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WWF: negativo il bilancio del Governo sull'ambiente
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Si è conclusa da poco la XIV Legislatura, 2001-2006 con i due Governi guidati dall'On. Silvio Berlusconi, e il bilancio in campo ambientale che puntualmente il WWF effettua ad ogni chiusura di legislatura, è inappellabile: l'Italia ha perso sul piano legislativo il concetto di "ambiente come valore" costituzionalmente garantito. Dopo anni di conquiste dovute alle pronunce della Corte Costituzionale che hanno sempre più rafforzato gli strumenti di tutela ambientale, La stagione 2001-2006 è stata, invece, caratterizzata da una vera e propria "controriforma" con modifiche radicali mai registrate prima, da cui l'insieme della tutela dei beni ambientali e culturali dell'Italia ne esce fortemente minata. L'analisi ambientale a fine legislatura da parte del WWF è ormai una prassi consolidata e quest'anno è contenuta in un libro presentato oggi a Milano e domani a Roma dal titolo: "Politica e ambiente: bilancio di una legislatura" pubblicato da Edizioni Ambiente.
L'analisi è stata condotta dallo staff tecnico-legislativo di 17 persone del WWF e curata da Gaetano Benedetto, segretario aggiunto del WWF Italia. "E' opinione corrente che la XIV legislatura verrà ricordata come quella che ha introdotto maggiori modifiche nel campo della scuola, delle telecomunicazioni, della giustizia, delle riforme costituzionali - ha dichiarato Gaetano Benedetto. Purtroppo non è così. Le modifiche normative più radicali sono state fatte proprio in campo ambientale "camuffate" da una veste di "semplificazione" e di adeguamento alle normative europee, rispetto alle quali l'effetto-collisione è forse l'aspetto più grave".
Uno degli aspetti più dannosi, che non riguarda solo la difesa dell'ambiente "tout-court", ma soprattutto la tutela della salute dei cittadini, è il fatto che per effetto di questa "controriforma" ambientale decine di milioni di tonnellate di rifiuti industriali potenzialmente scompariranno da ogni controllo favorendo il traffico delle eco-mafie. Il dato più macroscopico è quello di una sommatoria di ricadute sull'ambiente analoghe a questa: oltre ad una deregulation sui rifiuti la XIV legislatura ha reso più difficili le bonifiche, ha innalzato i limiti di inquinamento delle acque, ha previsto deroghe alla VIA per molte infrastrutture, ha ristretto il campo di applicazione del danno ambientale. Tutto questo si aggrava considerando un contesto "esterno" di ambiente già stressato e per molti versi compromesso. Sulla gestione del territorio, ad esempio, i condoni edilizi e le sanatorie paesistiche hanno già impedito di reprimere gli abusi commessi, le nuove concessioni demaniali occuperanno ulteriormente le già martoriate coste, la scomparsa delle scadenze dei piani paesaggistici e la sottrazione dei poteri sostitutivi dello Stato renderà difficilissima l'introduzione di elementi di tutela anche per i nostri territori più delicati. Ed ancora decine di opere pubbliche la dalla dubbia utilità, che consumano territorio senza neppure avere una Valutazione di impatto ambientale ordinaria. Nel campo dell'energia manca una programmazione: si discute di carbone, di rigassificatori, di biomassa, etc. senza che nessuno stabilisca il quanto e il dove, e senza un piano energetico nazionale di riferimento. Mentre si stanno attuando le più pessimistiche previsioni di aumento di gas serra rispetto agli obiettivi di riduzione che il nostro paese aveva sottoscritto. Per non dire della mancata tutela della biodiversità o dell'uso improprio della Protezione civile che trasforma in emergenza la gestione ordinaria (vedi caso rifiuti), le grandi opportunità (come la Coppa America a Trapani), le grandi necessità (es. depuratore di Milano).
"E' l'analisi dei dati che ci porta a queste conclusioni: non si tratta dunque di un pregiudizio da 'estremisti', come spesso il mondo ambientalista viene giudicato. A meno che qualcuno non voglia giudicare come ambientalisti estremisti anche la Commissione Ambiente Europea, la Corte di Giustizia Europea, la Corte Costituzionale, il mondo più avanzato della scienza che da un lato concorda con le nostre analisi giuridiche e dall'altro conviene sulle evidenze scientifiche relative all'inquinamento e all'impatto delle attività umane sull'ambiente" - conclude Gaetano Benedetto.
Al termine della lettura di questo libro si resta, infatti, colpiti da una vera e propria "virata" a 180 gradi che si è verificata in questo quinquennio, una forte inversione di tendenza: le maglie della tutela si sono aperte e sono maggiori le possibilità di arrecare danni all'ambiente. Sul piano sociale non si è messo in atto alcun incentivo per trasformare la sensibilità collettiva sui temi ambientali in coscienza politica; mentre sul piano economico si è persa l'occasione di gestire l'ambiente come traino per la crescita e per sviluppi diversi. Il risultato è stato il rafforzamento della tendenza, già presente nel Paese, caratterizzata dall'ignoranza trasversale sulle questioni ambientali della classe politica ed amministrativa in ogni livello istituzionale. Il paradosso infine della politica ambientale del Governo è stata far apparire le scelte effettuate come compatibili.
Il WWF nel libro "Politica e ambiente: bilancio di una legislatura" ha scelto di non entrare nel campo delle opinioni politiche o amministrative, ma di analizzare le scelte fatte sulla base dei principi giuridici e delle conseguenze che hanno prodotto e possono produrre le varie modifiche normative effettuate. E' stato utilizzata come base il lavoro svolto dal tavolo di coordinamento delle Associazione Ambientaliste, coordinato dalla stesso WWF, sono stati ripresi i documenti prodotti sui vari provvedimenti in campo ambientale della Legislatura, dalla cosiddetta Legge Obiettivo, alla "Patrimonio dello Stato spa", dal condono edilizio alla sanatoria paesaggistica, dal decreto Marzano sblocca-centrali al Codice Urbani sui Beni Culturali, sino ad arrivare alla legge delega in campo ambientale.