Beslan: nuovo rapporto e polemiche a due anni dalla strage

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Due anni dopo la prima esplosione nella scuola di Beslan, nell'Ossezia del Nord al confine con la Cecenia, quando l'assedio da parte di un gruppo di terroristi della scuola si concluse con l'uccisione di 186 bambini continuano le polemiche riguardanti il vero svoglimento dei fatti e le successive investigazioni, peraltro non ancora concluse. Un rapporto di 700 pagine curato Yuri Saveliev, membro della commissione parlamentare russa, che si basa sulle testimonianze di ostaggi e testimoni e supportato da studi forensi presenta una nuova versione dei fatti: la conclusione proposta dal rapporto non concorda con la versione ufficiale, secondo la quale i militanti fecero esplodere gli ordigni nella palestra, volontariamente o accidentalmente, prima che le forze di sicurezza irrompessero nell'edificio. Il rapporto di Saveliev propone una conclusione che corrisponde a quella sostenuta dalla commissione parlamentare investigativa dell'Ossezia del Nord, guidata da Stanislav Kesayev - riporta Alan Tskhurbayev per IWPR.

Saveliev afferma infatti che le prime due esplosioni furono causate da colpi di arma incendiaria e dallo scoppio di una granata lanciata dal tetto di una casa vicina alla palestra. Seguirono un incendio e una serie di esplosioni che uccisero 106-110 ostaggi. In aggiunta, secondo quanto si afferma nel rapporto, l'ordine di spegnere le fiamme giunse solo due ore dopo. "Questo è un lavoro incredibile" - ha affermato Ella Kesayeva, a capo della commissione 'Voci di Beslan', "in questi due anni nessuno nella commissione federale parlamentare ha fatto uno studio di precisione e serietà pari a quello di Saveliev. Il suo rapporto è ricco di informazioni tecniche e concrete, dovremmo usarlo come manuale. La verità la conosciamo da tempo: non è certo una novità il fatto che furono i militari i primi ad aprire il fuoco e ora ne abbiamo la prova scientifica".

Nel frattempo la commissione di 'Voci di Beslan' ha fatto ricorso contro la sentenza su Nurpashi Kulayev - ritenuto essere il solo rapitore sopravvissuto - condannato all'ergastolo lo scorso maggio per partecipazione in attentato terroristico e omicidio. La commissione non si oppone al verdetto, ma afferma che il tribunale non ha correttamente considerato le testimonianze di persone presenti e degli ostaggi riguardanti le cause delle prime due esplosioni e la condotta delle forze di sicurezza. 'Voci di Beslan' afferma che le prove presentate al processo di Kulayev sarebbero sufficienti per accusare gli ufficiali delle forze russe. L'appello di 'Voci di Beslan' è ora al vaglio della Corte Suprema della Russia, e, nel caso fosse rifiutato, Kasayeva afferma che sono pronti a presentarlo ad una Corte di giustizia internazionale.

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