www.unimondo.org/Notizie/Verso-la-conferenza-mondiale-per-uno-sviluppo-sostenibile-di-Johannesburg-70300
Verso la conferenza mondiale per uno sviluppo sostenibile di Johannesburg
Notizie
Stampa
Al seminario internazionale organizzato dall'Organizzazione Non Governativa Cipsi, si è affrontato il tema dell'acqua nel percorso di avvicinamento alla Conferenza Mondiale per uno sviluppo sostenibile di Johannesburg.
Al seminario internazionale organizzato dall'Organizzazione Non Governativa Cipsi, si è affrontato il tema dell'acqua nel percorso di avvicinamento alla Conferenza Mondiale per uno sviluppo sostenibile di Johannesburg. Il professore Riccardo Petrella, del Comitato Internazionale per il Contratto mondiale sull'acqua, ha chiesto con retorica alla folta platea presente in Sala Convention a cosa servirà la Conferenza di Johannesburg se ad oggi non c'è un accordo politico e dopo il fallimento di Monterrey. Petrella ha dichiarato che "è inutile che la Banca Mondiale dica di voler ottenere i risultati sperati sulla povertà senza mettere in campo le risorse finanziarie. Anche il centro sinistra italiano si sta riempiendo la bocca di parole e non fa passi avanti". Di seguito è intervenuta Danielle Mitterrand, moglie del ex Presidente francese che ha sottolineato come il diritto all'acqua deve diventare diffuso partendo fin dal quadro del modello mondiale verso Johannesburg. "Nelle riunioni di lavoro svolte in Francia dal Coordinamento verso Johannesburg si è richiamato al confronto che per ora non è previsto tra le realtà delle istituzioni internazionali e la società civile - continua la Mitterrand - a settembre a Sant'Anton, vicino a Johannesburg, si riuniranno i ministri del mondo e ancora a pochi chilometri si incontreranno le multinazionali. Il tutto sarà anticipato dall'incontro di due settimane delle ONG in un forum dove usciranno le richieste ai governi". Danielle Mitterand ha richiamato all'importanza di "fare un incontro con i capi di stato, con i nostri dirigenti - a Porto Alegre avevamo pensato una struttura informatica per creare un documento sulla politica dell'acqua. Il Coordinamento mondiale ha proposto la costituzione di un parlamento mondiale dell'acqua". All'intervento di Mitterand è seguito quello di un rappresentante francese che ha precisato come in Francia il mercato dell'acqua è controllato da 3 soli gruppi che hanno realizzato profitti giganteschi da reinvestire nella pubblicità. Cinque sono i punti fondamentali del collettivo francese che vede l'acqua non una merce, ma una risorsa che è definita in una quantità minima giornaliera (40 litri) e di buona qualità, definendo un costo con il contributo della comunità e assicurandolo come bene pubblico e non privato. Il principio di colui che inquina paga vuole incentivare le aziende e gli agricoltori a non inquinare anche se permette ai più ricchi di comuque inquinare. Il risulatato ottenuto con il governo consiste nella donazione ai paesi africani dell'intero giro d'affari delle imprese private sull'acqua nella giornata mondiale dell'acqua il 22 marzo. Il parlamentare svizzero Alberto Velasco ha raccontato come in Svizzera l'acqua non è un bene pubblico ma fa parte delle garanzie delle risorse regionali. "Ogni governo locale decide liberamente sulla politica locale. In Svizzera il popolo può opporsi a una legge con una raccolta firme e un referendum. A Nauchatel un piccolo comune voleva vendere la sua acqua alla Nestlè e alcuni cittadini si sono mobilitati e il parlamento ha rifiutato. Anche se il popolo svizzero si opponesse, non potrebbe fermare la privatizzazione. I governi applica le leggi fatte dai parlamenti quindi la responsabilità è alta considerato che devo prepararsi con documenti imponenti - ecco che l'importanza di un parlamento mondiale dell'acqua . Prende quindi la parola il sindaco di Grottammare - Massimo Rossi - che accusa fortemente la nuova legge Finanziaria rea di sposare la tesi che per dare risposte alle inefficienze dei servizi pubblici bisogna privatizzare. L'articolo 35 della legge Finanziaria si obbliga a mettere sul mercato i servizi pubblici. A confronto con l'Olanda e la Svezia dove la gestione dell'acqua è ancora in mani pubbliche.
Fonte: World Social Agenda