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Balene: indebolita la moratoria, commissione inadeguata
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"La Commissione Baleniera Internazionale (Iwc) è inadeguata e va profondamente riformata se davvero si vogliono tutelare le balene" - afferma il Wwf dopo la conclusione della riunione della Commissione oggi in Giappone. La Commissione doveva fare il punto sulla possibilità di "caccia scientifica" ai grandi cetacei: il Giappone non è riuscito ad eliminare diverse misure di protezione dei piccoli cetacei e a consentire la caccia delle balenottere minori e di Bryde nelle proprie acque territoriali, ad abolire il Santuario dell'Oceano meridionale.
Ma è stato capace di far mettere in discussione la vigente moratoria sulla caccia commerciale ai cetacei. Domenica, infatti, su iniziativa di Tokyo, una maggioranza di Stati membri della Iwc aveva approvato una dichiarazione critica verso la moratoria del 1986 sulla caccia commerciale alle balene. Secondo il testo, il divieto non è più necessario in quanto le balene, non più in numero tale da rischiare la scomparsa, depauperano, nutrendosi, la fauna ittica. In seguito all'approvazione della dichiarazione, la moratoria, decisa per salvare dall'estinzione il più grande mammifero del pianeta, ha subito un colpo ma non rischia di essere revocata nell'immediato. Per tale passo, occorrerebbe una maggioranza qualificata del 75% degli Stati membri della Commissione.
La Nuova Zelanda ha accusato il Giappone di comprare il voto dei piccoli paesi promettendo aiuti economici. La premier laburista neozelandese Helen Clark ha accusato il Giappone di spendere milioni di dollari in aiuti per assicurarsi voti chiave a favore della caccia commerciale ai mammiferi e di creare pericolose spaccature fra i paesi del Pacifico. "È ben noto - ha affermato la Clark - che Tokyo ha sparso un sacco di soldi in giro, in paesi piccoli e poveri, per raccogliere sostegno nella commissione. Speriamo solo che col tempo il Giappone possa riflettere sul danno che questo arreca alle sue relazioni con il resto del mondo, e speriamo che la pressione morale di paesi come la Nuova Zelanda, fedeli ad una politica di aiuti responsabile e disinteressata, conquisti la lealtà di tutta l'area del Pacifico".
Per il momento, il Giappone rispetta la moratoria, ma continua - al pari dell'Islanda - a cacciare balene a fini scientifici, nell'ambito di programmi di "ricerca". La Norvegia, dal canto suo, ignora completamente la moratoria. In totale, questi tre Paesi uccidono circa 2.000 balene all'anno. La prossima sessione della Cbi, la 59/a, è in programma nel maggio 2007 in Alaska (Usa).
"Le richieste del Giappone sono fuori dal tempo - spiega Michele Candotti, segretario generale del Wwf Italia - ci fanno fare un salto nel passato di sessant'anni. Fanno tornare al 1946 quando esistevano i club dei balenieri". Nell'ultimo anno, secondo il Wwf, sono state catturate e uccise 2000 balene da Giappone, Norvegia e Islanda. "Ogni giorno - aggiunge Candotti - almeno una balena viene arpionata e uccisa dai pescatori. Se non avviene una riforma in tempi brevi della Commissione potremmo presto dire addio a questi magnifici abitanti del mare. La nuova Iwc deve guardare avanti e allinearsi alle istanze ambientaliste e di conservazione del XXI secolo".
Da bordo della "Rainbow Warrior", Alessandro Giannì di Greenpeace spiega che "è ridicolo che qualcuno all'interno della Commissione pensi davvero di promuovere la caccia alle balene in base al falso assunto che mangiano troppi pesci e quindi minacciano l'attività di pesca". "E' come se si imputasse ai picchi - dice - la deforestazione del pianeta! Per milioni di anni pesci e balene hanno convissuto senza problemi. Negli ultimi anni, armate di pescherecci industriali, con le reti a strascico e le reti derivanti hanno portato al collasso gli stock ittici". La Rainbow Warrior è partita questa mattina da Genova proprio per denunciare la pesca illegale nel nostro mare, anche in pieno Santuario dei Cetacei.
Anche in Italia, dove non viene praticata la caccia alle balene, va tenuta comunque alta la guardia. La pesca accidentale con le reti derivanti, l'inquinamento, le frequenti collisioni con le navi e il mancato rispetto delle leggi del mare mietono ogni giorno vittime tra grandi e piccoli cetacei. Nei giorni scorsi, intanto, il Ministro dell'Ambiente ha annunciato che dall'inizio dell'anno già 400 km di reti illegali sono state sequestrate. Nel nostro mare continua la strage di cetacei come le stenelle e i capodogli: il WWF chiede sanzioni più severe per chi ancora utilizza mezzi banditi a livello internazionale e denunce per chi infrange la legge comunitaria. [GB]