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Italia: Mastrogiacomo è libero, il racconto dei protagonisti
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"Ringrazio tutti, sapevo che non mi avevate abbandonato e questo mi ha dato coraggio nei momenti bui": sono state le prime parole del giornalista Daniele Mastrogiacomo all'arrivo all'ospedale di Emergency a Lashkargah, dopo giorni di frenetiche e a volte drammatiche trattative. Il giornalita racconta in un video e sulle pagine di Repubblica di oggi i 15 lunghi giorni del sequestro.
"Il ritardo della sua liberazione a causa degli elicotteri britannici" - segnala Peacereporter che riporta il racconto e i commenti di Gino Strada, il medico fondatore di Emergency. I capi talebani Abdul Latif Hakimi e Ustad Mohammed Yasir sono stati consegnati dalle autorità afgane allo staff Emergency di Lashkargah già venerdì sera, e poi Hamadullah Allah Noor, Abdul Ghafar Bakhtyar e Mansoor Shah Mohammad (quest'ultimo fratello di uno dei carcerieri di Daniele), arrivati a Lashkargah lunedì mattina con un volo speciale organizzato da Emergency, dopo essere stati rilasciati a Kabul la sera precedente, al termine di un'estenuante trattativa. La stessa sera in cui era in programma anche la "consegna" di Daniele nelle mani di Emergency. Intorno alle 19 di domenica, infatti, i talebani avevano avviato il suo trasferimento verso l'ospedale dell'ong italiana nella capitale di Helmand, ma poi hanno chiamato per dire che si dovevano fermare per motivi di sicurezza: "Ci sono elicotteri britannici che sorvolano la zona. Appena se ne vanno ci muoviamo". Dopo un paio d'ore hanno detto che si sarebbero rimessi in marcia alle prime luci dell'alba. Ma lunedì mattina presto hanno cambiato idea, dicendo che avrebbero portato Daniele all'ospedale di Emeregency solo quando fossero arrivati lì anche i tre talebani rilasciati ieri" - afferma Gino Strada. E poi ieri "la lunga e sofferta trattativa per la liberazione di Mastrogiacomo".
"Non credo che dimenticherò il lungo applauso a Daniele Mastrogiacomo dei colleghi di "Repubblica", ieri, quando abbiamo saputo che era vivo, e che era libero. Nei giorni terribili della paura per la sua vita, nell'angoscia per la decapitazione del suo autista Said, abbiamo scoperto che un giornale non è solo una famiglia intellettuale e professionale, ma anche una tribù, con vincoli profondi e sentimenti fortissimi" - scrive il direttore di Repubblica Ezio Mauro. "Se oggi Daniele è libero, noi dobbiamo dei ringraziamenti. A Gino Strada e la sua Emergency prima di tutto, perché senza di loro la fase del rilascio nel sud dell'Afghanistan sarebbe stata molto più difficile e rischiosa. A Prodi e D'Alema, per aver voluto e saputo premere su Karzai, il presidente dell'Afghanistan, perché nella sua autonomia rispondesse alle richieste che a lui rivolgevano i rapitori taliban. All'ambasciatore italiano a Kabul, Sequi, e al Capo dell'unità di crisi della Farnesina, Elisabetta Belloni, che hanno retto la barra di giornate difficili con grande esperienza e sicurezza, insieme con i servizi di informazione" - sottolinea il direttore di Repubblica.
"Siamo felici. Un altro incubo è finito. Ed è finito bene. La liberazione di Daniele Mastrogiacomo e del suo interprete riempie di gioia tutto il nostro paese" - Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace "Ringraziamo il Governo Italiano e tutti coloro che, come Emergency, si sono adoperati per ottenere la liberazione di Daniele. Un grazie particolare a tutti coloro che in questi lunghissimi giorni non hanno mai smesso di alimentare un grande, grandissimo abbraccio di solidarietà senza del quale tutto sarebbe stato più difficile. Grazie alla comunità islamica, agli studenti che anche sabato scorso hanno manifestato ad Ancona, ai cittadini, alle associazioni, ai Comuni e a tutti coloro che si sono mobilitati nella consapevolezza di dover fare qualcosa. Anche se questi sono i momenti della gioia, rivolgiamo un nuovo forte appello al Governo Italiano perché si adoperi con la stessa tenacia e lo spesso impegno per fermare la disastrosa macchina di guerra che continua ad imprigionare l'intero popolo afgano. L'intervento della comunità internazionale in Afghanistan deve cambiare subito. La liberazione di Daniele Mastrogiacomo è stata frutto del dialogo e del negoziato. Così sarà anche per la pace in Afghanistan: non sarà mai frutto delle armi e degli eserciti ma del dialogo, della diplomazia, della solidarietà e della costante promozione di tutti i diritti umani per tutti" - conclude il coordinatore della Tavola della Pace.
Intanto le autorità afghane hanno arrestato capo del personale dell'ospedale di Emergency a Lashkargah, Rahmatullah Hanefi, figura chiave nella trattativa che ha portato alla liberazione di Mastrogiacomo. Gino Strada ha subito chiesto il suo immediato rilascio al locale capo dei servizi e al governatore della provincia di Helmand. "E' una cosa grottesca e provocatoria - ha dichiarato il chirurgo di Emergency - che chi ha maggiormente contribuito alla liberazione di Daniele si trovi oggi arrestato del governo afgano". Del fatto è stato immediatamente informato l'ambasciatore italiano a Kabul, Ettore Sequi, che si è subito messo in contatto con i vertici dei servizi afgani. "Mi hanno detto - ha riferito Sequi - che si tratta di una normale procedura per sentire una persona informata dei fatti nell'ambito dell'inchiesta che la magistratura afgana ha aperto sul caso Mastrogiacomo. Garantiscono che Hanefi verrà presto rilasciato. Hanno aggiunto - prosegue l'ambasciatore - che per lo stesso motivo anche l'inviato di Repubblica verrà sentito dalle autorità afgane al suo rientro in Italia".