni municipali abbiano un valore strettamente locale, sono senz'altro un termometro importante per misurare i rapporti di forza tra questi due partiti. E il risultato definitivo arriverà soltanto dopo il 31 ottobre con la seconda tornata prevista in 44 città dove il PT è in lizza per 24 municipi e il PSDB per 20. E il laboratorio più importante sarà, date le sue dimensioni, la città di San Paolo dove il candidato tucano José Serra (che aveva perso con Lula nel 2002), ha un vantaggio di otto punti.
"Si è quindi verificata quella penetrazione a livello locale che i dirigenti del partito di Luiz Inácio Lula da Silva avevano fissato come uno degli obiettivi di queste elezioni" - sottolinea Andrea Zeccato in un articolato commento su Musibrasil.net. Quasi a simboleggiare la vittoria c'è stato pure il successo petista di Caetés, il piccolo e povero paese dove è nato il presidente del Brasile.
Il primo turno delle municipali ha inoltre ridimensionato due fra i protagonisti della scena politica brasiliana degli anni '90: il Partido do movimento democrático brasileiro (Pmdb) e il Partido da frente liberal (Pfl) - sottolinea Zeccato. Il primo continua ad avere il maggior numero di sindaci, ma passa da 1.256 a 1.048 eletti; inoltre perde consensi nei grandi centri, chiudendosi in una dimensione localistica (prevale infatti in una sola capitale e coglie gran parte dei successi nelle città con meno di 10mila elettori). A sua volta il Pfl scende da 1.026 a 790 municipi conquistati, affermandosi in una sola capitale, sia pure importante come Rio. Ma i pefelisti, che restano pur sempre i più votati nello Stato di Bahia, portano al ballottaggio soltanto tre candidati, tra cui proprio quel César Borges che si era presentato a Salvador confidando di perpetuare la serie positiva del proprio partito nella capitale baiana (vittorie al primo turno sia nel 1996 che nel 2000) e che, invece, è riuscito solo per pochi voti ad accedere al secondo turno. [GB]
Altre fonti: Musibrasil.net