Iraq: aumentano gli sfollati, mancano i fondi - riporta Unhcr

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"Crescente preoccupazione per il rapido deterioramento della situazione umanitaria che centinaia di migliaia di rifugiati e sfollati iracheni devono affrontare": lo riporta un comunicato dell'Unhcr, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati che nei giorni scorsi ha incontrato i governi donatori ad Amman, in Giordania. Nell'incontro con i donatori, che si è tenuto mercoledì, funzionari dell'Unhcr provenienti da Iraq, Giordania e Siria hanno riferito che l'esodo causato da continui episodi di violenza da parte di fazioni rivali in Iraq ha reso necessaria una riorganizzazione del lavoro dell'Agenzia e delle sue priorità nella regione: oltre all'assistenza al rimpatrio e all'aiuto a circa 50mila rifugiati non iracheni residenti in Iraq, l'Agenzia sta infatti potenziamento l'assistenza ad alcune tra le decine di migliaia di iracheni che stanno fuggendo dalle proprie case. Molti di essi si stanno spostando in altri paesi, in quello che potrebbe trasformarsi in un esoso silenzioso ma costante.

Il governo iracheno, l'Unhcr e le agenzie partner stimano che attualmente siano più di 1,5 milioni le persone sfollate all'interno dello stesso Iraq, tra cui più di 365mila nuovi sfollati che sono fuggiti dalle proprie case e comunità, in seguito ai bombardamenti che hanno avuto luogo a Samara nel mese di febbraio. L'esodo in continuo aumento ha prodotto effetti anche al di fuori dell'Iraq, dove si riscontra un numero crescente di iracheni in arrivo nei paesi vicini e non solo. L'Unhcr stima che attualmente più di 1,6 milioni di iracheni si trovino fuori dal loro paese, la maggior parte dei quali in Giordania e Siria. Altri si trovano invece in Iran. Il numero di iracheni già presenti in Giordania si aggira sulle 500mila unità, mentre in Siria se ne conterebbero circa 450mila. Alcuni si trovano al di fuori dell'Iraq da un decennio o più, ma molti sono fuggiti dopo il 2003. Attualmente l'Unhcr sta riscontrando un constante aumento nel numero di arrivi. Gli operatori dell'Unhcr che monitorano la frontiera, ad esempio, riferiscono che ogni mese varcano il confine almeno 40mila iracheni.

All'interno dell'Iraq, il governo stima che ogni mese circa 50mila persone stiano lasciando le proprie case, andando ad aggiungersi alle 365mila persone sfollate a partire da febbraio. Questa situazione diventa sempre più difficile, dal momento che sia gli sfollati interni che le comunità che li ospitano stanno esaurendo le proprie risorse. Migliaia di sfollati senza legami familiari o senza denaro vivono in edifici pubblici e scuole, in ripari di fortuna e nei campi governativi gestiti dalla Mezzaluna Rossa irachena. Il bisogno di alloggi e di aiuti umanitari, di cibo, accesso all'acqua e lavoro è sempre più urgente. Le persone che sono fuggite in altri governatorati si trovano spesso in difficoltà nell'avere accesso anche ai servizi essenziali come quelli sanitari e scolastici. Spesso, gli sfollati non hanno alcun documento e l'operazione di registrazione in una nuova residenza può richiedere mesi. Le donne e i bambini sfollati interni diventano sempre più vulnerabili di fronte a sfruttamenti e abusi.

L'Unhcr chiede agli stati vicini di continuare a garantire ospitalità e protezione temporanea agli iracheni, e agli stati al di fuori della regione di condividere l'impegno. Durante l'incontro dei donatori di mercoledì è stato annunciato che il budget richiesto dall'Unhcr per le operazioni in Iraq per il 2006 - pari a 29 milioni di dollari - manca ancora di 9 milioni di dollari e che molti nuovi gruppi vulnerabili hanno urgente bisogno di assistenza. Si corre il rischio di dover sospendere alcune attività prima della fine dell'anno, nel caso in cui non pervenissero ulteriori finanziamenti. I donatori sono stati inoltre informati che l'Unhcr sta svolgendo una nuova valutazione delle necessità su scala regionale, basata sulle crescenti necessità di sfollati ed altri gruppi vulnerabili.

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