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Vicenza: digiuno ad oltranza di don Bizzotto per dire 'stop' alla base Usa Dal Molin
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"A nessuno piace digiunare, neanche a me. Ma quanto sta avvenendo al Dal Molin è molto grave: in pieno ferragosto, senza le normali interruzioni per ferie, nella nuova base al Dal Molin continuano a ritmo accelerato i lavori delle imprese che si sono aggiudicate gli appalti con lo scopo di produrre irreversibili fatti compiuti già prima del prossimo autunno". Così don Albino Bizzotto ha lanciato il "digiuno a sola acqua a tempo indeterminato" per attirare l'attenzione sulla costruzione della nuova base Usa al Dal Molin. "Finora i cittadini di Vicenza con creatività, determinazione e continuità hanno messo in piedi una ininterrotta serie di iniziative per opporsi alla costruzione della nuova base statunitense. Ma il problema non riguarda solo Vicenza, riguarda tutti noi come italiani" - aggiunge il sacerdote animatore dell'associazione 'Beati i costruttori di pace' che con il suo camper si è accampato a due passi dal cantiere di viale Ferrarin.
All'appello di don Albino a creare "una catena di solidarietà per attivare una sensibilizzazione a tutto campo", sta riaccendendo l’opinione pubblica. Hanno subito risposto in diversi e già nel primo giorno è cominciata una successione di visite mentre sei persone hanno cominciato a digiunare con il religioso. E intanto piovono da Vicenza e da tutta Italia messaggi di adesione e solidarietà. A cominciare dalll'Assessore comunale Pierangelo Cangini, accompagnato dal portavoce del sindaco, Jacopo Bulgarini d'Elci, che arrivato al campo ha comunicato a don Albino la vicinanza del primo cittadino, Achille Variati, e di tutta la Giunta comunale. Tra le adesioni e le manifestazioni di solidarietà vi è quella di Roberto Natale, presidente della FNSI, il sindacato unitario dei giornalisti italiani, da Oscar Mancini della CGIL del Veneto.
Tra le prime manifestazione di solidarietà quella di Legambiente che da tempo sostiene la lotta dei comitati 'No Dal Molin'. "Esprimiamo solidarietà e gratitudine a Don Albino Bizzotto e alla sua associazione ‘Beati i costruttori di pace’ perchè con il suo gesto sta rendendo ancora una volta evidente l’ipocrisia e l’arroganza di chi vuole a tutti i costi la realizzazione della nuova base militare al Dal Molin, senza prestare ascolto alle proteste dei cittadini di Vicenza e delle tante realtà associative" - ha scritto Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente. "Dal Molin non è una questione solo vicentina, perchè la militarizzazione di un territorio implica un modello di sviluppo sociale, ambientale e politico da cui Legambiente ha sempre preso le distanze con l’impegno quotidiano dei circoli presenti sul territorio – ha aggiunto Cogliati Dezza. L’indifferenza delle istituzioni alla protesta vicentina, l'ostinata negazione della Valutazione di impatto ambientale e, infine, l’inizio dei lavori di realizzazione della base denotano chiaramente come le ragioni della pace, dell'ambiente, della giustizia e della solidarietà siano ancora distanti dalle logiche con cui oggi si governa nel nostro Paese. Accogliamo pertanto la proposta di don Albino di continuare a tenere alti i riflettori sul Dal Molin, cercando di essere presenti e disponibili accanto a lui per lavorare ancora insieme".
"É una sorpresa - commenta don Albino - sembra che le persone aspettassero questo segno da tempo per riprendere l'impegno". Una solidarietà che fa piacere al sacerdote, il quale ribadisce: "Stiamo vivendo un periodo di degrado aggressivo non solo nella vita pubblica, ma anche e soprattutto nella assuefazione della società. C’è fretta nel progredire nei lavori della base perché anche a livello istituzionale c’è molto da nascondere". "C'è volontà di riprendere insieme, facendo anche del digiuno un evento duraturo" - sottolinea don Bizzotto. "Ma su tutto rimane la grande sofferenza, anche fisica, delle persone che si sono impegnate con fiducia e che si trovano dentro a una realtà ostile, decisa con sotterfugi, nascondimenti, menzogne, con grande disprezzo della democraiza e della volontà popolare" - denuncia don Albino. "Vicenza non è più quella di tre anni fa. La base Dal Molin ha portato contraddizioni fin dentro le famiglie. E con lacerazioni reali che vedono in contrapposizione le persone della stessa famiglia. Comunque vada a finire, avremo un doppio compito: uno di responsabilità verso la costruzione della base e uno di risarcimento morale alla popolazione di Vicenza per il peso di cui l'abbiamo caricata" - sottolinea il sacerdote.
Don Albino Bizzotto non è nuovo a queste "scommesse". Nel 1985, a vent'anni dalla fine del Concilio Vaticano II, con il comboniano p. Alex Zanotelli (allora direttore di "Nigrizia") e il saveriano p. Eugenio Melandri (di 'Missione Oggi') aveva lanciato l'appello dal titolo significativo "Beati i costruttori di pace" per ricordare che "la pace come obiettivo, compito e impegno è centrale per la Chiesa, se vuole essere fedele a Cristo dentro la storia". Il documento, che ha suscitato una notevole eco nell'opinione pubblica italiana ed è stato sottoscritto da 5mila religiosi, è alla base dell'associazione "Beati i Costruttori di Pace", un'organizzazione per la pace ed il disarmo nel mondo di cui don Bazzotto è tutt’ora presidente carismatico. È anche sua l'iniziativa di fondare e dirigere la locale trasmittente radiofonica "Radio Cooperativa" che trasmette da Padova coprendo quasi tutto il NordEst, definendosi come una radio di "contro informazione". Don Albino Bizzotto, impegnato in molte iniziative di pace e di solidarietà, è una delle figure più attive della nonviolenza in Italia. [GB]