Clima: conferenza nazionale, ma è ora di 'Staccalaspina'

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E' iniziata a Roma presso la Fao la "Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici" indetta dal ministero dell'Ambiente. "Nella attuale fase di riscaldamento del pianeta si sta assistendo ad una variazione significativa di uno dei fattori che potrebbero contribuire al riscaldamento globale: la concentrazione in atmosfera di CO2 e gas ad effetto serra" - segnala il manifesto della Conferenza.

Sede della Conferenza è la Fao che nei giorni scorsi ha lanciato l'allarme ricordando che "i cambiamenti climatici rendono sempre più vulnerabile l'agricoltura mondiale ma ad essere maggiormente a rischio sono i Paesi in via di sviluppo". "Il cambiamento climatico sta emergendo come una delle principali sfide con cui il genere umano dovrà confrontarsi per molti anni - ha detto il vice direttore generale della Fao, Alexander M㼀ller - e i Paesi in via di sviluppo che dipendono in larga parte dall'agricoltura hanno minori risorse ed opzioni per combatterne i danni".

La Conferenza Nazionale di Roma, invece, richiamando le "allarmanti proiezioni sul surriscaldamento globale" presentate dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) che hanno indotto la comunità internazionale (UNFCCC - United Nations Framework Convention on Climate Change) a considerare questi cambiamenti un rischio da affrontare, si propone una riflessione per agire sia sulle cause che sugli effetti attraverso azioni di prevenzione e una "strategia di adattamento".

"La strategia di mitigazione ha l'obiettivo di eliminare o quanto meno rallentare i cambiamenti climatici, mentre la strategia di adattamento prevede la messa a punto di piani, programmi e azioni tali da ridurre la vulnerabilità territoriale e quella socio economica e in grado di sfruttare le nuove opportunità di sviluppo. Non tutti, infatti, gli impatti e i mutamenti dei cambiamenti climatici possono essere negativi o dannosi" - affermano i promotori della Conferenza. Tra i maggiori rischi per il nostro territorio segnala la desertificazione, la deglaciazione dei ghiacciai, il dissesto idrogeologico e i pericoli per la salute connessi ai cambiamenti climatici. Sotto esame anche lo stato e le tendenze delle concentrazioni di gas serra in Italia. Ma i lavori della Conferenza sono volti anche a mettere in evidenza "le opportunità che possono scaturire dai cambiamenti climatici e il nuovo ruolo che dovranno assumere le istituzioni centrali, gli enti locali, le imprese e la società civile".

Lo scorso giugno la Commissione Europea ha adottato un "libro verde" sull'adattamento ai cambiamenti climatici. Germania, Finlandia, Spagna e Gran Bretagna hanno già adottato piani nazionali. "Anche noi ci siamo espressi per un dettagliato piano di adattamento dell'Italia - osserva il direttore generale di Legambiente Francesco Ferrante. Ma resta il fatto che dovremo ridurre le emissioni di CO2 di 98 milioni di tonnellate all'anno a partire dal 2008. Una conferenza sul clima concentrata sugli adattamenti è più debole se non si integra con le politiche industriali e di sviluppo" - evidenzia Ferrante. Alle critiche di "debolezza" della conferenza di Roma rivolte dagli ambientalisti, il ministro dell'Ambiente, Pecoraro Scanio, ha risposto rivendicando "una forte promozione dell'energia solare fotovoltaica, anche attraverso gli incentivi del nuovo Conto Energia".

Ma "il cambiamento climatico sta risvegliando il nucleare" - denuncia la Campagna "Staccalaspina" che segnala come l'Enel si sta preparando a produrre energia elettrica nell'Europa dell'Est e a reimportarla in Italia: l'Enel sta infatti investendo 1,8 miliardi di euro nella costruzione di reattori nucleari in Slovacchia e sta per investire altri 7 miliardi nel nucleare in Bulgaria. "Praticamente il doppio di quanto ha affermato di voler investire sulle energie rinnovabili" - segnalano i promotori della Campagna che ha lanciato una petizione online per far pressione sull'Enel affinché riconverta i suoi investimenti dal nucleare all'energia pulita e rinnovabile.

E ieri l'amministratore delegato dell'Enel, Fulvio Conti, ha lanciato un 'allarme preventivo': "Il prossimo inverno sarà freddo e buio, il sistema è fragile, il gas è sempre più caro". "A queste sue considerazioni l'amministratore delegato di Enel ha dimenticato di far seguire la scontata conclusione: 'vogliamo più carbone'" - commenta Legambiente. "L'allarme black-out lanciato dall'Enel ci dice sostanzialmente due cose e ne conferma una terza: il governo ha fallito il suo obiettivo di aumentare la quantità di gas nel mix di combustibile per la produzione di energia; l'efficienza energetica e il risparmio sono ancora un miraggio; l'Enel ha come primario obiettivo quello di aumentare la quantità di carbone da bruciare nelle sue centrali, riducendo così ulteriormente la possibilità di un drastico abbattimento dei gas serra nel nostro Paese" - conclude Legambiente. [GB]

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