Un anno senza Angelo Vassallo

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La notte tra il 5 e 6 settembre del 2010 veniva ucciso con sette colpi di pistola Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica, nel Cilento. Il cordoglio della redazione di Libera Informazione raccolto nel ricordo di Peppe Ruggiero e del vicepresidente nazionale di Legambiente, Sebastiano Venneri.

 

Un anno senza Angelo Vassallo

«Questo libro è importante perchè, in fondo, mi aiuta a conoscerti meglio. Dario ci ha messo il cuore.(...). Io e Giusi gliene siamo grati. Papà l'enoteca Dom Florigi, è diventata l'enoteca di Angelo. Spero di rivederti, un giorno, passare ancora di là. E quando smetto di sognare, mi auguro di essere un figlio degno di un padre così stimato, amato. Di un grande uomo con una volontà più grande di lui». Il ricordo di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica, ucciso nella notte tra il 5 e il 6 settembre dello scorso anno, nelle parole di suo figlio Antonio introducono alla lettura del libro che Dario Vassallo ha scritto con Nello Governato per raccontare la vita di suo fratello.

Il libro dal titolo inequivocabile “Il sindaco pescatore” edito da Mondadori uscito in questi giorni per ricordare la figura del sindaco di Pollica ad un anno dalla sua morte. Un anno trascorso in attesa di verità e giustizia. Quella verità che chiedono i suoi familiari nelle pagine finali del libro. Una verità totale. Le 140 pagine sono un tuffo nella storia di Angelo, la storia di una paese di pescatori, Pollica, con le sue frazioni di Acciaroli, Pioppi, Cannicchio, Gelso, Galdo. Dove la politica quella con la “P” maiuscola viene raccontata attraverso storie semplici, aneddoti che mai troverebbero spazio sui giornali. Una politica raccontata attraverso l'amore per il mare. «In mare bisogna essere concreti e devi amare il silenzio. Queste virtù ho cercato di trasferirle nella politica» . Angelo non “nasce” politico, vive e si muove da pescatore. «Il mare va rispettato come i suoi frutti. Come va rispettata la legge».

Studiò in seminario, ma non divenne prete, continuò la sua attività di pescatore diventando bravo nel suo lavoro. Viveva il paese con amore e nel paese conobbe e sposò la donna della sua vita, Angelina, sua moglie, da cui ha avuto due figli Antonio e Giusy. A vent’anni aveva guidato la protesta dei "piccoli" pescatori della sua città, a trenta aveva ridato vita al porto locale, a quaranta aveva rilanciato la filiera delle olive nel Cilento, a cinquanta aveva creato in Campania il concetto di ecologia integrata. Il suo ufficio era il bar della piazzetta, dove lo trovavi ogni giorno fra le 7 e le 8 di mattina: «Così i cittadini che vanno a lavorare ti trovano, le persone non ti vengono certo a cercare in Comune».

Viveva la politica fuori dalle regole. In mezzo alla gente. E lo capisci da un episodio del libro. Dopo essere riuscito a superare le tante difficoltà, nell'estate del 1998 entrano in funzione i tanti attesi depuratori. Un’eccitazione che Angelo viveva ogni sera con l’amico ingegnere Eugenio Lombardi, andando ad osservarli. Un pomeriggio di agosto lo aspettano ad una processione a Gelso. La sua più fidata collaboratrice Carla Ripoli lo chiama. «Non posso venire, si è rotta la pompa del depuratore» è la risposta del sindaco. Era ferragosto ed il liquame stava scendendo sulla spiaggia. Le pompe inceppate. Addio processione. Con l’aiuto dell'amico Eugenio sbloccano la pompa e la spiaggia è salva. «La gente che affollava la spiaggia - ricorda l'ingegner Lombardi - non poteva capacitarsi che il sindaco aveva messo le mani nella merda per risolvere il problema». Come è lontana la politica del nostro paese dal modo di fare di Angelo.

E ha pagato il conto. Tutti ad esaltarlo dopo la morte. Lasciato solo quando era vivo. Leggere il libro significa innanzitutto questo: tenere ben presente che uccidere fisicamente non può e non deve significare uccidere un'idea di sviluppo. Ricordare il Sindaco pescatore vuol dire "credere", in positivo e senza necessità di dover usare il tempo passato. Attraverso i ricordi dei suoi collaboratori, dei suoi amici, dei suoi fratelli si dimostra che il Sud non è solo illegalità e camorra, degrado e pessimismo. E dove e coniugare sviluppo e legalità è possibile.

E che i nostri territori non sono persi ma possono ancora rappresentare occasione di una qualità della vita orgogliosa, per noi e per i nostri figli. «Ci sarà un'altra estate ad Acciaroli, ci saranno altri turisti e gli amanti del mare. Chiederanno di Angelo, lo so» scrive il fratello Dario nel libro. Sono tornato da pochi giorni da Acciaroli, dal tuo amato Cilento. Angelo tanti mi hanno chiesto di te. Il mare è pulito, i depuratori funzionano, i rifiuti si differenziano. E' sempre bella Acciaroli.

Peppe Ruggiero (da Libera Informazione)

 

Angelo Vassallo, un anno dopo

Nella notte del 5 settembre 2010 Angelo Vassallo, il primo cittadino del comune di Pollica, piccolo comune del Cilento, viene freddato con sette colpi di pistola. È trascorso un anno da quella notte, ma ancora non si conosce la verità sulla sua morte e la famiglia e i cittadini sono ancora in attesa di giustizia. Eletto la prima volta nel 1995, Angelo Vassallo era conosciuto per le sue battaglie ambientali, per l’infaticabile attività di recupero e valorizzazione dei luoghi del suo territorio, per la notorietà internazionale che era riuscito a dare a un piccolo Comune del nostro meridione. Un uomo straordinario e amatissimo, che non aveva paura di perdere consensi con scelte azzardate perché sapeva di fare il bene della sua gente, dell’ambiente e del suo territorio. In questi giorni in cui si discute delle misure contenute nella manovra finanziaria che mettono a repentaglio il futuro dei piccoli Comuni del nostro Paese, l’esempio di Vassallo dovrebbe servire da ammonimento contro una scelta di questa natura.

Angelo Vassallo può essere considerato la migliore testimonianza e il miglior esempio per i sindaci dei piccoli Comuni - ha dichiarato Sebastiano Venneri, vicepresidente nazionale di Legambiente - per questo la nostra associazione, con il Comune di Pollica, ha istituito già da maggio scorso il premio a lui intitolato per il miglior sindaco del piccolo Comune del nostro Paese. Vassallo era uno di quei semplici e onesti cittadini che decidono a un certo punto di prendere per mano la propria comunità e provano a mostrarle le proprie visioni. Nessuno meglio di lui - continua il vicepresidente di Legambiente - ci ha saputo parlare dell’utilità dei piccoli centri e della forza che questi riescono a trasmettere all’intera nazione. Era un buon amministratore in grado di gestire bene la cosa comune, ma soprattutto di avere un’idea di futuro per la propria cittadina e per i suoi abitanti, di modellare il territorio e la sua gente su un’idea di comunità più coesa e più civile. Questo dovrebbe fare il sindaco, questo lui faceva meglio di chiunque altro”.

Quando ha preso in mano i 2.500 abitanti di Pollica, delle frazioni marine di Pioppi e Acciaroli e quelle montane di Celso, Cannicchio e Galdo, Angelo Vassallo ha trovato un territorio degradato e una costa anonima, anni luce lontana da quei luoghi che Legambiente riconosce e premia, da oltre dieci anni, come una delle perle del mare italiano. A Vassallo, va il merito di aver ridato alle coste cilentane un mare cristallino grazie all’ampliamento del depuratore di Acciaroli e Pioppi, un mare “da bere”, come testimoniato da una delle sue più belle foto ricordo. Iniziative come questa sono valse alla sua terra il riconoscimento delle Cinque Vele di Legambiente e Touring Club Italiano dal 2000 a oggi e addirittura il primo posto in classifica proprio nelle due ultime edizioni della Guida Blu.

Durante la sua amministrazione ha trasformato in eccellenza un posto che stava morendo avviando un efficiente sistema di depurazione e di raccolta differenziata che ha portato la località campana a percentuali da record nazionale, ha lottato inoltre contro la speculazione edilizia e il consumo di suolo attraverso il piano del Parco del Cilento. In una delle sue ultime interviste espose in maniera molto chiara le ragioni della forza dei piccoli Comuni e, di conseguenza, quale fosse la sua idea di federalismo e di governo del territorio: “E’ necessario che gli interessi dei cittadini siano curati dall’ente a loro più vicino, il Comune, che riesce a intercettare i loro bisogni e le loro necessità. Il danno della politica a livello nazionale è che non conosce i territori”.

Sebastiano Venneri (da Legambiente)

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