www.unimondo.org/Notizie/Italia-si-a-riforma-della-Bossi-Fini-sull-immigrazione-37691
Italia: sì a riforma della Bossi-Fini sull'immigrazione
Notizie
Stampa
Il Consiglio dei ministri ha dato ieri il via libera al disegno di legge redatto dai ministri dell'Interno Giuliano Amato e per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero che delega il Governo a modificare la legge Bossi-Fini sull'immigrazione. "La modifica della Bossi-Fini - ha spiegato il ministro Giuliano Amato - si è resa necessaria perché i meccanismi hanno favorito una spropositato ingresso di immigrazione clandestina rispetto a quella regolare". Prevedere che chi viene in Italia abbia già un contratto prima dell'ingresso "è un congegno che può funzionare e che abbiamo mantenuto solo per il personale qualificato, ma non funziona per il personale non qualificato e le badanti, che vengono assunti solo da chi li ha già visti in faccia" - ha spiegato il ministro dell'Interno. Secondo il ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero il disegno di legge "interviene concretamente per favorire l'inclusione sociale dei migranti e delle loro famiglie".
Il disegno di legge prevede alcune novità importanti, rispetto alla Bossi-Fini attualmente in vigore: dalla semplificazione delle procedure per ottenere il permesso di soggiorno a nuove regole per i Cpt, che non scompaiono ma cambiano radicalmente. Tra le novità, la possibilità di entrare per cercare lavoro iscrivendosi ad apposite liste, o attraverso una banca dati di raccolta delle richieste e delle offerte. O anche il ritorno dello sponsor (già previsto dalla Turco-Napolitano, e abolito dalla Bossi-Fini): a fare da garante per l'ingresso in Italia di un extracomunitario potrà, infatti, essere sia un privato cittadino sia uno sponsor istituzionale. Cioè enti locali, sindacati, associazioni imprenditoriali. C'è anche l'opportunità, per lo straniero in possesso di "risorse finanziarie adeguate", di "autosponsorizzarsi".
Chiudono però da subito i Cpt di Brindisi, Ragusa e Crotone, mentre saranno approfondite le condizioni di altre strutture di permanenza temporanea degli immigrati: in particolare, quelle di Torino, Bologna, Modena e Gradisca d'Isonzo (Gorizia). Attività che potrebbero concludersi con eventuali altre soppressioni o riqualificazioni delle strutture stesse. Con una seconda direttiva il ministro ha inoltre invitato i Prefetti ad assumere nuovi criteri per l'accesso ai Centri, garantendo la più ampia trasparenza e conoscenza dell'attività e dei servizi resi agli ospiti. Sarà consentito l'accesso in tutti i Cpt ai rappresentanti delle organizzazioni umanitarie internazionali e nazionali, e i giornalisti, con i fotocineoperatori che li accompagnano, potranno accedere ai Centri sulla base di un'autorizzazione che sarà rilasciata dai Prefetti, sentiti gli enti gestori delle strutture interessate.
"Un disegno di legge delega - sottolinea una nota di Save The Children - sostanzialmente positivo, che ha recepito gran parte delle raccomandazioni fatte nel percorso di consultazione, un processo innovativo e apprezzabile che ha coinvolto le organizzazioni competenti in materia di immigrazione". In particolare l'associazione conferma l'apprezzamento per misure che "consentiranno una maggiore tutela dei diritti dei minori stranieri, in particolare quelli non accompagnati, come sancito dalla Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza". L'organizzazione ribadisce inoltre l'importanza e la validità delle nuove norme riguardanti il rilascio del permesso di soggiorno al compimento della maggiore età ai minori stranieri non accompagnati, ai minori accompagnati e a quei minori che, avendo compiuto un reato, hanno successivamente partecipato a un successivo programma di integrazione".
"Il ddl è sicuramente una buona notizia, ma lascia l'amaro in bocca" - commenta Giulio Marcon di Sbilanciamoci!. "Si poteva fare di più e fare una vera scelta di accoglienza e di solidarietà. Ci sono altri aspetti del provvedimento che suscitano apprensione. Tra questi il limitato trasferimento delle competenze per il rilascio del permesso di soggiorno dalle questure ai comuni solo in forme sperimentali e parziali; i pochi soldi a disposizione per l'attuazione della legge; alcune clausole discriminatorie (tra cui la conoscenza della lingua italiana) per l'entrata nel nostro paese degli emigrati iscritte nelle liste delle ambasciate. La campagna Sbilanciamoci! in questi anni ha fatto proposte puntuali: la chiusura dei CPT e la destinazione dei fondi relativi alle politiche di integrazione e di accoglienza degli immigrati (circa 200 milioni di euro); e poi una legge sulla cittadinanza - non discriminatoria e rispettosa dei diritti- che sarà oggetto però di un'altra legge, che speriamo possa vedere presto la luce". [GB]
Altre fonti: Migra, Osservatorio sulla discriminazione degli immigrati nel lavoro.