Wto: protesta a Lamy, Zambia il no alla retorica

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La prima giornata della ministeriale di Hong Kong si è aperta con il discorso del direttore generale, il francese Pascal Lamy che ha ironizzando su chi in passato ha coniato l'appellativo medioevale (lui stesso) per l'Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto), per poi decantare l'organizzazione della conferenza e scaldare gli animi dei presenti sulla necessità di un risultato positivo. Il direttore generale ha parlato di una organizzazione nelle mani dei suoi paesi membri, lamentando di disporre di un budget annuale cinque volte inferiore a quello della federazione internazionale gioco calcio, affermando che le difficoltà presenti dell'organizzazione sono la dimostrazione della sua democraticità. "Siate forti, coraggiosi e di mentalità aperta", ha spronato i ministri presenti, ricordando che chi non rischia non ottiene nulla, dunque "entrate nella caverna della tigre e lasciate Hong Kong col meritato premio nelle vostre mani!".

Più di cinquanta attivisti sono riusciti ad entrare nella sala principale del Convention Center e a scandire slogan che chiedevano a Lamy di stare dalla parte dei popoli e di fermare questi negoziati iniqui. Il Direttore Generale del Wto è apparso visibilmente infastidito dalla contestazione. Intanto nel pomeriggio circa 20.000 manifestanti si sono diretti verso il Convention Center per cercare di "violare" la zona rossa. Circa cinquanta contadini coreani si sono addirittura tuffati nelle fredde acque del tratto di mare che separa la penisola di Kowloon con l'isola di Hong Kong per raggiungere la sede del vertice. Per strada ci sono stati momenti di tensione, quando alcuni manifestanti hanno provato a forzare il blocco della polizia a soli 300 metri dal centro congressi. I poliziotti hanno spruzzato una specie di gas urticante, bloccando l'avanzata della protesta. Le fonti di polizia parlano di tre manifestanti ricoverati in ospedale, ma di nessun arresto. Di diverso avviso le organizzazioni coreane, che sostengono ci siano sei persone fermate e per questo hanno deciso di continuare il loro presidio per tutta la notte.

Di diverso tenore è stato il messaggio scritto da Kofi Annan, quasi un appello a tutti i 149 paesi membri (l'Arabia Saudita è l'ultima new-entry) a tenere la barra dei negoziati fortemente orientata allo sviluppo dei paesi poveri. Il direttore dell'ONU ha chiesto date precise per la fine dei sussidi agricoli distorsivi e aiuti per aumentare i benefici dalla liberalizzazione degli scambi. Per Roberto Meregalli di Rete di Lilliput il suo discorso si è insomma inserito nel mantra degli ultimi anni: "l'accesso al mercato salverà i poveri". "In questa direzione il nostro povero commissario Mandelson sembra destinato al patibolo per la sua resistenza a smantellare la politica agricola dell'Unione Europea" scrive Meregalli che precisa - "poco importa che ad esempio gli USA manterranno i loro sussidi, che la stessa India sia prudente e che i paesi Africa Caraibi Pacifico, il G90 e il G33, (tutti raggruppamenti di paesi in via di sviluppo) sempre più chiaramente dicano che più che di accesso al mercato (difficilmente sfruttabile) vorrebbero vedersi esentati da altre clausole capestro e potersi gestire i dazi come vogliono. Per i poveri c'è davvero da preoccuparsi".

Tra gli interventi in plenaria, va senza dubbio segnalato quello del Ministro del Commercio dello Zambia - Dipak Patel, una delle personalità di maggior peso e carisma tra gli esponenti dei Paesi meno sviluppati, che ha usato parole molto dure per attaccare l'attuale stato dei negoziati. Secondo Patel la Wto si è totalmente dimenticata degli interessi dei Paesi più poveri del pianeta. Le clausole del trattamento speciale e differenziato, ovvero il principio che concederebbe privilegi speciali ai Paesi poveri in base al grado del loro sviluppo economico, sono state messe da parte, e ci si è preoccupati solo di come favorire l'accesso al mercato delle realtà del Sud del mondo da parte di quelle del ricco Nord. "Inutile fare tanta retorica, come già accaduto nel 2005 durante il G8 e gli Annual Meetings di Banca mondiale e Fondo monetario e sbandierare a sproposito lo "slogan consegnamo la povertà alla storia", se si vuole avere un vero Round di sviluppo, come è definito quello di Doha, bisogna veramente far diventare prioritari gli interessi dei poveri del pianeta" ha ricordato Patel all'assemblea dei delegati.

"La riunione del Wto, anche se declassificata, è comunque importante - spiega De Ponte - poiché il processo in cui è inserita rischia di produrre accordi dannosi per i paesi poveri nei tre settori fondamentali, agricoltura, beni industriali e servizi. I paesi ricchi, pur essendo in minoranza nel Wto, stanno tentando di imporre regole di cui beneficierebbero soprattutto loro, a discapito delle popolazioni più deboli e indifese". A dire questo è Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid International, una delle più grandi organizzazioni internazionali di sostegno ai paesi impoveriti. Finora - sottolinea ActionAid International - l'abbattimento delle barriere protezionistiche, in aggiunta ai sussidi che gli Stati col maggior peso economico forniscono ai loro produttori agricoli, ha determinato gravi difficoltà nei paesi in via di sviluppo, costringendo molti agricoltori e imprese industriali a chiudere la propria attività.[AT]

Altre fonti: Osservatorio sul commercio internazionale

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