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Voci e iniziative del pacifismo in Italia - II PARTE
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Contro l’aggressione all’Ucraina e la terza guerra mondiale a pezzi le voci e iniziative del pacifismo in Italia. Qui la I PARTE.
di Francesco Pugliese - II PARTE
6. Piazze di pace (2022)
La presenza e la mobilitazione nelle piazze, tradizionale punto di forza del variopinto mondo del pacifismo italiano non hanno avuto le dimensioni e il respiro di altri momenti. Ci sono difficoltà, ritardi, forse rassegnazione, impotenza.
Rimangono questioni aperte l’autonomia dei movimenti pacifisti dai partiti politici e la loro capacità di mobilitazione e di organizzazione; forse in difficoltà sono le tradizionali forme di partecipazione, di presenza in piazza; forse ci sono difficoltà ad attivare, mobilitare, convincere e incidere. Forse ha pesato la stanchezza dopo fasi di mobilitazione e risultati non soddisfacenti. Forse manca una struttura di coordinamento nazionale del pacifismo italiano e una maggiore cooperazione tra i tanti soggetti attivi.
Secondo Alex Zanotelli: “Siamo solo agli inizi, siamo scesi in piazza troppo poco, dobbiamo tornare per strada e coinvolgere la gente, contro le armi e contro la guerra...Noi pacifisti ci siamo mossi tardi, non abbiamo lavorato abbastanza, abbiamo aspettato troppo, forse per paura che le persone non scendessero in piazza…Oggi l’Ucraina è una polveriera, è un Paese spaccato profondamente, con un nazionalismo che fa paura. Un negoziato è sempre possibile, ci si può mettere d’accordo. Ma i combattimenti devono cessare. La posta in gioco è altissima, rischiamo grosso, una guerra nucleare, l’inverno nucleare”. (www.collettiva.it, 9 marzo 2022)
Ma ci saranno momenti e occasioni molto partecipati. Manifestazioni in tutto il Paese contro l’attacco russo e in solidarietà al popolo ucraino all’indomani dell’aggressione. A Roma sfilano in 50 mila con le parole d’ordine “Cessate il fuoco!
– Soccorrere, Trattare, Disarmare” da piazza della Repubblica a San Giovanni in Laterano.
Varie le presenze in piazza con “Un’ora di silenzio per la pace” con riferimento alla prima iniziativa del genere che si ripete da oltre 30 anni a Genova. Una a Vicenza, in piazza dei Signori, dalle ore 18 alle ore 19, con Anpi e Mir. L’Anpi locale diffonde il documento “Se vuoi la Pace prepara la Pace”: “Siamo con le vittime di tutte le guerre, non con gli eserciti! In questi giorni in cui il ricorso alle armi sembra prevalere nella risoluzione del conflitto in Ucraina, desideriamo proporre la testimonianza del silenzio, nella ricerca di una via nonviolenta alla pace. Condanniamo l’invasione russa dell’Ucraina e l’aumento delle spese militari nel mondo, in particolare in Europa e in Italia. Diciamo sì ad una risoluzione democratica del conflitto, per una convivenza pacifica del popolo ucraino e del popolo russo e di tutti i popoli del mondo. Chiediamo una pratica della nonviolenza più strutturata ed organizzata, non mera prerogativa del volontariato”.
Il 18 giugno a Roma incontro promosso dal Movimento Nonviolento per costruire un’Europa di pace. La rete Europe for Peace il 22 luglio promuove manifestazioni in 60 città col documento “Cessate il fuoco. Negoziato subito”. Tante le iniziative dal 21 al 23 ottobre 2022 in molti centri: “Tacciano le armi. Negoziato e conferenza di pace subito!”. Il documento di convocazione dice: “Siamo e saremo sempre dalla parte della popolazione civile, delle vittime della guerra in Ucraina e dei pacifisti russi che si battono per porre fine all’aggressione militare”.
Il 21 settembre lettera di Europe for Peace al segretario delle Nazioni Unite Guterres a sostegno di iniziative multilaterali di pace.
Il primo appuntamento di massa è a Roma il 5 novembre 2022. Indetto dalla coalizione Europe for Peace. Aderiscono oltre 600 associazioni, tra cui Anpi, Arci, Acli, i sindacati, Agesci, Azione Cattolica, Legambiente, Greenpeace, Comunità di Sant’Egidio, Oxfam, Libera, Emergency, Fridays for Future, il WWF, la rivista Nigrizia. Corteo con cento mila partecipanti, un lungo corteo colorato con l’arcobaleno attraversa Roma da piazza della Repubblica fino a piazza San Giovanni. Si chiede: “cessate il fuoco subito – Negoziato per la pace”. No a tutte le armi nucleari. E’ respinto il ricatto: se chiedi la pace, vuoi la resa di Kiev e sei filo-Putin. Contestato il segretario del Pd Enrico Letta che conferma il sì a nuovi armamenti per l’Ucraina.
Sul maxischermo il messaggio di una donna ucraina, Katrin Cheshire, attivista del movimento pacifista di Kiev: “Chiediamo il vostro sostegno affinché il nostro governo ascolti ogni opportunità per porre fine al conflitto. La guerra è un crimine contro l’umanità e la vita umana ‘il valore più grande’, la vita di ogni ucraino, di ogni russo e di ogni altro popolo della terra”.
Messaggio del cardinale Matteo Zuppi presidente della Cei: “La pace manca come l’aria. Chi lotta per la pace è un realista, anzi un vero realista, perché sa che non c’è futuro se non insieme. Papa Francesco con grande insistenza ha chiesto di fermare la guerra. Noi chiediamo al presidente della federazione russa di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza. E chiediamo al presidente dell’Ucraina che sia aperto a serie prospettive di pace”.
7. Piazze di pace (2023)
Manifestazioni in tutto il Paese per la Giornata per la pace del 1° gennaio 2023, la 56.ma (indetta la prima volta da Paolo VI nel 1968). Nuovo appello di Papa Francesco: “No alla guerra, no al riarmo. Intollerabile il conflitto in Ucraina”.
Martedì 10 gennaio 2023 digiuno e presidio a Roma dei “Disarmisti Esigenti” per dire no alla guerra e all’invio delle armi in Ucraina; appello “Salviamo la Terra. Blocchiamo la guerra”.
Giovedì 23 febbraio inedita Marcia notturna Parigi-Assisi per la pace. Si parte da Perugia alle ore 24 e si giunge ad Assisi alle sei del mattino del 24. Una marcia straordinaria, la prima di notte, a sottolineare la drammaticità e i pericoli del momento. Storico appuntamento del pacifismo italiano la Marcia Perugia-Assisi, inventata Aldo Capitini nel 1961 (oltre 20 le edizioni finora). Flavio Lotti, coordinatore e animatore della Tavola della Pace, organizzatrice della Marcia: “è dal 2014 che ci battiamo per la fine di questa guerra, rischiamo il punto di non ritorno. Già sappiamo che nei prossimi mesi ci sarà un bagno di sangue nell’est dell’Ucraina”. Il 5 settembre 2023 viene costituita (con sede a Perugia) la “Fondazione Perugiassisi per la cultura della pace”; tra gli obiettivi “rafforzare l’impegno per la pace e formare una nuova generazione di donne e uomini architetti e artigiani di pace”.
Il 24 febbraio ’23, primo anniversario dell’attacco russo all’Ucraina tante manifestazioni in molte piazze. Indette dalla coalizione Europe for Peace per chiedere “il cessate il fuoco, il dialogo e i negoziati di pace per costruire un’Europa sicura e pacifica per tutti” e per dare “solidarietà al popolo ucraino e alle vittime di tutte le guerre, le violenze, le repressioni e le discriminazioni nel mondo. La pace è la vittoria di cui abbiamo bisogno!”
Una grande manifestazione anche a Bologna da piazza XX settembre a piazza Nettuno, anche qui proposta dalla coalizione Europe for Peace. Centrale il tema dell’invio delle armi. Secondo la vicesindaca Emily Clancy “con l’invio delle nuove armi stiamo tenendo in piedi l’Ucraina o stiamo prolungando la guerra? E giusto porsi questa domanda ad un anno dallo scoppio del conflitto. Credo che la nostra parte vada fatta in modo diverso”. Presenti anche gli studenti medi e universitari.
Manifestazioni in tanti altri centri (oltre 120 cortei, veglie, fiaccolate). Oltre 10 manifestazioni nella sola Toscana: catena umana intorno alla Galleria degli Uffizi a Firenze, veglia silenziosa a Empoli, veglia al lume di candela intorno a un ulivo a Pistoia, fiaccolate a Carrara, Grosseto, Siena; corteo a Sesto Fiorentino e Cecina, letture di pace a Pisa, partecipazione al Consiglio comunale a Prato. Il segretario della Cgil Toscana dice: “La guerra non si può fermare con la guerra, c’è bisogno di un cessate il fuoco immediato e l’apertura di un negoziato vero con il coinvolgimento delle Nazioni Unite perché sia trovata una soluzione politica al conflitto”. In mille partecipano alla fiaccolata di Trento.
Sabato 25 febbraio corteo a Roma dal Colosseo al Campidoglio. “La pace è l’unica vittoria di cui abbiamo bisogno” è la parola d’ordine. Molte le adesioni, anche dei sindacati: “Occorrono negoziati di pace per costruire un’Europa sicura e pacifica, in solidarietà con il popolo ucraino e le vittime di tutte le guerre. Bisogna arrivare al più presto al cessate il fuoco e a misure concrete che portino al disarmo nucleare. Il mondo del lavoro è in piazza per dire: basta armi, basta orrore, basta morte”. Nel pomeriggio presidio di circa 200 giovani di Sant’Egidio, per la pace e il cessate il fuoco, alla stazione Termini.
In piazza del Campidoglio parla anche Rossella Miccio, Presidente di Emergency: “Dopo un anno di guerra ancora si sente parlare di quante armi bisogna inviare e di che tipo. Tutti sappiamo che Putin è l’artefice della guerra, ma l’unica strada possibile per farla cessare è sedersi al tavolo delle trattative. Noi come Emergency facciamo il nostro lavoro per le vittime, ma chiediamo che anche la politica faccia il
suo e rispetti la Costituzione”. Allarme e condanna per il rischio di una guerra atomica.
Andrea Riccardi della Comunità di Sant’Egidio dice: “Non siamo utopisti, non siamo anime belle, ma i più realisti e i più sensibili. Crediamo che bisogna investire sulla diplomazia, perché la guerra rende peggiori gli aggressori, ma disumanizza anche gli aggrediti; di fronte a tutto questo noi vogliamo dire che non ci rassegniamo”. (Avvenire, 25.II.2023)
Il 25 febbraio a Milano manifestazione da Piazzale Loreto con lo slogan “Soldi all’istruzione, non alla guerra” e a Genova una manifestazione nazionale chiede “Giù le armi, su i salari”. Non ha successo la richiesta di sciopero generale contro la guerra.
Nel mese di aprile si avvia la raccolta firme per un referendum abrogativo sull’invio delle armi e il rispetto dell’articolo 11 della Costituzione, in sostanza (tra i promotori il giurista Ugo Mattei); la raccolta delle 500 mila firme di elettori (in tre mesi) però non decolla veramente e per varie ragioni: il silenzio di media e tv è impressionante, zero informazione; i partiti politici lo ignorano e non si schierano. A luglio il traguardo non è raggiunto: poco più di 350 mila le firme raccolte. Non poche, ma non sufficienti per l’indizione del referendum, e soprattutto poche se si considerano in qualche modo i sondaggi che danno la maggioranza degli italiani contrari all’invio di armi.
Un anno è passato, un anno di guerra: orrori, odi, massacri, sofferenza infinita per la popolazione ucraina, bugie, devastazioni ambientali. Ma nessuna prospettiva di pace all’orizzonte; diplomazie silenti e impotenti, negoziati impediti, anche per legge. La vittoria è l’obiettivo, a qualunque costo. In Italia esce il libro di Rainero La Valle: Leviatani, dov’è la vittoria? (cfr. bibliografia).
Il bilancio di un anno di guerra è sconvolgente. Centinaia di migliaia di morti e feriti, 18 milioni di esuli, oltre 150 miliardi di aiuti in armi, 300 mila ettari di foresta bruciati, tonnellate di CO2, fiumi, coste, territori enormi contaminati, devastati e avvelenati, milioni di mine disseminate, porti e infrastrutture distrutti. Diritti umani massacrati. Sofferenze indicibili per le popolazioni. Odi che dureranno chissà quanto. A fronte di tutto questo enormi profitti per le industrie belliche.
I costi tremendi, soprattutto di vite umane. Ma il numero è oscurato, non si deve sapere: anche questo è la guerra. Alessandro Marescotti, fondatore e presidente di Peacelink, denuncia proprio questo: “I morti invece no: quelli non ce li dicono. Sono segreto militare… Il fatto che non ci vengano comunicati i dati delle vittime la dice lunga sui veri fini della guerra e dell’invio delle armi. Che non sono più quelli di una romantica difesa della popolazione. Si combatte in realtà per sconfiggere la Russia, per ottenerne la capitolazione… Se questo è il vero scopo della guerra in Ucraina, è ovvio che vengono messe nel conto vittime a non finire, da non conteggiare per non deprimere il morale della popolazione ucraina che dovrà immolarsi per una vittoria strategica dell’Occidente, il tutto in palese contraddizione con quanto dicono di voler fare i nostri governanti europei con l’invio delle armi… la guerra contro la Russia non può essere vinta. E va chiusa al più presto perché non ha senso mandare al massacro altri soldati per non ottenere nessun risultato, tanti costi per zero benefici. I militari lo dicono, lo dice lo stesso generale Milley, capo del Pentagono”.
Nel febbraio 2023 esce in edizione italiana il libro di Noam Chomsky (cfr. bibliografia) con le sue penetranti analisi e messe in guardia, scrive tra l’altro: “Se daremo a Zelensk’yj le armi che chiede e che gli consentirebbero di attaccare la Russia, e se lui dovesse attaccare veramente, questo ci porterà dritti in cima a
quella scala, alla guerra definitiva. E allora sarà la fine per tutti noi…In generale, l’Europa ne esce indebolita e l’Ucraina, naturalmente, viene devastata con il perdurare della guerra. Nel frattempo le industrie statunitensi sono entusiaste, perché ci guadagnano immensamente, fanno profitti mai registrati. E non soltanto i produttori militari, ma anche l’industria dei combustibili fossili, le banche, i fondi d’investimento e l’agribusiness, nel quale vige un quasi monopolio da parte di cinque o sei società e che sta facendo enormi profitti sulla carestia che si verifica in vaste aree del Pianeta…”. (Chomsky, 2023, pag. 287)
Il 7 maggio è la volta della “Staffetta per l’umanità”, per unire l’Italia da nord a sud, 4 mila km. da Aosta a Lampedusa con le bandiere arcobaleno: “camminare insieme, unire l’Italia contro la guerra in Ucraina, per riaccendere la speranza”.
E’ una iniziativa proposta dall’associazione Servizio Pubblico e dal giornalista Michele Santoro con un appello di intellettuali, artisti, uomini di cultura tra cui Alessandro Barbero, Ginevra Bompiani, Moni Ovadia, Ascanio Celestini. Circa 20 mila i partecipanti; una iniziativa originale e riuscita nonostante le difficoltà organizzative e il silenzio della quasi totalità dei media. "Noi diciamo sempre che in questa guerra c’è un aggressore e un aggredito, ma loro ci vogliono dire qual è il piano per far finire il massacro?” chiede la cantante Fiorella Mannoia.
Spicca la partecipazione alla staffetta di Ivrea di padre Luigi Bettazzi, storico esponente del pacifismo cattolico, 100 anni. “La pace è la mia missione di vita – afferma – eppure mi dicono che sono a favore di Putin? Chi potrà mai sostenere di aver vinto la guerra, con centinaia di migliaia di morti e milioni di esuli da città distrutte?”
Anche in questa iniziativa è centrale la richiesta-proposta del negoziato. Rimane l’unica strada ed è sempre possibile. Così come ha evidenziato, per ultimo, l’esempio della Colombia. “Il processo di pace colombiano – impossibile per tanti – dimostra che ogni conflitto ha una soluzione. Se ci sono volontà, perseveranza e coraggio è possibile mettere fine a qualunque guerra” ha detto Juan Manuel Santos, Nobel per la Pace, già presidente della Colombia e protagonista del difficile processo di pace in quel Paese. (Avvenire, 4.VI.2023)
Domenica 21 maggio 2023 altra edizione straordinaria della marcia Perugia-Assisi, è dedicata alla formazione e al protagonismo dei giovani. Al termine di un anno di lavoro nelle scuole della Tavola della Pace e della rete di 119 scuole e 71 università: “Cessate il fuoco. La continuazione della guerra e l’assurda pretesa di vincerla con le armi si stanno anche mangiando i soldi che servono per prenderci cura di noi tutti e del nostro Paese”. Partecipano in oltre 10 mila; nessuna presenza dei partiti politici.
C’è chi arriva, e partecipa, anche in bicicletta. Tanti dell’associazione “Paciclica”; uno di loro, Guido Cosso, 80 anni, è alla settima marcia e arriva da Verona: “La bellezza di questa manifestazione è che tra di noi basta guardarsi negli occhi per capire quello che condividiamo: ci si riconosce dagli sguardi. Non siamo qui solo per l’Ucraina, ma per tutti i Paesi in conflitto. La nostra fatica serve a dire che contiamo. I politici? Mi sarei sorpreso di più se ci fossero stati”. (Il Fatto Quotidiano, 22.V.’23). Nasce anche il “Patto di Assisi” per l’impegno alla pace tra Rete delle università italiane per la pace, Rete scuole di pace ed Enti locali per la pace.
L’11 giugno finalmente un appuntamento internazionale degli oppositori alla guerra. A Vienna c’è l’“International summit for peace in Ukraine”; tra i promotori l’International Peace Bureau (premio Nobel per la pace nel 1910), Campaign for Peace Disarmament and Common Security, Codepink, Transform! Europe. E’ al teatro al Lorely (ostacoli per il suo svolgimento).
Vi partecipano oltre cento relatori di più di 40 Paesi del mondo, anche da Russia, Ucraina e Bielorussia, e decine di sigle di organismi impegnati per la pace. Parlano Olga Karach (Our House, Bielorussia), Zaira Zafarana (Mir); in collegamento da Kiev partecipano Nina Potarska (Wilpf) e Yuri Sheliazhenko (Ukranian Pacifist Movement).
Nutrita la partecipazione del pacifismo italiano, nella delegazione: Emergency, Sant’Egidio, Acli, Cgil, Rete Pace Disarmo, Un ponte per…, Europe for Peace.
Partecipano online dagli Usa Noam Chomsky e Joffrey Sachs. Chomsky: “E’ improbabile la sconfitta sul campo della Russia, invece è molto probabile che Putin reagisca con l’escalation. La posizione degli Usa è che la guerra debba continuare perché l’Ucraina deve essere messa in una condizione migliore per negoziare. La verità è che sarà in una condizione peggiore, perché di questo passo arriverà ai negoziati distrutta”. Molto seguito l’intervento di Ann Wright, già colonnello dell’esercito Usa, plurimedagliata, dimessasi nel 2003 poco prima dell’invasione dell’Irak, perché “Non ho creduto alle balle di Bush sulle armi di distruzione di massa di Saddam”. Al microfono urla “Stop killing, negotiation now!” e si appella ai Paesi alleati degli Usa “Non vi lasciate trascinare in guerre disastrose”. (Avvenire, 11 giugno 2023)
Voci di denuncia dal Sud del mondo, la guerra è parte del sistema che produce povertà, migrazioni, inquinamento, crisi climatica.
Dense giornate di lavoro, discussioni e confronti sul lavoro fatto e su cosa fare. Alla fine la sintesi è l’elaborazione e l’approvazione della “Dichiarazione di Vienna”. E’ rivolta ai politici di tutto il mondo con l’invito ad agire per il cessate il fuoco e avvio di seri negoziati ed anche alla società civile di tutti i Paesi invitata ad unirsi e realizzare una settimana di mobilitazione globale – da sabato 30 settembre a sabato 8 ottobre 2023 - per “un cessate il fuoco immediato e per negoziati di Pace che pongano fine a questa guerra”.
L’11 luglio 2023 altro appello di Donatella Di Cesare, Raniero La Valle, Carlo Rovelli, Marco Tarquinio, Michele Santoro, Massimo Cacciari: “I governi Ue invertano la rotta bellicista e l’Italia segua la Costituzione che ripudia la guerra”.
Il 18 settembre 2023 ancora Papa Francesco: “Il nostro mondo continua ad essere nella morsa di una terza guerra mondiale combattuta poco alla volta e, nel tragico caso del conflitto in Ucraina, non senza la minaccia di ricorrere alle armi nucleari”. Parla a un convegno sulla Pacem in Terris di Giovanni XXIII e ribadisce che “l’energia atomica per scopi bellici è immorale, così come è immorale il possesso di armi nucleari. E’ responsabilità di tutti noi mantenere viva la visione che un mondo libero da armi nucleari è possibile e necessario. In questo caso, il lavoro delle Nazioni Unite e delle organizzazioni affini nel sensibilizzare l’opinione pubblica e nel promuovere misure normative adeguate rimane fondamentale”.
Il 23 e 24 settembre a Firenze, assemblea molto partecipata promossa tra gli altri da Luisa Morgantini, Claudio Grassi, Maria Luisa Boccia, Renata Mannise. “Il coraggio della pace. Disarma. Non abbiamo paura” con un documento in cui si scrive tra l’altro: “La guerra di nuovo nel cuore dell’Europa, con il suo carico di distruzione e morte. Una guerra che prosegue da più di un anno perché manca la volontà di arrivare ad una trattativa di pace. Una guerra di fronte alla quale il ruolo svolto dal governo italiano e, più complessivamente, dall’UE per arrivare ad una soluzione di pace, è stato nullo, prevalendo una sudditanza nei confronti degli Stati Uniti e della Nato…Il nostro obiettivo è quello di creare uno spazio di confronto e di iniziativa per non disperderci, per recuperare energie vecchie e nuove, insieme. Per
provare a riattivare e tradurre positivamente la voglia che abbiamo di cambiare il mondo avendo come orizzonte la Pace. Pace non genericamente intesa, ma come disarmo…”.
Varie le iniziative col motto “L’unica vittoria è la pace” in tutto il Paese per la settimana indetta con la Dichiarazione di Vienna. Il 7 ottobre a Roma riesce bene la manifestazione nazionale indetta dalla Cgil “La via maestra”. Tra gli obiettivi: rispetto e attuazione della Costituzione, pensioni, politiche contro la povertà, potenziamento della sanità e della scuola. E la pace. Due grandi cortei attraversano Roma per piazza San Giovanni ai comizi finali.
8. L’Unione Europea
Chi contava su un ruolo di mediazione, di spinta verso negoziati in grado di impedire la guerra o di fermarla, è rimasto certamente deluso. Forse mai i vertici dell’Unione Europea sono stati così allineati a Washington (per produrre armi ha speso somme ingenti e qui ha dirottato una parte degli stessi fondi del Pnrr dopo lo sconquasso della pandemia). Perché tanta noncuranza per le conseguenze economico-sociali per i propri cittadini e per i rischi di scivolamento verso lo scontro atomico? Nessuna iniziativa, nessuna proposta.
La speranza (o l’illusione) era fondata su consistenti elementi e dati di fatto. Si pensava che il ripudio della guerra fosse penetrato più a fondo nell’anima europea, perché teatro delle peggiori carneficine della storia, e non millenni fa, appena pochi decenni fa (la prima e la seconda guerra mondiale, 16 milioni di morti la prima, oltre 50 nella seconda); si sapeva che l’Ue ha la pace nel suo dna, come elemento costitutivo ed obiettivo fondante, che con la pace ha raggiunto prosperità mai vista nella storia; che ha avuto il Nobel per la pace. Ma niente, speranze deluse. Assenza totale. L’ha riconosciuto lo stesso Prodi al festival francescano a Bologna lo scorso fine settembre: “è grave che non ci sia stata una mediazione UE sulla guerra in Ucraina”.
Perché i vertici europei, i decisori politici hanno rinunciato ad ogni ruolo nascente dalla sua storia e dai Trattati? Perché nessuna funzione di mediazione e di pace? Perché ha dimenticato tutto, Erasmo, Kant? Cosa direbbero oggi leader come Olof Palme, Willy Brandt che pure operarono in tempi di guerra fredda. Chi lo ricorda che proprio qui in Europa, ad Helsinki, si tenne negli anni della guerra fredda (1975) la Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione?
9.Il pacifismo è necessario
Alla mobilitazioni delle coscienze e al no alla guerra dobbiamo guardare ancora, nel momento in cui la guerra è tornata ad essere la unica strada per risolvere conflitti e controversie internazionali. “Ognuno può fare qualcosa” affermava Aldo Capitini, il fondatore del Movimento Nonviolento in Italia e della Marcia Perugia Assisi. Si sperava fosse irreversibile, con l’Onu e il diritto internazionale, la cancellazione del diritto di fare la guerra da parte degli Stati. Si sperava che l’uomo e gli Stati avessero preso con convinzione la strada della risoluzione pacifica dei conflitti, della nonviolenza, dei diritti umani e della pace. Oggi sembra essere tornati al diritto internazionale pre Onu e alla rilegittimazione della guerra. La guerra, unica strada.
Anche stavolta il pacifismo si è battuto in nome del diritto internazionale, delle Nazioni Unite e della sua carta. Ha prodotto analisi, studi, ricerche, proposte.
La galassia del pacifismo continua ad essere l’unico soggetto politico che porta avanti le ragioni della pace, il no ai massacri e agli orrori della guerra e la ricerca di un’alternativa alle armi e alla guerra. Dal pacifismo voci per tener vivi gli ideali e la funzione dell’Onu (seppur da riformare e rilanciare), a difesa delle ragioni delle Nazioni Unite (quando pochi l’han fatto) e il diritto internazionale vigente (non le ragioni degli imperi). E quindi dell’interesse generale del genere umano.
Ha cercato di far capire, anche stavolta, che la guerra è una strada sbagliata e far comprendere quanto è potente ed egemone la cultura della guerra. Mette in guardia sulla trappola del bellicismo e l’abisso che rischia l’umanità, sulla necessità di non abituarsi e non rassegnarsi alla guerra. Sarebbe la vittoria definitiva dei guerrafondai.
Ecco perché sono fondamentali la mobilitazione dell’opinione pubblica pacifica e il pacifismo per fermare la corsa verso il precipizio. I sonnambuli non lo vedono, neanche stavolta.
Le ragioni delle armi vinceranno anche stavolta? Anche stavolta i sonnambuli d’Europa ci porteranno nell’abisso? Riusciranno tutti gli uomini di buona volontà a svegliare i sonnambuli e fermare i guerrafondai? Riusciranno pacifici e pacifisti a curare il Pianeta e gli uomini malati di guerra e onorare la vita?
Ripensiamo bene alle parole dell’Appello Russell-Einstein del 9 luglio 1955: “In questa occasione parliamo non come membri appartenenti a questo o quel Paese, continente o credo politico o religioso, ma come esseri umani… la possibilità di sopravvivenza dei quali viene oggi messa in dubbio… Ricordate la vostra umanità e dimenticate tutto il resto…”.
Il pacifismo ha una storia di lotta per le ragioni della vita, contro le ragioni della guerra. Basti soltanto ricordare quanto sostenne il grande storico del pacifismo Lawrence Wittner: proprio le mobilitazioni per la pace negli anni della guerra fredda hanno svolto un ruolo fondamentale per impedire lo scontro atomico.
C’è anche un grande patrimonio di testi e autori, esempi, che dobbiamo riscoprire, anche per cercare luci e sopporto all’impegno in questi bui momenti storici. C’è la memoria di Hiroshima e Nagasaki e il lavoro prezioso degli Hibakusha; c’è la storia novecentesca dei tentativi internazionali di vietare la guerra.
Il pacifismo è necessario, sono necessari i pacifici, e la loro immaginazione e capacità di partecipazione per contrastare il pensiero unico della guerra incapace di risolvere i problemi, produttivo di morte e ricchezze per pochi, come da millenni e, come ora, soprattutto quando l’uomo ha inventato armi che possono autodistruggerlo. Se davvero si vuole giungere alla scelta definitiva: cacciare la guerra dalla storia.
C’è il pensiero, e l’opera, di un coerente uomo di pace che tanto manca al pacifismo italiano, Gino Strada, medico e fondatore di Emergency: “Eliminare l’ipotesi della guerra dagli strumenti che regolano la convivenza umana è la scelta più razionale, realistica e sicura per i cittadini del pianeta, ma non possiamo aspettarci che lo facciano i Parlamenti del mondo, che hanno sempre e comunque votato a favore della guerra. Dovremo impegnarci noi in prima persona per buttare la guerra fuori dalla storia […]” (Gino Strada, Una persona alla volta, pagg. 89 e 91).
Bibliografia
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Chenoweth Erica, Come risolvere i conflitti. Senza armi e senza odio con la resistenza civile, Sonda, Milano, 2023, pp. 446
Chomsky Noam, Poteri legittimi. Clima, guerre, nucleare: affrontare le sfide del nostro tempo, a cura di C. J. Polychroniou. Edizione italiana a cura di Valentina Nicolì, Ponte alle Grazie, 2023, pp. 400
Crocco Raffaele, Ucraina 2022: la guerra delle vanità, TerraNuova, Firenze, 2022, pp. 142
Gittings John, The Glorious Art of Peace. From the Iliad to Iraq, Oxford University Press, Oxford, 2012, pp. 304
La Valle Raniero, Leviatani, dov’è la vittoria? Tornino i volti, disimparare l’arte della guerra, Emi, Verona, 2022, pp. 252
Minervini Francesco, Sogno di pace a Kiev. Diario di una missione umanitaria nell’Ucraina in guerra, Stilo editrice, Bari, 2023, pp. 100
Morin Edgard, Di guerra in guerra. Dal 1940 all’Ucraina invasa, Raffaello Cortina editore, Milano, 2023, pp. 104
Papa Francesco, Contro la guerra. Il coraggio di costruire la pace, Solferino/Libreria Editrice Vaticana, Milano/Città del Vaticano, 2022, pp. 184
Piro Nico, Maledetti pacifisti. Come difendersi dal marketing della guerra, People, Busto Arsizio, 2022, pp. 158
Strada Gino, Una persona alla volta, Feltrinelli, Milano, 2022, pp. 176
Travaglio Marco, Scemi di guerra. Un paese pacifista preso in ostaggio dai nopax, PaterFirst, Roma, 2023, pp. 458
Wittner Lawrence S., The Struggle against the Bomb, voll. I, II, III, Stanford University Press, Stanford, 1994-2003
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www.retepacedisarmo.org
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www.serenoregis.org
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www.stopthewarnow.eu
www.studiperlapace.it
www.un.org
www.unipd-centrodirittiumani.it
www.uniric.org
NOTE
Persone
Carlo Rovelli
Fisico e divulgatore scientifico, nel 2021 ha coordinato una lettera aperta firmata da oltre 50 Premi Nobel (iniziativa Global Peace Dividend). Un forte appello (inascoltato) agli Stati, ai governi e ai leader politici per la riduzione delle spese militari lanciato nel dicembre 2021 da 50 premi Nobel.
“[…] Noi vogliamo presentare una semplice proposta per l’umanità: che i governi di tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite si impegnino ad avviare trattative per una riduzione concordata della spesa militare del 2 per cento ogni anno, per cinque anni[...] In questo momento, il genere umano si ritrova ad affrontare pericoli e minacce che sarà possibile scongiurare solo tramite la collaborazione. Cerchiamo di collaborare tutti insieme, anziché combatterci”.
Tra gli aderenti Carlo Rubbia, Steven Chu, Matteo Smerlak, Carlo Rovelli, Roger Penrose, Giorgio Parisi.
Alex Zanotelli
Missionario comboniano per molti anni in Kenya nella baraccopoli di Korogocho (Nairobi). Attualmente a Napoli; coerente e tenace figura del pacifismo e della nonviolenza attiva. “E’ Gesù l’inventore della nonviolenza” sostiene. Importanti i suoi contributi belle lotte contro la privatizzazione dell’acqua, contro il traffico di armi e il riarmo, contro banche armate e crisi climatica, contro il suprematismo bianco. L’ultimo libro: “Lettera alla tribù bianca”, Feltrinelli, Milano, 2022
Tomaso Montanari
Professore di Storia dell’Arte, Rettore dell’Università per stranieri di Siena. Tra i suoi molti libri “Eretici”, Paper first, Roma, 2020
Paolo Nori
Scrittore e traduttore dalla lingua russa
Massimo Cacciari
Filosofo e scrittore, è stato anche sindaco di Venezia. Impegnato pubblicamente. L’ultimo suo libro è “Metafisica concreta”, Adelphi, Milano, 2023
Michele Ainis
Giurista, specialista in Diritto costituzionale. Insegna Istituzioni di diritto pubblico all’Università Roma Tre
Luigi Ferrajoli
Professore emerito di Filosofia del diritto all’Università di Roma Tre. Tra i suoi libri “Perché una Costituzione della Terra?, Giappichelli, Torino, 2021
Gaetano Azzariti
Professore di Diritto costituzionale all’Università “La Sapienza” di Roma. Condirettore della rivista online “Costituzionalismo.it”
Raniero La Valle
Intellettuale impegnato, giornalista; direttore del giornale “Avvenire d’Italia” negli anni del Concilio Vaticano II. Più volte parlamentare; di recente ha promosso l’associazione “Costituente Terra” con omonimo sito. L’ultimo libro è “Leviatani, dov’è la vittoria? Tornino i volti, disimparare l’arte della guerra”, Emi, Bologna, 2022
Nico Piro
Giornalista, inviato di guerra della Rai. Suo il libro “Maledetti pacifisti. Come difendersi dal marketing della guerra”, People, Busto Arsizio (Va), 2022. Obiettivo: “Di fronte alla violenza verbale degli opinionisti con l’elmetto, al sorgere di un pensiero unico bellicista, lo scopo di questo pamphlet è smontare la narrazione della guerra che ci stanno spacciando come male necessario dall’alto valore morale”.
Luciano Canfora
Storico e filologo, professore all’Università di Bari. L’ultimo libro pubblicato è “Lezioni di filologia classica”, Il Mulino, Bologna, 2023
Angelo D’Orsi
Professore di Storia del pensiero politico contemporaneo presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Torino; tra i suoi libri: “Guerre globali”, Carocci, Roma, 2003
Aldo Capitini
Filosofo, fondatore del Movimento Nonviolento italiano e della storica marcia per la pace Perugia Assisi
Marco Travaglio
Giornalista e scrittore; fondatore e direttore del quotidiano “Il Fatto Quotidiano”. L’ultimo libro sulla guerra in Ucraina: “Scemi di guerra. Un paese pacifista preso in ostaggio dei nopax”, Paperfirst, Roma, 2023
Carlo Cassola
Scrittore; molto impegnato per il disarmo. Tra i suoi romanzi “La ragazza di Bube”, Premio Strega nel 1960. Tra i saggi “La rivoluzione disarmista”, Milano, Rizzoli, 1982. Fondò nel 1977 la Lega per il disarmo unilaterale. Si spese lucidamente per la pace anche con la critica al conformismo e all’acquiescenza degli intellettuali del tempo. Una visione vicina a quella di Guenther Anders: “l’umanità è un gigante cieco che va verso il proprio annientamento”. Propose una rivoluzione disarmista.
Michele Santoro
Giornalista, conduttore di storiche trasmissioni di inchiesta in Rai. Promotore dell’associazione e del sito “Servizio Pubblico”
Luisa Morgantini
Storica esponente del pacifismo italiano, è stata anche vicepresidente del Parlamento europeo. Tra le fondatrici della rete internazionale Donne in nero contro guerre e violenze.
Raffaele Crocco
Giornalista, inviato di guerra. Ha fondato e dirige l’”Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo”; annuale, giunto alla XI edizione nel 2023, TerraNuova ed., Firenze
Gino Strada
Chirurgo di guerra, fondatore di Emergency. L’ultimo libro “Una persona alla volta”, Feltrinelli, Milano, 2022
Alessandro Marescotti
Docente e giornalista, fondatore dell’associazione Peacelink con omonimo sito
Associazioni - organismi
Movimento nonviolento
Fondato da Aldo Capitini; sede nazionale a Verona, dov’è anche la redazione del mensile “Azione Nonviolenta” proposto dallo stesso Aldo Capitini nel 1964 e ora diretto da Mao Valpiana.
L’articolo 1 del suo statuto afferma che il Movimento Nonviolento “lavora per l’esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale ed internazionale, e per il superamento dell’apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunità mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti […]”. Centrali sono l’opposizione integrale alla guerra, la lotta contro sfruttamento economico e ingiustizie sociali, contro l’autoritarismo, il nazionalismo, le discriminazioni di ogni genere. Propone la democrazia dal basso per la gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario. “Il Movimento – dice ancora lo Statuto – opera con il solo metodo non violento, che implica il rifiuto dell’uccisione e della lesione fisica, dell’odio e della menzogna, dell’impedimento del dialogo e della libertà di informazione e di critica […]” . Gli strumenti di lotta del Movimento Nonviolento sono l’esempio, l’educazione, la persuasione, la protesta, lo sciopero, la non collaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile.
Rete italiana pace e disarmo
E’ una Rete organizzata di vari organismi impegnati per la pace e il disarmo; costituita il 21 settembre 2020. Scrivono sul loro sito: “lo scopo è quello di creare insieme la pace a partire dall’unione delle nostre forze, degli obiettivi comuni, per rafforzare e far crescere il lavoro collettivo per la pace e il disarmo. Si è trattato per noi di uno sbocco naturale e di un’ulteriore tappa di un lungo percorso che ci ha visto lavorare insieme su alcuni temi e Campagne anche a livello internazionale (Stop Bombe in Yemen, NO F-35, Difesa civile non armata e nonviolenta, disarmo nucleare con Ican, IoAccolgo, Pace Diritto Giustizia in Israele/Palestina, per la riduzione delle spese militari, per il controllo dell’export di armi e la difesa della
legge 185/90, nella Campagna Control Arms, Campagna Killer Robots, Campagna Inew contro le armi esplosive”.
Emergency
Organizzazione italiana indipendente fondata da Teresa Sarti e Gino Strada nel 1994. Offre cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà in vari Paesi. Promuove la cultura della pace, della solidarietà e dei diritti umani. Tra il 1994 e il 2020 ha curato gratuitamente oltre 11 milioni di persone. Vari gli ospedali aperti nel mondo, l’ultimo è un Centro di chirurgia pediatrica (costruito tra l’altro con criteri di economia circolare e sostenibilità energetica), aperto nell’aprile 2021, a Entebbe, in Uganda, uno dei Paesi più poveri e con un’altissima mortalità infantile.
Centro studi Sereno Regis
Un centro e un’associazione no profit, sede a Torino; molto impegnati contro la guerra, per la cultura della pace e della nonviolenza. A lungo è stato Presidente Nanni Salio. Nel Centro sono attive una ricca biblioteca, l’emeroteca e la videoteca specializzate su pace, ambiente e sviluppo; molteplici le iniziative di studio, ricerca e formazione e le collaborazioni anche internazionali. “Ricerca, educazione e azione per la pace, l’ambiente e la sostenibilità” sono i campi di lavoro e le finalità istituzionali. Fondato nel 1982 da Domenico Sereno Regis, protagonista della nonviolenza e pacifista e a lui intitolato dopo la prematura scomparsa nel gennaio 1984. L’idea di pace del Centro non è solo assenza di guerra o conflitti, ma anche giustizia sociale (non c’è pace senza giustizia), rispetto per l’ambiente e per le generazioni future, attenzione e ascolto dell’altro.
Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale
Ha sede a Bologna; fondato da Vittorio Pallotti. Un ricchissimo e prezioso Centro di Documentazione e studio sui manifesti pacifisti, tra i più importanti al mondo. Fa anche parte della Rete internazionale dei Musei per la Pace (International Network of Museums for Peace) è nata nel 1992 a Bradford (Inghilterra), per iniziativa di Peter Van Den Dungen, storico del pacifismo e docente universitario. Unisce oltre 125 strutture museali sui temi della pace e della guerra.
Movimento Internazionale della Riconciliazione (Mir)
Storica organizzazione internazionale impegnata per la pace e la nonviolenza, tra l’altro sostenitrice del diritto all’obiezione di coscienza e dell’educazione alla pace e alla risoluzione nonviolenta dei conflitti, nello spirito della Costituzione.
Nel 2020 ha lanciato, assieme a Pax Christi, la Campagna nazionale “Scuole smilitarizzate. Ripudiare la guerra e promuovere la pace” per denunciare la tendenza in atto alla militarizzazione della società a partire dalle scuole, con crescita delle iniziative di autopromozione e propaganda delle forze armate negli istituti scolastici.
Women’s international league for peace and freedom (Wilpf)
Lega internazionale di donne per la pace e la libertà, organizzazione internazionale di donne per la pace nata nel 1915 per opporsi alla I guerra mondiale. È’ una ong presente in tutti i continenti e anche nel nostro Paese; nella sua lunga storia di impegno per la pace annovera anche due Nobel per la pace, Jane Addams (1931),
Emily Green Balch (1946) e Rita Levi Montalcini, socia onoraria di Wilpf Italia (Nobel per la medicina nel 1986).
Pax Christi
Organizzazione e movimento cattolico internazionale. L’impegno per la pace è la sua principale ragion d’essere nello “sforzo di porsi in ascolto del grido soffocato delle vittime delle guerre, dell’ingiustizia, dell’oppressione, dei diritti violati, della dignità non riconosciuta”. Variegate le attività, anche di informazione e di educazione come il mensile Mosaico di pace e la scuola di pace di Impruneta (Firenze). Presidente del movimento dal 1985 al 1993 è stato il vescovo don Tonino Bello.
Beati i costruttori di pace
Associazione di volontariato senza fini di lucro; sede a Padova, fondata da don Albino Bizzotto nel 1985 per “promuovere la pace nella sua accezione più ampia e profonda, comprendente la scelta della nonviolenza, della sicurezza umana universale, della pacifica convivenza, del riconoscimento e della valorizzazione delle differenze esistenti tra le persone e tra i popoli, unitamente al totale ripudio della guerra, al rifiuto delle strutture economiche violente, alla rimozione delle cause delle diseguaglianze sociali e al superamento dei sistemi di difesa nazionale armata” (art. 2 statuto)
War Resisters’ International
Rete di associazioni pacifiste e antimilitariste con sede a Londra. Nasce nel 1921 a Bilthoven, in Olanda, su iniziativa del giornalista inglese Archibald Fenner Brockway; tra i suoi impegni il sostegno agli obiettori di coscienza soprattutto nei Paesi dove non è riconosciuta. L’articolo uno della loro carta costitutiva dice: “La guerra è il più grande crimine contro l’umanità. Sono quindi deciso a non supportare qualsiasi tipo di guerra, e ad adoperarmi per la rimozione di tutte le cause di guerra”
Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo
L’Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo è una pubblicazione annuale curata dall’Associazione 46° Parallelo nata a Trento nel 2008 per “affrontare il tema della guerra e della pace guardandolo in modo differente, ad esempio mettendo la geografia al centro delle valutazioni, delle analisi, del racconto” (Raffaele Crocco)
Giornali
Avvenire
Quotidiano italiano, cattolico. Fondato nel 1968, voluto da Paolo VI. In questi mesi ha dato voce alla volontà di pace di cattolici e laici e sostenuto l’impegno di Papa Francesco contro guerra, armi, e sostegno ai negoziati.
Quale Vita
Rivista bimestrale, edita a Torre dei Nolfi (provincia dell’Aquila) dal 1980. Informa e si batte per un modello alternativo di vita, fondato sulla nonviolenza e sulla sobrietà felice
Mosaico di pace
Mensile promosso da Pax Christi Italia, fondato dal vescovo don Tonino Bello nel 1990. Alex Zanotelli è il direttore responsabile attuale. Informa e approfondisce sui temi della pace, del dialogo, della nonviolenza.
Il Fatto Quotidiano
Giornale quotidiano, fondato nel 2009 da Marco Travaglio, Antonio Padellaro e altri. Ha controbattuto alle narrazioni ufficiali e dei media dominanti sulla guerra in Ucraina e dato voce agli oppositori e alle richieste di negoziati.