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Una nuova stagione
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Grafica a cura di Ayla Parisi
Altro Modo. Soluzioni diverse a problemi comuni è un podcast di Unimondo un progetto di Fondazione Fontana Onlus. Testi e voce narrante sono di Michele Simeone. Grafica a cura di Ayla Parisi. Musica di BoDleasons, tratta da Pixabay con licenza Pixabay.
Oggi parliamo della sartoria sociale Ida Tess, che crea modelli e abiti partendo dai tessuti scartati dalle grandi aziende dando lavoro a persone in difficoltà. Questo è il primo laboratorio dell’impresa sociale Parco delle Stagioni, un'impresa che ha ben chiaro il valore del recupero, sia esso di materiali, di luoghi, di comunità o persone.
BUON ASCOLTO: https://www.spreaker.com/user/17285516/una-nuova-stagione220
TESTO: Quante volte vi siete chiesti, comprando una maglietta o un paio di jeans, chi avesse prodotto quel capo? Non parlo qui di brand, dico proprio la persona, o le persone che lo hanno tagliato, cucito e confezionato.
Su moltissimi prodotti che acquistiamo con una certa frequenza, noi smettiamo di farci queste domande, ma gli oggetti di consumo continuano a non crescere sugli alberi e sono sempre frutto del lavoro di qualcuno.
Negli ultimi anni ha avuto una certa eco mediatica il tema del fast fashion, l’acquisto compulsivo di capi d'abbigliamento a basso costo e di qualità opinabile, così come opinabile è la condizione di vita delle persone che quegli abiti li producono.
Dati e fatti di cronaca ci hanno sicuramente fatto riflettere sul momento, ma, mentre vengo bombardato dalla consueta propaganda prenatalizia sugli acquisti, mi sembra che sia già stato tutto messo da parte.
Il modello di consumo monouso ci viene spesso presentato come l’unico possibile o perlomeno quello più efficace, ma fortunatamente le alternative esistono e si stanno diffondendo sempre di più. Tanto da raggiungere anche i luoghi più remoti, come ad esempio Costabissara, un piccolo paese poco distante da Vicenza, dove opera la sartoria Ida Tess, che fa della sostenibilità e del recupero, nell’accezione più ampia del termine, un suo valore fondante.
Le materie prime sono i tessuti provenienti da aziende del territorio: scarti di produzione, tessuti fallati oppure prove di finitura, tintura e lavaggio, che vengono recuperati e valorizzati, trasformandoli in capi unici.
Fondamentale è anche l’aspetto umano e la relazione tra le persone che lavorano nel laboratorio, tanto che la storia della sua apertura è legata proprio ad un incontro, come ci racconta Sara Rigon, socia e fondatrice dell’impresa sociale Parco delle Stagioni.
S. R. “L’incontro è stato con Rabee che è il nostro sarto a tempo pieno, entrato in Italia con un corridoio umanitario con la sua famiglia diversi anni fa e che, nel 2021, l’anno in cui la sartoria è stata avviata, rischiava di uscire dal piano ministeriale che lo teneva in Italia […]
Assieme a Rabee attualmente lavora Liliana, una signora che ha lavorato tanti anni come confezionatrice prototipista e che era da lungo tempo disoccupata: cerchiamo in ogni caso di creare un team di persone affezionate al progetto che abbiano voglia di dedicarsi, che abbiano voglia di trovarsi qui per passare del tempo assieme […]
Con l’idea di utilizzare solo materiale di un buon filato, quindi che potesse poi durare nel tempo, perché se improntiamo la nostra idea di lavoro sul dare una seconda vita a tessuti che rischiavano altrimenti di finire in discarica è importante che lo facciamo dedicandoci a tessuti dove ne vale la pena, con una buona base […]
Nella difficoltà di un sistema così complesso cerchiamo, lottiamo per andare d’accordo, e mettendo l’andare d’accordo al centro di ogni nostro ragionamento, dedicandoci anche giornate intere a trovare un metodo per andare d’accordo […]
Noi non siamo qui per fare camicie, siamo qui per trovare un metodo per lavorare insieme”
Una scelta attenta delle materie prime è alla base del lavoro della sartoria Ida Tess così come lo è un approccio partecipativo e cooperativo al lavoro, che fa risaltare una forte attenzione al lato umano, aspetto fondamentale e fondante dell’impresa sociale Parco delle Stagioni, di cui la sartoria è il primo progetto avviato.
Il tema del riuso, o meglio del recupero è molto caro a Parco delle Stagioni che deve la sua nascita proprio a un progetto parallelo di recupero paesaggistico e ambientale.
Nel folto di un parco rinselvatico giaceva, vandalizzata, Villa Donà, una costruzione che aveva attraversato i secoli ma con il destino segnato, quello ormai di tanti edifici abbandonati. Fortunatamente la famiglia di Sara e Nicola ha acquistato la villa e iniziato i lavori di restauro, con l'obiettivo di darle nuova vita per renderla sede di un progetto che fosse in linea con i valori del recupero dei luoghi, dei materiali e della comunità, progetto per il quale si è scelto la forma dell’impresa sociale.
Le imprese sociali sono imprese a tutti gli effetti ma senza scopo di lucro e con finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. Inoltre, devono svolgere attività di interesse generale, come, ad esempio, l’inserimento di lavoratori “svantaggiati”, un termine forse ingiusto, come mi spiega Nicola Frazza, anch’egli socio e fondatore di Parco delle Stagioni.
N. F. “a noi non piace chiamarli lavoratori svantaggiati, sono semplicemente dei lavoratori che hanno avuto meno opportunità, sono stati meno fortunati, diciamo, nella vita [...]
Parco delle stagioni è nato dalle quattro statue che sono presenti nella facciata della villa e che rappresentano appunto le quattro stagioni: è un nome molto semplice che però dietro ha il significato della ciclicità delle stagioni, della circolarità delle stagioni, e quindi che una cosa, un oggetto, ma anche appunto una persona, nella sua vita continuamente affronta dei cicli e quindi noi crediamo nel poter recuperare e guardare il ciclo di vita di ogni oggetto per poter poi recuperare e migliorare e valorizzare […]
Secondo me appunto impresa sociale è un'impresa che genera valore sociale [...]: non generare solo un valore economico con la nostra attività, con la nostra organizzazione ma cercare di valorizzare anche i collaboratori stessi e il territorio che abbiamo, viviamo in un posto assolutamente bello dal punto di vista culturale e artistico e con molte varietà, riflette anche quello che è la nostra squadra di lavoro perché appunto oltre ad andare tutti d'accordo, siamo molto diversi tra di noi e nelle nostre competenze e quindi questo ci aiuta a portare avanti un progetto così vario insomma e articolato".
S. R. “Un lavoro di ristrutturazione nel vero senso della parola, di restauro, di rivalorizzazione, ma anche di costruzione di un progetto che adesso sta prendendo sempre più forma”.
I lavori di restauro sono quasi conclusi e nel 2024 Parco delle Stagioni potrà accedere alla sede da cui prende il nome. Vi verrà trasferita la sartoria ma l’idea è poi renderla sede di anche altre attività, come uno spazio per eventi e una bottega-bistrot, sempre ideate e gestite secondo i valori che hanno contraddistinto l’impresa finora.
La parte esterna della villa, che è circondata da un parco e un ampio appezzamento di terreno, non verrà dimenticata: tramite la coltivazione di orti e di un noccioleto, già messo a dimora, la volontà è quella di aggiungere l’agricoltura sociale alle tante attività in cantiere, anche in un’ottica di una produzione a filiera corta e rispettosa dell’ambiente.
Tanti progetti e una forte volontà di arrivare a stare in piedi con le proprie gambe, senza dimenticare i valori fondanti del progetto
S. R. “La nostra sfida ora è provare a fare impresa a tutti gli effetti, secondo dei principi che sono principi che in questo territorio […] si applicavano già naturalmente: il reinvestimento degli utili, l'attenzione alle persone, la centralità dei tuoi collaboratori sono tutti aspetti che i nostri genitori, così come tantissimi altri imprenditori del territorio, […] hanno sempre dato quasi per scontato perche era l'unico modo per avere una prospettiva di futuro; improntare un'impresa, un’azienda su dei valori, su dei valori umani […] adesso noi lo facciamo per statuto quindi in qualche modo siamo intrinsecamente predisposti a comportarci così perché è regolamentato, ma non crediamo di fare cose molte diverse da quelle che già molti altri prima di noi hanno fatto in una dimensione del tutto standard diciamo, troviamo che sia sicuramente un modo per affrontare l’imprenditoria in modo più equilibrato, più equo, più giusto da qui in avanti è una sfida che vogliamo in qualche modo portare avanti. Possiamo essere terzo settore stando in piedi con le nostre gambe e facendo prodotti di ottima qualità e facendoci strada in questo mercato senza sgomitare, ma in serenità, secondo dei principi corretti di lavoro e di vita.”
Un certo modo di vivere, di lavorare e di consumare un tempo erano dettati dalla necessità. Oggi abbiamo modo di avere accesso agli stessi valori se lo scegliamo attivamente, questo lo rende forse più impegnativo è vero, ma dà alla nostra scelta ancora più valore.
Recuperare materiali, luoghi, comunità e persone è la grande sfida nel nostro tempo, e l’impresa sociale Parco delle Stagioni, seppur all’inizio del suo cammino, sembra proprio averla accolta a pieno.
Le nostre scelte hanno un grande potere, che sia per scegliere un abito rispetto a un altro o quale direzione dare a un'impresa: siamo artefici del nostro destino, l’arrivo di una nuova stagione dipende da noi.
Per saperne di più sull’impresa sociale Parco delle Stagioni potete visitare il sito: https://www.parcodellestagioni.it/
Per l'impresa sociale Parco delle stagioni srl hanno partecipato Sara Rigon e Nicola Frazza, soci e fondatori della stessa, che ringrazio per aver dato risposta alle mie molte domande.
Michele Simeone

Sono Michele Simeone, nato in provincia di Trento nel 1992. Laureato in Tecnologie Forestali e Ambientali all’Università di Padova, ho poi conseguito un master in Gestione e Conservazione dell’Ambiente e della Fauna presso l’università di Parma, assecondando la mia passione per la montagna e la natura. Dopo gli studi ho lavorato per 5 anni in un vivaio a Riva del Garda e ho ritrovato il mio interesse per la comunicazione durante la pandemia di Covid19, avvicinandomi al mondo dei podcast. Con duei amici ho creato Bestiacce, un podcast di divulgazione scientifica in chiave goliardica e per SanbaRadio di Trento ho preparato Terra Terra, un programma in 6 puntate sulla cura delle piante domestiche. Per Unimondo scrivo e registro Altro Modo, il mio primo podcast di giornalismo.