Vince Trump, il mondo sotto shock

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Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti. Hillary Clinton gli ha concesso la vittoria per telefono. Fan di Trump in delirio all’Hotel Hilton di Manhattan dove Donald Trump, eletto presidente Usa, sta per prendere la parola. “Hillary ha lavorato a lungo e dobbiamo esserle grati”, ha detto Trump.

Al termine dell’election day, i repubblicani mantengono inoltre il controllo di Camera e Senato al Congresso. Massachusetts e California hanno dato il via libera alla legalizzazione della marijuana per uso ricreativo, mentre il Nebraska ha votato per ripristinare la pena di morte.  E mentre Trump avanzava verso la Casa Bianca, i mercati mondiali sono crollati.

Il “Cigno nero” dei mercati

‘Cigno nero’, la sfortuna, il portar disgrazia. Borse da sempre scaramantiche. In forte flessione gli indici asiatici e i future di Wall Street. Sale la quotazione dell’oro, cala quella del petrolio. Il peso messicano sprofonda. Il ‘Cigno nero’ aleggia sulle sale operative e descrive la probabile vittoria di Donald Trump alle elezioni per la presidenza Usa: uno scenario che nell’immediata vigilia era stato escluso dagli investitori, che avevano scommesso tutto su Hillary Clinton. Ma il Cigno nero è proprio quell’evento inatteso, dalla portata dirompente per i listini finanziari: i future di Wall Street sono in picchiata, le Borse asiatiche stanno crollando e risalgono invece i beni rifugio, come lo yen e l’oro.

Sprofonda il peso messicano, che era diventato nelle ultime settimane il termometro della possibilità di vittoria di Trump, duro verso la cooperazione commerciale con il Messico del Tycoon. Quanto già visto a fine giugno con l’inattesa vittoria del “sì” alla Brexit nel Regno Unito. Anche in quel caso, i sondaggi dell’ultima ora davano per certo l’esito contrario.In Asia, si registra la batosta sull’indice Nikkei della Borsa di Tokyo, che arriva a perdere il 6%. Della vittoria di Trump, i mercati temono l’incertezza che si profila per la gestione economica della prima potenza mondiale, la possibile chiusura commerciale degli States e lo scontro possibile con il vertice della Federal Reserve.

Il ‘trumpismo’ da scoprire

Il trumpismo non è una nuvola passeggera e noi in Italia lo avevamo anticipato. Non avremo mai capito abbastanza Berlusconi se non capissimo oggi Trump. Il successo del messaggio del Berlusconi americano ha cause più profonde del suo stravagante carisma personale. La segmentazione della società che alimenta il populismo, negli Usa come in Europa, pare fuori dal controllo dei partiti tradizionali, come dimostrano il «suicidio» repubblicano o l’improvvido hara-kiri politico di Cameron. Una sua vittoria equivarrebbe a una sorta di mutazione genetica del concetto stesso di democrazia, delle sue forme, dei meccanismi di formazione del consenso etc….

Da: Remocontro.it

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