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Un global flop, da Roma a Glasgow
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Foto: Unsplash.com
Sbandierato dalla stampa italiana come successo del multilateralismo, il G20 di Roma è stato un vero fallimento e ha preparato un altrettanto fallimentare summit della Cop 26 a Glasgow. Il capitalismo fossile va dritto per la sua strada e i governanti non riescono a imparare la lezione della pandemia.
Capita raramente di assistere a una sequenza di eventi globali così incalzanti da costringere i governi a metterci la faccia, per rispondere alla pressione dell’opinione pubblica mobilitata per le strade, e non solo alle ragioni talora oscure della geopolitica. Impegnati senza soluzione di continuità tra il summit conclusivo del G20 e la storica COP26 in corso a Glasgow, i leader della comunità internazionale, in un certo senso, non hanno scampo.
Al summit di Roma, evento conclusivo della presidenza italiana del G20, i capi di Stato e di governo ci sono arrivati stremati dalle assenze annunciate di Russia e Cina e dalle profonde divisioni interne, e fino all’ultimo sono stati imbrigliati nel negoziato, per atterrare con difficoltà sul terreno comune di una dichiarazione finale dopo mesi di impegni vacui e una retorica sempre più lontana dalla realtà. Dal canto suo, la diplomazia italiana era pronta a inventarsi qualunque escamotage pur di dare l’impressione di aver lasciato un segno di successo diplomatico sul fronte della lotta alla pandemia e del cambiamento climatico. Francamente non è successo, nonostante il giudizio della stampa nostrana che ha raccontato il G20 come un’inversione di tendenza nella storia del multilateralismo, il ritorno simbolico sulla scena di un know-how tutto italiano in grado di convincere e raccordare posizioni molto divergenti. Arroccata sulla propaganda di pompose epocali decisioni, la stampa italiana, ben diversamente da quella straniera, ha operato un autentico travisamento della realtà, un travisamento privo di sensatezza perché induce al contrappunto di un’opinione pubblica sempre più cinica, disillusa di trovare risposte nell’autismo della politica.
Gli appuntamenti del G20 e della COP26 segnano del resto solo una prima fase di settimane incandescenti e decisive per la definizione degli scenari futuri del mondo, dopo due anni di pandemia. La partita si gioca su più tavoli, distinti ma dialoganti tra loro, perché se c’è una cosa che COVID-19 ha insegnato al mondo è l’interconnessione non solo tra le persone e i popoli, ma anche tra i loro problemi...