Nicaragua: accordo tra bananeros e governo

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Dal Nicaragua giungono buone notizie che fanno sperare per la richiesta di giustizia e l'appoggio del governo di Enrique Bola㱀os ai lavoratori bananeros colpiti dai pesticidi nelle piantagioni e in causa con le multinazionali responsabili. Il presidente Enrique Bola㱀os ha incontrato i bananeros sabato 20 marzo siglando un accordo che sarà firmato lunedì 22 marzo. Secondo Victorino Espinales, presidente della Asotraexdan, "questo accordo non ha raggiunto tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissi, ma è un buon passo in avanti e vogliamo dare fiducia al presidente che si é impegnato personalmente davanti all'intero paese.

L'accordo "del Raizòn" si basa su cinque punti. Innazitutto chiede alle organizzazioni dei bananeros di presentarsi unite per iniziare incontri di negoziazione con le compagnie multinazionali. Come secondo punto il governo si impegna a fungere da facilitatore affinché le multinazionali vengano in Nicaragua. Il terzo punto ha a che vedere con la nomina del Procuratore per la Difesa dei Diritti Umani come rappresentante per il Nicaragua al Forum Internazionale sui Diritti Umani a Ginevra. Il quarto punto riguarda la Legge 364, che le multinazionali spingono per cambiare e su cui il presidente Bola㱀os si é impegnato affinché non venga toccata in nessuna delle sue parti, almeno fino a che ogni bananero non riceva il suo giusto indennizzo. Nel quinto punto il presidente ha garantito che tramite l'ambasciata nicaraguense negli Stati Uniti si contatteranno avvocati esperti in materia per la difesa dei bananeros. Dall'accordo resta fuori la richiesta che i bananeros avevano fatto di una pensione vitalizia per la gente malata, i 100 milioni di cordobas richiesti per copertura medica e in pratica, una pubblica dichiarazione di Bola㱀os contro la denuncia posta dalle multinazionali contro i bananeros, che si é solo intravista nella disponibilità a mettere a disposizione avvocati per la loro difesa e nel compito di fungere da facilitatore per le negoziazioni con le multinazionali.

Intanto continua il caso dell'ex presidente Arnoldo Alemàn, condannato in primo grado a venti anni per una lunghissima serie di reati (tra cui riciclaggio di denaro, peculato, associazione per delinquere), a cui sono stati revocati gli arresti domiciliari con il miglioramento dei sui problemi di salute ed è stato trasferito nel carcere "La Modelo" di Tipitapa. Nei giorni scorsi i deputati liberali-arnoldisti avevano tentato di ottenere la sua liberazione grazie ad un decreto di amnistia, ma il tentativo è fallito grazie alla ferma opposizione dei deputati sandinisti e Azul y Blanco, legati al Presidente Bola㱀os. Sembra che l'incarcerazione di Alemàn abbia calmato le acque a livello delle istituzioni dello Stato. Il massimo potere giudiziale, la Corte Suprema de Justicia, ha potuto finalmente eleggere le sue cariche più alte e ricominciare i suoi lavori bloccati da più di 4 mesi.

La nuova presidentessa della CSJ é Yadira Centeno (di affiliazione al Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale) e il vicepresidente Carlos Guerra (di affiliazione al Partito Liberal Costituzionalista). Gli altri magistrati liberali hanno dovuto ingoiare il boccone amaro, ma alla fine hanno votato per la nuova formula. Ora resta da risolvere l'elezione dei magistrati per la Corte d'Appello di Masaya e Granada, anche qui in disputa tra i due partiti. Anche l'Assemblea Nazionale sembra vicina alla ripresa dei lavori, dopo due settimane di boicottaggio da parte del FSLN e Azul y Blanco che non hanno permesso la formazione del quorum di legge per poter sessionare. La protesta, come si ricorderà, derivava dal tentativo illegale di far passare alla Commissione per i Diritti Umani del decreto di amnistia che avrebbe liberato Arnoldo Alemàn. Dopo le minacce sandiniste di destituire il presidente e il primo vicepresidente della Direttiva, il presidente Bola㱀os, con l'ennesima intromissione dell'ambasciatrice nordamericana Barbara Moore, é riuscito a convincere almeno 4 deputati Azul y Blanco a non seguire questa strada per non ridare forza ai sandinisti in parlamento a soli 7 mesi dalle elezioni municipali. [AT]

Altre fonti: Bella Ciao

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