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Italia: una settimana per decolonizzare corpo, mente e futuro
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"Stiamo vivendo i tempi di una dittatura della comunicazione e siamo di fronte ad una colonizzazione del futuro che passa attraverso la conquista dell'immaginario della gente. Occorre perciò imparare a decolonizzare le strade dei sogni, educare a mettersi in guardia dal "destino" che ci viene proposto, alimentando un immaginario altro, capace di futuro. Apprendere gli alfabeti dell'immaginario può diventare una corsia preferenziale per accedere alla novità del futuro che è tale soltanto se è inedito e non, invece, quando si presenta come fotocopia o lifting del presente". E' con questo intento che il Centro di educazione alla mondialità (Cem mondialità) organizza a Frascati nei giorni dal 23 al 28 agosto il Convegno "Alfabeti dell'immaginario".
Giunto alla 43sima edizione, il Convegno annuale vedrà la partecipazione di educatori e formatori, ma anche persone attive nel diversi mondi della comunicazione, del linguaggio, della danza, della musica, del gioco e dell'ambiente per "lavorare insieme" a seminare nuove passioni, dando voce a quel principio di alterità che la simulazione massmediatica tenta di soffocare. La formula, sperimentata da anni, è infatti quella dei "laboratori", luoghi di sperimentazione, elaboborazione e invenzione guidati da esperti del settore, dove si alternano attività ludiche, corporee, narrazioni autobiografiche scritte e orali, visione di filmati, ascolto e suono di musica, role-play e drammatizzazioni.
Cem mondialità:
Sito del Convegno 2004
Si lavorerà cosi attorno a "immaginario e cura di sé" (laboratorio guidato da Gianni D'elia e Salvatore Catalano), sulla figura della maschera e la dicotomia tra "essere e apparire" (laboratorio guidato da Nadia Savoldelli e Marina Pecorelli), attraversando le "foreste dei simboli" (laboratorio con Sigrid Loos e Umberto Cinalli), per "decolonizzare le strade dei sogni" (laboratorio con Patrizia Canova e Alessio Surian) ed esplorare alcuni linguaggi simbolici dell'Africa occidentale e del Centroamerica (laboratorio con Alessandra Ferrario e Pedro Uriel Sanchez), approfondendo anche la conoscenza critica del conflitto mediorientale nel suo contesto simbolico e mediatico (laboratorio con Nevè Shalom-Waahat as Salaam, guidato da Jacopo Tondelli e Francesco Grandi). Si rivisiterà il "supermercato", luogo ricco di segni e simulacri (laboratorio con Sandra Dema, Emanuela Ariano e Tristana Cacciatori), ma anche la pratica del dialogo filosofico in una "comunità di ricerca" (laboratiorio con Antonio Cosentino e Rita Costanzo) e le "identità sonore e culturali diverse" (laboratorio con Luciano Bosi), per cogliere "gocce di futuro dentro il presente" (laboratorio con Daniela Invernizzi), "leggere le carte" (laboratorio con Roberto Papetti) e i "luoghi comuni" per costruire comunità consapevoli (laboratorio con Davide Bazzini). Due laboratori sono dedicati ai più giovani ai quali sono proposti un "viaggio nello spazio" (laboratorio per adolescenti da 12 a 16 anni guidato da Cristina Carniel) e gli "spiritelli d'acqua" (laboratorio per bambini/e da 6 a 11 anni di Silvia Rastelli) che aiuterà i più piccoli a giocare-scoprendo come questo elemento naturale vitale sia anche il serbatoio di simboli e possibilità di ricerca. E durante le serate sono previsti eventi e tempi dedicati alla narrazione, alla musica, al cinema.
Non mancheranno, ovviamente, le riflessioni, la principale delle quali sarà condotta dal prof. Paolo Jedlowski, ordinario di Sociologia all'Università della Calabria e insegnante di Sociologia della comunicazione all'Università di Lugano, sul tema "L'educazione e lo scontro dei simboli". La scelta del relatore princincipale non è casuale: il professor Jedlowski si dedica da anni all'approfondimeto della "sociologia della vita quotidiana e della memoria" ed è autore di numerosi saggi e studi tra i quali ricordiamo "Il sapere dell'esperienza" (Il Saggiatore, 1994), "Sociologia" con F. Crespi e L. Rauty, (Laterza, 2000), "Storie comuni. La narrazione nella vita quotidiana" (Bruno Mondadori, 2000), "Memoria, esperienza e modernità, (nuova ediz. rivista Angeli, 2002), "Fogli nella valigia. Sociologia e cultura", (il Mulino, 2003), "Sociologia della vita quotidiana" con Carmen Leccardi (il Mulino, 2003) e oer il teatro "Smemoraz" messo in scena dal Teatro dell'Angolo di Torino.
Uno dei meriti del Cem mondialità è stato, negli oltre 40 anni di convegni, di introdurre e far conoscere in Italia, ricercatori, studiosi e pedagogisti fino quel momento poco noti se non addirittura sconosciuti al pubblico italiano. Persone i cui nomi sono ora famosi anche al di là della stretta cerchia degli "addetti ai lavori", ma che quando furono invitati in Italia muovevano i primi passi sulla nostra penisola: tra essi ricordiamo Paulo Freire, Ivan Illich, Emmanuel Lévinas, Johan Galtung, Raimon Panikkar, Enrique Dussel, Riccardo Petrella, Johan Galtung, Wolfgang Sachs, Serge Latouche, Rubem Alves e molti altri che hanno animato negli anni i Convegni Cem.
Le iscrizioni al Convegno sono "ufficialmente chiuse", ma dal Cem comunicano che qualche posto tra gli oltre 200 partecipanti si può ancora trovare telefonando alla Segreteria del Convegno allo 030-37.72.780. Ulteriori informazioni si possono trovare al sito del Convegno Cem 2004. [GB]