Italia: 101 parlamentari per il Trattato sul commercio di armi

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La Campagna italiana "Control Arms" ha presentato ieri in una conferenza stampa a Roma la mozione di sostegno al Trattato internazionale sul commercio di armi sottoscritta da 101 Parlamentari italiani. Presentata nella settimana dell'ONU sul disarmo, la mozione è sottoscritta da 62 Deputati, prima firmataria l'on. Silvana Pisa (DS), e 39 Senatori, primo firmatario il sen. Francesco Martone (PRC) da molti parlamentari dell'opposizione, ma anche dall'on. Flavio Rodeghiero della Lega e da Publio Fiori vicepresidente della Camera passato da AN al gruppo Misto. L'azione condotta dalla Campagna Control Arms, promossa in Italia da Rete Disarmo e da Amnesty International, sul Parlamento italiano è una delle prime in tal senso e fa parte della Global Parlamentary Action mondiale, lanciata la scorsa settimana in Messico dalla Coalizione internazionale sulle armi leggere Iansa di cui fa parte la Rete Disarmo italiana.

"Nel mondo ci sono circa 639 milioni di armi leggere, e ogni anno ne vengono prodotte altri 8 milioni, una ogni 10 persone. L'Italia nel 2001, secondo Small Arms Survey, è stata il secondo esportatore al mondo di armi leggere, ed ha realizzato tra il 1999 e il 2003 esportazioni per un valore di 1 miliardo e 568 milioni di euro, pari a un terzo del totale delle armi esportate nello stesso periodo, spesso destinandole a paesi accusati di violazioni dei diritti umani" - ha ricordato Massimo Paolicelli (Associazione Obiettori Nonviolenti). "Non è difficile notare come la mozione sia stata firmata da molti parlamentari dell'opposizione" - ha continuato Paolicelli - "ma anche l'on. Flavio Rodeghiero della Lega Nord e Publio Fiori vicepresidente della Camera passato da AN al gruppo Misto hanno sottoscritto questo atto importante. Un buon primo passo, ed ora auspichiamo che si aggiungano altre firme, specialmente della maggioranza, ma che soprattutto si approvi la mozione prima della fine della legislatura".

La mozione impegna il governo ''ad agire per il miglioramento del Codice di Condotta Europeo sull'export di armamenti rendendolo vincolante e sanzionando le nazioni che lo violano'' ed a ''promuovere una iniziativa legislativa sull'esportazione di armi leggere ad uso civile, sportivo e per corpi di polizia ispirata a principi e controlli all'export analoghi a quelli previsti dalla legge 185/90, prevedendo sanzioni adeguate in caso di violazione e migliorando gli standard di trasparenza e di informazione al Parlamento''.

Padre Alex Zanotelli, testimone e protagonista di molte mobilitazioni contro gli armamenti in vari momenti della storia Italiana, ha voluto sottolineare "tre aspetti, il primo è la speranza per il futuro dato dalla forte mobilitazione che viene dalla società civile, che si esprime anche tramite questa campagna, è un segno molto bello ed importante che certe istanze partano dal basso. Il secondo è dato dall'esperienza diretta di missionario, che ha visto con i suoi occhi gli effetti devastanti che produce in Africa il triangolo armi, droga e malavita. Anche per questo un Trattato internazionale non è più rinviabile. Il terzo è l'importanza della positiva posizione presa dal Vaticano all'ONU sulla questione delle armi leggere, che spero si trasformi presto in un impegno quotidiano contro il traffico delle armi".

La conferenza stampa ha poi ospitato l'intevento dei due primi firmatari della mozione nei diversi rami del parlamento. L'On. Silvana Pisa ha ribadito che l'importanza della mozione proposta sta nell'affrontare anhe la questione della legge 185/90 che regolamenta il commercio delle armi nel nostro paese, oltre che i temi del Trattato internazionale sulle armi leggere. Ha ricordato come in questi giorni, ed è la prima volta in 15 anni, la Commissione Difesa della Camera stia discutendo la relazione del Governo che annualmente viene presentata al Parlamento. Attenzione massima, secondo l'On. Pisa, deve essere posta soprattutto "su gli accordi di cooperazione militari tra Stati, l'ultima trovata per aggirare la 185/90". Il Sen. Francesco Martone ha ricordato come il 3 ottobre il Consiglio dell'Unione europea ha approvato la proposta di sostenere a livello internazionale il Trattato sulle armi leggere: "dimostrazione che quando le associazioni lavorano con i Parlamentari nel reciproco rispetto dei ruoli, i risultati si ottengono. Della mozione sottolineo l'importanza che si arrivi presto ad ad una iniziativa legislativa nazionale sugli intermediatori internazionali di armi da fuoco".

Daniela Carboni di Amnesty Italia (e del board della Campagna Control Arms) si è detta "molto preoccupata delle sorti della legge 185/90". "Se da un lato apprezziamo che per la prima volta si è giunti ad un dibattito parlamentare sulla relazione, dall'altro auspichiamo che questo sia un passaggio per migliorarla e renderla sempre più incisiva, e non per svuotarla, come si preannuncia nella relazione stessa". La legge 185/90 è una delle leggi migliori sulle armi, perché ha dei principi forti ancora validi e drammaticamente attualissimi. "Proprio per questo - ha aggiunto Daniela Carboni - i suoi principi ispiratori andrebbero esportati in Europa, rendendo migliore il Codice di Condotta, ma soprattutto vincolante per gli Stati membri ed a livello internazionale con l'approvazione di un Trattato sulle armi".

L'On. Mauro Bulgarelli ha notato che di fronte agli attacchi alla legge 185/90 sul commercio delle armi da parte della lobby militar-industriale occorre trasferire i principi ed i controlli previsti dalla 185 sulle armi 'pesanti' anche a quelle leggere, e il Sen. Nuccio Iovene ha voluto sottolineare come l'impoegno da oggi si sposti sulla raccolta di altre firme per permettere in base al regolamento a questa mozione di avere la procedura di urgenza, e quindi di essere discussa entro tre mesi.

"Di fronte alle negatività istituzionali di questi mesi, che vanno dal fallimento di diversi Summit internazionali, fino alla sconfitta del referendum brasiliano, dall'aumento mondiale delle spese militari alla militarizzazione dei territori in nome della sicurezza contro il terrorismo, la Campagna Control Arms registra in Italia una forte mobilitazione. A livello internazionale è stato raggiunto metà dell'obiettivo prefissato, raccogliendo mezzo milione di volti, solo in Italia, dove siamo partiti da pochi mesi abbiamo raccolto 20.000 volti, di cui oltre 150 sono di personaggi 'noti'. Per questo desideriamo aumentiare la mobilitazione" - ha concluso Riccardo Troisi di Rete Lilliput - invitando tutti a mettere la faccia contro le armi ed andare tutti insieme a giugno 2006 alle Nazioni Unite. [GB]

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