Ecuador: governo nuovo, ma continuano le proteste

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Anno nuovo governo nuovo: dopo nemmeno un anno dall'inizio della legislatura e settimane di tensioni, il preannunciato rimpasto di Governo è arrivato e il Presidente ecuadoriano Lucio Gutierrez ha nominato 14 nuovi ministri e sottosegretari. Le drastiche misure sono state adottate da Gutierrez in seguito allo scandalo del narcotraffico che vede coinvolto il suo partito, Sociedad Patriotica, accusato di aver ricevuto un finanziamento di 30 mila dollari da parte dell'imprenditore Cesar Fernandez, implicato adesso in uno dei più importanti cartelli del narcotraffico mondiale. Il Presidente intenderebbe riacquistare così "quella credibilità persa nel corso dello scorso anno a causa di una politica interna spesso ambigua e di una politica estera fin troppo esplicita, sempre condotta al fianco del FMI e delle sue ricette di aggiustamento strutturale" - scrive da Quito Tancredi Tarantino per Selvas.

Ma il malcontento, soprattutto delle associazioni indigene, verso "el coronel" Gutierrez, giunto al potere proprio grazie all'alleanza con le comunità indigene, non sembra sopirsi. La detenzione per 14 ore lo scorso 12 dicembre di Humberto Cholango, leader dell'Ecuarunari, organizzazione indigena della Conaie, accusato di ingiuria al capo di Stato per aver dichiarato nel corso di una trasmissione televisiva che il Presidente Gutierrez è un "bugiardo, incapace ed incoerente", non ha certo favorito il riavvicinamento tra le parti.

Inoltre, lo scorso 22 dicembre l'assemblea indetta proprio dalla Conaie, la Confederazione delle Nazionalità Indigene dell'Ecuador, ha annunciato una serie di manifestazioni di protesta che potrebbero dar vita ad un nuovo "levantamiento". I professori sono, infatti, alla sesta settimana di sciopero ad oltranza e hanno iniziato uno sciopero della fame; alcuni giorni fa i lavoratori del settore sanitario si sono fermati per quarantotto ore a causa della decisione del Governo di congelare i salari per i prossimi due anni; e i detenuti che si sono mostrati pronti a crocifiggersi e a cucirsi la bocca per ottenere il rispetto della Costituzione, secondo la quale nessuno può essere trattenuto in carcere per più di un anno prima dell'inizio del processo, fanno presagire nuovi scontri sociali nel nuovo anno.

Non vanno dimenticate, poi, le manifestazioni degli indigeni Serayacu all'inizio di dicembre che insieme con studenti universitari, organizzazioni ambientaliste e dei diritti umani hanno gridato il loro dissenso contro le misure del Ministro per l'Energia Carlos Arboleda, di una militarizzazione per favorire le politiche di sfruttamento petrolifero dell'Amazzonia ecuadoriana che stanno generando soprusi, danni ambientali e odio tra le popolazioni locali. Le organizzazioni in difesa del popolo Serayacu hanno predisposto una petizione da inviare al Presidente nella quale chiedono di fermare la "militarizzazione del loro territorio ancestrale atta a favorire le ricerche petrolifere affidate a due compagnie estere: la CGC e la Burlington".

Un ulteriore segno della "fine della luna di miele" tra il Presidente ecuadoriano Lucio Gutierrez e la rappresentanza indigena al governo, già prefigurata il 21 agosto scorso quando le scelte economiche dell'esecutivo indicavano la separazione tra i movimenti sociali e indigeni e la coalizione di governo. [GB]

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