Bangladesh: appelli delle Ong per le vittime del ciclone Sidr

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In Bangladesh sono più di 3 mila i morti accertati a causa del ciclone Sidr, ma il bilancio si attesterà tra i 5mila e i 10mila, riporta la Mezzaluna Rossa basandosi sulle stime fornite dai volontari impegnati nelle operazioni di soccorso. Il timore è che le migliaia di corpi in decomposizione avvelenino l'acqua spalancando le porte alle epidemie. I soccorritori non sono ancora riusciti a raggiungere le zone maggiormente colpite dal tifone e si stima che almeno 900mila famiglie siano state coinvolte nella più grave tempesta che abbia colpito il paese negli ultimi dieci anni. - riporta l'agenzia Agi.

Il consigliere per gli Affari esteri dell'esecutivo di Dhaka, Iftekhar Ahmed Chowdhury, ha lanciato un appello alla comunità internazionale e agli "amici del nostro paese, perché ci vengano incontro in questo momento del bisogno" - riporta l'agenzia Misna. In alcune zone, secondo la stampa locale, i cadaveri sono stati ammassati in fosse comuni e cremati nel tentativo di prevenire il diffondersi di epidemie. Le Nazioni Unite, nella persona del Segretario Generale, Ban Ki-moon, hanno espresso "il totale sostegno dell'Onu al paese e alla popolazione bengalese così profondamente colpiti" e annunciato aiuti per 4,7 milioni di dollari.

La comunità internazionale e le organizzazioni caritatevoli stanno moltiplicando gli sforzi per aiutare le autorità locali a gestire l'emergenza e un team dell'Onu composto da tecnici ed esperti di Unicef, Wfp, Who e Undp è già stato inviato sul campo per una prima valutazione dei danni e delle esigenze immediate. L'Unicef e le organizzazioni partner stanno intensificando l'invio di aiuti d'emergenza. Equipe di Medici Senza Frontiere si stanno dirigendo verso tre delle zone più colpite dal ciclone e sono in continuo contatto con le altre organizzazioni presenti sul terreno.

La Caritas è subito intervenuta puntando molto sul coordinamento e l'informazione. "Caritas Bangladesh si è subito attivata a livello centrale, regionale e locale percercare di prestare aiuto alle persone colpite e di evitare ulteriori danni" - afferma Akhila D' Rozario, responsabile di Caritas Bangladesh per la gestione delle emergenze e per lo sviluppo. "Un sistema d'allerta rapido permette di comunicare velocemente - prosegue D'Rozario - ed è grazie a questo sistemache in tanti si sono salvati da morte sicura trovando riparo nei rifugi anticiclone, strutture molto robuste, normalmente utilizzate come scuole, costruite negli anni grazie al sostegn dii tante Caritas e anche di Caritas Italiana".

"Il vero problema sarà la carestia"- ha detto all'agenzia Misna padre Gian Battista Zanchi, Superiore Generale del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere), missionario in Bangladesh per 20 anni, dal 1975 al 1995. "Ogni anno si sa che possono arrivare le alluvioni nella stagione delle piogge, così come c'è il rischio ciclico di tifoni nella parte successiva dell'anno, una volta incominciato il tempo del raccolto. Ma il dramma, quest'anno, è stata la violenza del tifone sopraggiunto durante il raccolto. Questo disastro ha rovinato le colture di riso di una moltitudine di gente, ha completamente distrutto gli allevamenti di pesce della regione e ha spazzato via buona parte delle provviste, cosa mangeranno l'anno prossimo?" - nota il missionario presente in Bangladesh durante l'inondazione del 1988 che ha lasciato milioni di senzatetto. [GB]

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