Val Susa: dopo il sesto giorno di mobilitazione, oggi polenta

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Bussoleno (Val di Susa) - “Il governo Monti ci ha messo tre ore per ripetere quello che avevano detto in venti anni tutti i governi che lo hanno preceduto. Noi in tre ore di assemblea abbiamo lanciato un programma di nuove iniziative all’Italia intera. E tutti ci stanno seguendo”. Nelle parole dello speaker, che dal furgone bianco con gli altoparlanti urla alle circa mille persone radunatesi sabato pomeriggio nella piazza del mercato a Bussoleno, c’è tutta la soddisfazione per la “solidarietà” raccolta in tutta Italia. Segno che, spiegano, si sta pensando a nuove forme di attivismo, poiché già “dalle battaglie solitarie si è passati ad un modello di antagonismo”, fatto di azioni veloci in grado di mettere in crisi per ore il sistema: da quello ferroviario a quello stradale.

È iniziato così quello che nella valle chiamano il “sesto giorno di mobilitazione permanente” (dopo quello che abbiamo raccontato ieri). Prima il raduno nella piazza principale di Bussoleno, cuore della bassa valle e centro della protesta No – Tav, poi via a due distinti cortei. Uno a piedi, in direzione svincolo di Chianotto, dove nei primi giorni della settimana manifestanti e Polizia si sono fronteggiati. Qui, mentre il grosso del corteo aspettava sotto al ponte dell’autostrada, nel tratto di strada che collega la Statale 25 alla 24, un centinaio di giovani ha occupato le rampe e riaperto al transito, spostando le pesanti betafencè collocate all’ingresso della carreggiata, le rampe. Il secondo gruppo, invece, si è diretto ancora più a Sud, fino al casello di Avigliana, dove hanno alzato le barriere del casello autostradale offrendo il “pedaggio gratis” della A32 Torino – Bardonecchia, con lo slogan “oggi paga Monti”. “Il biglietto – hanno spiegato I giovani agli automobilisti decisamente sorpresi di poter risparmiare 4 euro e 50 centesimi – è a carico della Sitaf, che permette ai blindati della Polizia di raggiungere i non cantieri del Tav. E magari di Monti, visto che vuole già spendere tanti soldi per fare questo treno”.

Ma l’attesa principale è per oggi, quando i manifestanti No – Tav saliranno prima a Giaglione, in Valle Clarea, dove a mezzogiorno sarà servita polenta per tutti e poi, sempre tutti assieme, attraverso il sentiero, fino al reticolato, cuore dei futuri cantieri della linea ad alta velocità. Proprio lì, nella zona della baita dove lunedì l’attivista Luca Abbà è caduto folgorato da un traliccio per aver toccato i fili dell’alta tensione.

Ma nella valle c’è anche una altra protesta che comincia a prendere forma. È quella di una marcia “Si – Tav”. Una idea che era già stata presentata a luglio 2011, in occasione dei violenti scontri tra manifestanti e Forze dell’Ordine e che lunedì sarà di nuovo presentata sul tavolo dell’incontro a Torino tra il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, il presidente della provincia Antonio Saitta e del Sindaco Piero Fassino.

Per adesso c’è di certo che il cantiere è presidiato giorno e notte da centinaia tra Poliziotti e Carabinieri e che lì, sicuramente, nessuno entra.

Dall’inviato di Unimondo Andrea Bernardi

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