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Zimbabwe, ristabilire il diritto alla casa
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Il governo dello Zimbabwe ha avviato in queste settimane l'Operazione Murambatsvina - che tradotto significa spazza via l'immondizia - una delle più massicce operazioni di demolizioni e sgomberi che la storia ricordi: finora sono state sgomberate circa 300.000 persone, ma il totale potrebbe arrivare a 1,5 milioni. Durante i primi giorni ci sono stati scontri che hanno portato all'arresto di circa 42.000 persone e all'uccisione di molte decine. Per cercare di bloccare questo crimine le associazioni locali e le reti internazionali lanciano un appello firmato da oltre 200 realtà. Ma per avere più forza viene lanciato questo appello ai G8, BM e FMI con la richiesta di bloccare qualsiasi cancellazione del debito/aiuto se lo Zimbabwe non bloccherà gli sgomberi accettando di convertire il debito per un recupero dei quartieri popolari. Questa situazione sembra difficile ma è giusto ricordare che con la campagna W Nairobi W! si è riusciti a bloccare lo sgombero di circa 300.000 persone bombardando di e-mail le controparti.
Anche per lo Zimbabwe i promotori chiedono di mandare automaticamente l'appello via email a tutte le controparti. A questo si aggiunge l'appello di diffondere l'iniziativa e la proposta.
Su pressione di UN-AGFE, organismo di cui fa parte l'International Alliance of Inhabitants, le Nazioni Unite, dopo molti tentennamenti, hanno deciso di inviare in missione ad Harare Anna Tibajiuka, Direttrice di UN-Habitat.
Tra i primi promotori dell'appello:
* Mike Davies, presidente Combined Harare Residents Association (Zimbabwe)
* Alex Zanotelli, missionario comboniano (ti manderò la sua lettera alla Chiesa cattolica appena sarà ufficiale)
* Renzo Fior, Emmaus
Fonte: International Alliance of Inhabitants, International Alliance of Inhabitants, Associazioni locali, Lettera della Pastorale
Foto dell'area di Harare prima e dopo dell'Operazione Murambatsvina.
APPELLO
Operazione ristabilire il diritto alla casa in Zimbabwe
Noi, associazioni di abitanti, reti internazionali, gruppi di volontariato, ong, enti pubblici, cittadini del mondo, siamo profondamente feriti e denunciamo l'"Operazione Murambatsvina" (spazza via l'immondizia) lanciata dal Governo dello Zimbabwe.
Gli abitanti delle baraccopoli dello Zimbabwe non sono immondizia!
Gli sgomberi stanno infatti colpendo in pieno inverno:
- 1,5 milioni di persone, principalmente ad Harare, Bulawayo, Victoria falls, Chitungwiza, Chipinge, Kariba, Chinhoyi, Beitbridge Gwanda, su un totale di circa 12 milioni di abitanti
- 300.000 bambini costretti ad abbandonare la scuola
- 42.000 arrestati tra le persone che si opponevano agli sgomberi
- decine di morti, tra cui bambini, schiacciati nelle operazioni di demolizione o negli scontri con la polizia
Il Governo dello Zimbabwe sta violando la normativa internazionale: l'art. 11 del Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali, in particolare i Commenti Generali n. 4 e 7 che vietano gli sgomberi senza rilocazione adeguata e concordata, l'art. 14 della Convenzione sull'Eliminazione di tutte le Forme di Discriminazione contro la Donna che richiede agli stati di assicurare adeguate condizioni di vita nelle zone rurali, l'art. 27 della Convenzione Internazionale sui Diritti del Bambino che impone agli stati il rispetto del diritto dei bambini ad una casa adeguata, l'art. 7 e l'art. 17 della Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici che proibisce i trattamenti crudeli, inumani e degradanti e l'uso arbitrario della forza, l'art. 7(1)(d) e l'art. 7 (2)(d) dello Statuto della Tribunale Internazionale Criminale che codificano il trasferimento forzato della popolazione civile come crimine contro l'umanità.
Perciò, sostenendo la Dichiarazione congiunta lanciata lo scorso 23/6/05 da oltre 200 associazioni e reti africane ed internazionali contro l'Operazione Murambatsvina, e l'Appello "Cancellare il debito per alloggiare i poveri del mondo"
Chiediamo con forza
Al Governo dello Zimbabwe di:
- fermare immediatamente le demolizioni e gli sgomberi
- provvedere alla rilocazione degli sgomberati, e definire un piano di recupero degli slum concordato con le comunità interessate, nel rispetto della normativa internazionale
- garantire il diritto alla riparazione per tutte le vittime degli sgomberi, compreso l'accesso alla giustizia, la restituzione, il recupero, la compensazione, la soddisfazione e la garanzia che queste violazioni non si ripetano
Al G8 e ai Paesi creditori dello Zimbabwe (Cina, Mozambico, Malaysia, Paesi Bassi, Portogallo, Svizzera, Egitto, Iran, Danimarca, Svezia, Indonesia, Giamaica, Sud Africa⅀) di:
- concedere la cancellazione del debito solo se le risorse liberate sono destinate allo sviluppo di politiche abitative ed urbane per i poveri, in particolare siano canalizzate in Fondi Popolari per la Terra e la Casa controllati da tutte le parti in causa, compresi gli abitanti e la società civile organizzata, con chiari meccanismi per garantirne la trasparenza
- bloccare qualsiasi investimento nello Zimbabwe se gli effetti violano la normativa internazionale sui diritti.
Alle Nazioni Unite, all'Unione Africana e all'Unione Europea di attivarsi immediatamente per:
- condannare pubblicamente l'Operazione Murambatsvina
- vigilare il rispetto della normativa internazionale sui diritti anche con l'invio di un contingente di volontari civili che funga di aiuto e interposizione
- favorire un tavolo di concertazione tra il governo dello Zimbabwe e tutte le parti interessate, comprese le rappresentanze riconosciute dei baraccati, le reti internazionali, le ong e gli enti locali per rilocare le persone sgomberate in maniera concordata con le comunità interessate, garantire la sicurezza abitativa, la costituzione dei Fondi Popolari per la Terra e la Casa, la riforma e la redistribuzione della terra e l'accesso ai servizi pubblici di base.