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Amnesty: Israele e Libano cessino gli attacchi contro i civili
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"I governi di Israele e del Libano e Hezbollah devono agire immediatamente per porre fine agli attacchi in corso contro la popolazione civile e obiettivi civili". È quanto chiede Amnesty International, in un comunicato rilasciato ieri dove sottolinea che tali azioni costituiscono una flagrante violazione del diritto internazionale e si configurano come crimini di guerra. "È fondamentale che, in un momento in cui la tensione sta salendo rapidamente, tutte le parti coinvolte rispettino le norme del diritto umanitario e che governi terzi facciano tutti i passi necessari per garantire tale rispetto" - continua la nota di Amnesty. È ormai guerra totale fra Israele ed Hezbollah: le forze armate di Tel Aviv hanno stretto la morsa attorno al Libano. Attaccato per ben due volte anche l'aeroporto internazionale di Beirut, bloccato i porti, intensificato i raid aerei.
Il bilancio dell'operazione militare che Israele ha chiamato "Giusta Retribuzione" (e che è scattata l'11 luglio come risposta al rapimento di due soldati israeliani: Ehud Glodwasser, di trentuno anni, e Eldad Regev, di ventisei anni da parte di Hezbollah, che ha ucciso anche otto militari) è di 57 vittime civili, compresi quindici bambini, e 110 feriti. Si tratta degli scontri più feroci tra Libano e Israele dal 1996, quando le truppe israeliane occupavano ancora l'area meridionale del Libano. I combattenti Hezbollah hanno sparato oltre 80 missili nel nord di Israele nel più massiccio attacco da un decennio, colpendo la terza città israeliana, Haifa, riporta l'esercito israeliano.
"E' ora che Nazioni Unite, Unione Europea e l'intera Comunità internazionale si faccia sentire per mettere fine a questi massacri e alla spirale di violenze e rappresaglie" - afferma un comunicato della Associazione Ong Italiane. "Chiediamo un passo anche del Governo italiano in questa direzione. Venga annullato l'accordo di cooperazione militare con Israele fatto dal precedente Governo". "Perché non si chiede una forza di interposizione internazionale a protezione dei civili, come già richiesto da parlamentari italiani ed europei?" - chiede l'Associazione delle Ong italiane invitando a unire la nostra voce a quella delle tante associazioni per i diritti umani in Palestina, in Israele, in Libano che chiedono la fine delle violenze, l'avvio della liberazione dei prigionieri politici nelle carceri israeliane (oltre 8000, tra cui donne e minori) e il rilascio dei militari israeliani.
L'ambasciatore israeliano negli Usa Daniel Ayalon ha detto ai giornalisti a Washington che l'attacco a Haifa è una "grande, grande escalation", ma gli Hezbollah, guerriglieri appoggiati da Siria e Iran, hanno smentito di aver sparato il razzo. Beirut, dopo una riunione d'emergenza dell'esecutivo, ha chiesto un immediato cessate-il-fuoco e la fine di quella che ha definito "una sanguinosa aggressione". Il presidente Usa George W.Bush ha espresso preoccupazione per la sorte del governo libanese anti-siriano, ma non ha criticato direttamente la punizione che Israele gli sta infliggendo. Il governo del Libano si è rivolto al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, affinchè intervenga per stabilire una tregua tra Hebollah e le forze israeliane.
"Israele deve porre immediatamente fine agli attacchi contro la popolazione civile e le infrastrutture civili in Libano, attacchi che costituiscono punizioni collettive. Israele deve inoltre rispettare il principio della proporzionalità della forza nel prendere di mira obiettivi militari od obiettivi civili che potrebbero essere usati per scopi militari" - afferma Amnesty International. "Hezbollah deve cessare di lanciare attacchi contro la popolazione civile israeliana e deve trattare in modo umano i due soldati israeliani catturati ieri, garantendo loro immediato accesso al Comitato internazionale della Croce rossa". Amnesty International chiede al governo libanese di prendere misure concrete per assicurare che Hezbollah rispetti tali obblighi di diritto internazionale.
Il presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano ha definito "un passo significativo e utile" la presa di posizione della presidenza di turno dell'Unione Europea sulla crisi medio orientale, che parla di "un carattere sproporzionato" della reazione israeliana. Si tratta, ha spiegato Napolitano "di una dichiarazione impegnativa". Ma "credo - ha aggiunto - che l'Europa possa fare di più". [GB]