Ambiente: Bruxelles bacchetta l'Italia anche sui Mondiali 2005

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L'Italia è finita nel mirino di Bruxelles che ha deciso di portare avanti nei suoi confronti 15 procedimenti di infrazione alla normativa europea sulla protezione dell'ambiente. La commissione europea accusa Roma di aver violato le regole comunitarie in materia di "trattamento delle acque reflue, emissioni industriali, prevenzione degli incidenti industriali, valutazioni di impatto ambientale". Ma anche per "la conservazione di importanti habitat naturali, protezione di risorse idriche, controllo dell'inquinamento atmosferico, scambio delle quote di emissioni e gestione dei giardini zoologici".

Per dieci di queste violazioni l'Italia è stata deferita alla Corte di giustizia dell'Ue. In altri due casi Bruxelles l'ha invitata a rispettare precedenti sentenze della Corte, "per evitare di incorrere in gravi sanzioni pecuniarie". Il commissario europeo all'Ambiente, il greco Stavros Dimas, ha invitato le autorità "a migliorare l'attuazione delle normative". E si è detto anche "preoccupato che l'Italia non abbia ancora attuato la direttiva Ue sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento, per il controllo delle emissioni industriali".

La Commissione Europea ha pronunciato il suo giudizio anche in merito al ricorso presentato da Legambiente contro la grave aggressione al Parco Nazionale dello Stelvio dove si svolgeranno i Mondiali di sci del 2005. Nello specifico il reclamo è nei confronti della pista 'Deborah Compagnoni' allestita a Santa Caterina Valfurva per le gare femminili da discesa dei Mondiali di Sci 'Bormio 2005'. Dopo la 'messa in mora' e il successivo 'avviso motivato' inviato dalla Commissione alle autorità italiane, è di ieri la notizia che la Commissione Europea ha deciso di deferire il nostro Paese alla Corte di Giustizia Europea, per la violazione del diritto comunitario in merito alla realizzazione delle opere che hanno comportato il taglio del bosco e pesanti sbancamenti e demolizioni di suolo e rocce all'interno del Parco Nazionale dello Stelvio, una 'Zona di Protezione Speciale'.

'La cattiva e frettolosa progettazione, l'elusione delle norme nazionali e comunitarie, l'indifferenza nei confronti della vulnerabilità di ambienti alpini protetti hanno messo in pessima luce fin da subito le istituzioni lombarde e locali che hanno lavorato alla preparazione dei Mondiali di Sci del 2005 - afferma Damiano Di Simine, responsabile dell'Osservatorio Alpi di Legambiente - La decisione della Commissione conferma la gravità di comportamenti da noi denunciati, riguardo ai quali abbiamo da sempre messo in guardia le istituzioni locali, la Regione e lo stesso Parco Nazionale. Purtroppo l'arroganza e la indisponibilità a confrontarsi, discutere e modificare i progetti alla luce delle esigenze di tutela dell'area protetta ha determinato un risultato che è sotto gli occhi di tutti: una pessima figura internazionale per il nostro Paese, proprio alla vigilia di un evento sportivo di rilevanza

Ecco i casi di deferimento dell'Italia alla Corte Ue:

MEGA INCENERITORE A BRESCIA - L'impianto, uno dei più grandi d'Europa, con una capacità di trattamento di circa 700.000 tonnellate l'anno è finito sotto accusa in quanto sul progetto non è stata effettuata una valutazione di impatto ambientale che era invece obbligatoria.

TRATTAMENTO ACQUE REFLUE - Carenti gli impianti di alcuni comuni della provincia di Varese. Decisione attesa dal 1998. Inquinato il fiume Olona, che si riversa nell'Adriatico.

CONSERVAZIONE NATURA - Per Bruxelles, l'Italia non ha rispettato la norma che impone una valutazione ambientale di piani e progetti prima della loro realizzazione, autorizzando la costruzione, malgrado l'esito negativo della valutazione, di una strada forestale nel Parco naturale Vedrette di Ries-Aurina e di una via ferrata nel Parco naturale Puez-Odle, entrambe in provincia di Bolzano. Bruxelles sostiene anche che la valutazione non sia stata fatta per la nuova infrastruttura sciistica in costruzione per il campionato mondiale 2005, a Santa Caterina Valfurva, Sondrio.

DIRETTIVA SEVESO II - Per la Commissione "la legislazione in materia non è sufficientemente rigorosa" e l'Italia non ha rispettato i requisiti della direttiva Seveso II, il cui termine per l'adozione era il 3 febbraio 1999.

SOSTANZE DANNOSE PER L'OZONO - L'Italia non ha rispettato l'obbligo di informare come ridurre l'impiego delle sostanze che riducono lo strato di ozono come i clorofluorocarburi.

DIRETTIVA IPPC - Per Bruxelles il nostro paese non sta attuando la direttiva sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento (direttiva Ippc) in relazione ai nuovi impianti attivati dopo il 30 ottobre 1999.

DIRETTIVA QUADRO SULLE ACQUE - L'Italia, come altri paesi, ha omesso di recepire nel proprio ordinamento entro il 22 dicembre 2003 la direttiva che proteggere lo stato delle risorse idriche.

SCAMBIO DELLE QUOTE EMISSIONI DI GAS SERRA - Non è stata recepita nell'ordinamento italiano. Il termine ultimo era il 31 dicembre 2003. I restanti procedimenti sono avvertimenti, due dei quali riguardano la mancata applicazione di sentenze per le quali l'Italia - nel caso di un nuovo deferimento alla Corte Ue - rischierebbe forti ammende.

ZONE DI PROTEZIONE SPECIALE - All'Italia è chiesto di attuare la sentenza del 20 marzo 2003 che la condannava per non avere classificato numerosi territori come zone di protezione. "Notevoli i progressi, ma permangono alcune gravi carenze, che sono più evidenti in Sicilia, Sardegna, Lombardia, Calabria".

GIARDINI ZOOLOGICI - All'Italia è chiesto di applicare la sentenza della Corte di giustizia dell'Ue del 10 giugno 2004 su alcuni aspetti della gestione dei giardini zoologici.

GLI ULTIMI 3 AVVERTIMENTI - riguardano la mancata presentazione sia di un piano nazionale di assegnazione definitivo sullo scambio di emissioni, sia dei dati sull'inquinamento atmosferico per il 2002 per la Calabria; oltre ad un progetto stradale a Imola per il quale è stato deciso che la valutazione di impatto ambientale era superflua.

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