Burundi: nasce la Commissione per la verità e la riconciliazione

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Il presidente "ad interim" Domitien Ndayizeye ha promulgato una legge di istituzione della Commissione nazionale per la verità e la riconciliazione in Burundi (Cnvr), prevista dagli accordi di pace di Arusha dell'agosto 2000 - riporta l'agenzia Misna. L'annuncio sarebbe stato fatto dal portavoce presidenziale, Pancrace Cimpaye, citato dall'Agence France Presse (Afp). Da tempo numerose associazioni della società civile burundese chiedevano l'istituzione di una Commissione che faccia luce sui crimini commessi in Burundi.

Tra i compiti della Commissione vi sarà quello di far luce sui crimini commessi dal giorno dell'indipendenza, il primo luglio 1962, per permettere al Paese di identificare gli autori delle violenze ciclicamente commesse in questo arco di tempo. La Cnrv, dotata di ampi poteri, dovrà anche fungere da arbitro nelle controversie e sollecitare la riconciliazione. I 25 componenti della Commissione, che avrà un mandato di due anni, saranno "nominati con grande rapidità" dal presidente, di concerto con parlamento e governo.

I conflitti etnici, essenzialmente tra gli hutu, la maggioranza della popolazione, e i tutsi, minoritari ma detentori del potere, hanno segnato la storia del Burundi, contraddistinta da un susseguirsi di colpi di Stato e massacri. L'ultimo conflitto interno, scoppiato tra l'esercito, in prevalenza composto da tutsi, e i ribelli hutu ha mietuto oltre 300.000 vite, in maggioranza civili.

Lo scorso 2 dicembre è iniziato il programma di smobilitazione che dovrebbe portare nei prossimi 4 anni al disarmo di almeno 55.000 combattenti, divisi tra le Forze Armate e i gruppi ribelli Hutu che hanno firmato lo scorso anno gli accordi di pace con le autorità burundesi. E' slittato invece a data da destinarsi il referendum per l'approvazione della nuova Costituzione, entrata in vigore lo scorso 1 novembre. Il processo di smobilitazione, avviato con il "rogo simbolico" di 100 armi da fuoco presenziato dal presidente Domitien Ndayizeye e dal capo della ONUB (la missione ONU nel paese) Carolyn McAskie, durerà 4 anni circa e dovrebbe portare al disarmo di 14.000 combattenti ogni anno. Gli smobilitati, riuniti in specifici campi di reinserimento per i 10 giorni successivi alla consegna delle armi, riceveranno per 18 mesi un salario prima di essere integrati nel nuovo esercito o nelle forze di polizia (che conteranno rispettivamente 30.000 e 20.000 unità) oppure di essere reinseriti nella vita civile.

Altre fonti: Warnews

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