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Imprese: lettera d'accusa dal Nobel a Benetton
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L'impreditore trevigiano Benetton è diventato nel 1997 il più grande proprietario terriero d'Argentina quando ha acquistato 900 mila ettari della verde Patagonia. Quei luoghi però non erano disabitati, ci vivono infatti da sempre le comunità indigene mapuche, ora confinate in riserve o costrette ad abbandonare le loro terre. Ogni tanto qualche famiglia immiserita, ma decisa a sopravvivere, torna ad occupare un fazzoletto di quella che solo fino a pochi anni fa era la sua terra. Il risultato immediato è lo sgombero violento, come è accaduto nell'ottobre 2002 alla famiglia Nahuelquir-Curi㱀anco, a cui la polizia, intervenuta per difendere i diritti di proprietà di Benetton, ha sequestrato i beni e fatto demolire l'abitazione. La famiglia è stata denunciata dai Benetton per usurpazione. Altri indigeni mapuche sono stati rinviati a giudizio per aver partecipato a un blocco stradale nella tenuta della multinazionale con lo scopo di attirare l'attenzione sulla loro condizione mentre altre otto famiglie sono attualmente in attesa di sgombero. Le comunità locali denunciano inoltre la recinzione di terre e lo sbarramento dei passaggi che conducono ai corsi d'acqua.
Per questo motivo il Nobel per la pace Adolfo Perez Esquivel scrive all'imprenditore Luciano Benetton: "Provo stupore e dolore a sapere che lei, un imprenditore di livello internazionale, si è avvalso dei soldi e della complicità di un giudice senza scrupoli per togliere le terre ad una povera famiglia di fratelli Mapuche, nella provincia di Chubut, nella Patagonia argentina". La lettera divulgata da Emmaus international accusa l'imprenditore Benetto di agire con la stessa mentalità dei conquistatori. " Le cittadine e i cittadini di Treviso, sede delle sua azienda, non so cosa pensano delle sue attività. Mi auguro che reagiscano con senso critico e pretendano che lei si agisca con dignità, restituendo questi 385 ettari ai suoi legittimi proprietari, ponendo fine a questo furto. Sarebbe un gesto di grande levatura morale e le assicuro che ne riceverebbe di più che con le terre". Una pesante accusa all'industriale veneto, la cui attività imprenditoriale viene spesso associata a campagne di promozione dei diritti umani e di rispetto per l'ambiente.
E dello stesso tono è la lettera che il Coordinamento lombardo Nord/Sud del mondo ha scritto a Benetton e Famiglia Cristiana su vari temi attinenti all'etica e alla responsabilità sociale: pace, lotta alla fame, moralita' e valore sociale, comunita' locali, cultura, traforo del Monte Bianco. Questa lettera è una risposta dettagliata e argomentata alla lettera del direttore della pubblicità del Gruppo Benetton, Paolo Landi che faceva seguito alla lettera spedita al direttore di Famiglia Cristiana don Antonio Sciortino in data 3.2.2004 motivata dall'inserimento di Benetton Group fra gli sponsor del calendario annuale, dedicato al tema della solidarietà, in virtù del suo impegno sociale. Molto particolare il punto della lettera in cui viene trascritto il messaggio spedito dall'organizzazione mapuche "11 de Octubre" che aveva inviato il 23 marzo scorso un messaggio di posta elettronica spedito in occasione di una lettera del Coordinamento lombardo Nord/Sud del mondo che non è mai stata pubblicata su Famiglia Cristiana.[AT]
Altre fonti: Independent Uk, Consumo critico Lilliput Milano